Sophia 2022 | Eros: Vito Mancuso Etica per giorni difficili
Pietrasanta, 20 novembre 2022 una realizzazione Sophia e Asteroide produzioni video #Sophia 2022 #Eros
Sophia 2022 | Eros: Vito Mancuso Etica per giorni difficili
Pietrasanta, 20 novembre 2022 una realizzazione Sophia e Asteroide produzioni video #Sophia 2022 #Eros
La paura delle città dominate da altre etnie e culture è naturale, ma non deve calpestare secoli di storia. Dalla lezione di Terenzio alla scoperta dei “neuroni specchio”, il Paese ricordi l’empatia verso chi soffre.
Senza Pietas tradiamo noi stessi [PDF]
Penso sia più che legittimo il desiderio di proteggere la nostra nazione e la nostra identità di italiani, perché ritengo naturale la paura che ci coglie nel vedere intere zone delle nostre città ormai non più nostre ma dominio di altre etnie e di altre civiltà. Si tratta di una paura radicata nella biologia, coincidente con quel medesimo istinto che porta gli animali a proteggere il loro territorio, e dimenticarla significa ignorare la natura e quindi produrre necessariamente cattiva politica.
Se però, per ascoltare la natura, si calpesta la cultura; se però, per rimanere “italiani”, si corre il rischio di non essere più “umani”, e in qualche occasione non lo è si più davvero, allora è la catastrofe. A che serve infatti essere italiani, se, essendolo, non si è anche e prima di tutto umani? Il concetto di italianità si inscrive intrinsecamente in quello di umanità, ne è una declinazione. C'è di sicuro un bel po’ di retorica nel detto “italiani brava gente”, perché non è per nulla vero che noi siamo sempre brava gente. In esso però è contenuto anche l'ideale a cui noi in quanto italiani intendiamo aspirare: cioè anzitutto quello di essere “bravi”, e bravi non nel senso di precisi, di forti, di irreprensibili, ma nel senso di umani. Magari imprecisi, ma accoglienti. Magari ritardatari, ma generosi. Magari indisciplinati, ma ospitali. Ed è proprio per questo che se, per rimanere italiani, calpestiamo il nostro essere umani, la nostra sconfitta è totale …
Terza edizione dal 30 novembre al 07 dicembre 2023
Un viaggio accompagnato da Vito Mancuso pensato per aprire la mente e il cuore, rivolto ai credenti, ai curiosi e ai perplessi.
«La Terra Santa non è santa per tutti allo stesso modo. Per alcuni lo è per la fede, per altri per la cultura, per altri per la storia e la politica, per altri ancora lo è tanto quanto altri luoghi sacri dell’umanità. Questo viaggio è pensato per tutte queste disposizioni della mente e del cuore verso l’antichissima terra di Israele: si rivolge sia a chi vuole conoscere le radici storico-geografiche della propria fede, sia a chi ha un approccio solo culturale verso la culla della spiritualità occidentale. Si rivolge ai credenti che non hanno paura del dubbio e ai non credenti che non hanno paura della certezza, ovvero a quelle persone che coltivano l’atteggiamento spirituale della ricerca.
Non è né un pellegrinaggio parrocchiale, né un generico viaggio turistico: è piuttosto un viaggio esteriore che ha la finalità di trasformarsi anche in un viaggio interiore, in quella “terra santa” che ognuno custodisce dentro di sé, il cui risveglio costituisce la condizione essenziale per visitare la Terra Santa per quello che essa effettivamente intende rappresentare.
Il deserto, le oasi, il Mar Morto: ovvero la primordialità primitiva degli elementi naturali. Il Muro del pianto, il Monte Sion, la Città di Davide: ovvero i luoghi sacri dell’ebraismo. Nazaret, il Monte degli Ulivi, il Santo Sepolcro: ovvero i luoghi sacri del cristianesimo. La Spianata delle Moschee, la Cupola d’oro, la Cupola dell’Ascensione: ovvero i luoghi sacri dell’islam. Lo Yad Vashem: ovvero la sacra memoria della storia del ‘900. Natura, storia religiosa e storia politica si fondono in un’unica totalizzante esperienza alla ricerca di sé, delle proprie radici e delle proprie inquietudini». (Vito Mancuso)
La guida culturale e spirituale sarà il teologo e filosofo Vito Mancuso. L’accompagnatore tecnico-culturale di GeaWay Tour Operator sarà Anita Kuhta.
«Nel giardino dei giusti di tutto il mondo c’è un albero pero ogni essere umano che ha scelto il bene»
In occasione della ricorrenza del 6 marzo, uno storico e un filosofo discutono di cosa significa fare il bene e agire rettamente, data istituita per ricordare coloro che si sono spesi a favore delle vittime di genocidi e contro i crimini verso l’umanità anche a prezzo della propria vita.
Dialogo tra Gabriele Nissim e Vito Mancuso pubblicato su La Stampa del 5 marzo 2023
Un’amicizia nata per corrispondenza, quella tra Lucio Dalla e Vito Mancuso che in questa intervista ripercorre i due mesi passati insieme tra riflessioni su Dio e il suo flagello. Intervista di Emanuela Giampaoli su Venerdì di Repubblica del 3 marzo 2023.
Il cantautore era abitato da un’energia primordiale e la esprimeva con la voce e le mani. Era figlio delle muse, che sono l’unione del principio divino con la nostra anima spirituale. Anticipazione tratta da «Lucio Dalla. Le più belle canzoni commentate» da Paolo Jachia» con un ricordo di Vito Mancuso.
Interlinea Edizioni, in libreria dal 24 marzo 2023
L’ottimismo drammatico di un uomo di amore e di fede
Vito Mancuso – Il ricordo di Lucio Dalla [PDF]
L’incontro con Lucio è stato un dono meraviglioso, perché sono cresciuto con molte delle sue canzoni e la sua manifestazione di amicizia e di stima nei miei confronti è stata come vincere uno dei più grandi premi letterari della mia vita. Era stato colpito dai miei scritti, così come io dai suoi. Ogni conoscenza è riconoscimento, diceva Platone, e nel nostro incontro ci siamo riconosciuti con la stessa tensione e lo stesso amore per la vita. L’amicizia che ne è nata ci ha portati a incontrarci spesso, a vivere per un breve periodo insieme, quando io e la mia famiglia siamo stati suoi ospiti, e a coltivare progetti per il futuro. A Bologna abbiamo presentato insieme il suo ultimo disco: nell’occasione la sua voce ha ribadito la bellezza e l’importanza della fede, della ricerca spirituale di Dio ..
Erigere l’Olocausto a paradigma in cui riconoscere le tanti atrocità vissute e prevenire quelle del futuro
Giorno della Memoria 2023 [PDF]
Liliana Segre ha affermato: “Fra qualche anno della Shoah ci sarà una riga nei libri di storia, e poi nemmeno quella”. È possibile evitare un simile esito? Cominciamo col dire che dare un nome agli eventi è essenziale. Significa com-prenderli, prenderli con, farli propri: un evento, che prima era fuori dalla mente, poi, mediante il nome attribuito, le entra dentro e, da oggetto muto, assume un significato. Churchill aveva parlato dello sterminio degli ebrei a opera dei nazisti come di un “crimine senza nome” perché non c'erano precedenti nella storia, per quanto assai sanguinosa, dell'umanità. Poi però il bisogno di comprendere della mente iniziò a proporre dei nomi per l'evento e tra questi, alla fine, se ne impose uno: Shoah, termine ebraico che significa “catastrofe” …
Gesù era pacifista? Chiarire il proprio punto di vista è essenziale per l’interpretazione di ogni cosa, ma a maggior ragione di fronte alla questione sollevata. Se è vero infatti che la soggettività dell’interprete entra sempre in gioco, è altresì vero che alla domanda “Gandhi era pacifista?” è difficile rispondere di no e alla domanda “Hitler era pacifista?” è difficile rispondere di sì. Invece nel caso di Gesù vi sono detti e azioni che portano a pensare di sì e altri di no. Per questo la posizione dell’interprete risulta decisiva ed è probabile che se voi ascoltate un biblista, uno storico o un teologo pacifista dirà che Gesù era pacifista, e viceversa nel caso contrario.
Occorre inoltre chiarire preliminarmente cosa significa essere pacifista e cosa si intende con pace. Pacifista, a mio avviso, non è semplicemente chi vuole la pace, ma chi vuole la pace più di qualunque altra cosa e fa della pace il suo assoluto, superiore all’economia, alla patria, all'onore, e anche alla giustizia, alla religione, alla libertà, alla vita. Per il pacifista la pace è il valore di fronte a cui ogni altro si deve piegare, perché mai e poi mai si deve cadere nella sua negazione che è la violenza della guerra. Se questo significa essere pacifista, Gesù era pacifista? …
I MIEI PRINCIPI MORALI, LABORATORIO DI ETICA di e con VITO MANCUSO
Un ciclo di quattro lezioni con ospiti dal 30 gennaio 2023 al MAST.Auditorium Bologna
Il Laboratorio di Etica di Vito Mancuso nasce dal bisogno, oggi più che mai attuale, di comprendere la realtà nella quale viviamo.
Dopo Le Virtù nel 2019, I Maestri Spirituali nel 2020, La Pandemia nel 2021 e Guerra e pace nel 2022, Vito Mancuso torna a Bologna negli spazi dell’Auditorium della Fondazione MAST con un ciclo di quattro lezioni dedicato ad un tema che tocca tutti noi: l’affermazione e la riscoperta dei propri principi morali in un periodo storico complesso.
«Viviamo tempi particolarmente difficili, soprattutto sotto il profilo etico e psicologico. Ci sentiamo spesso stranieri morali, facciamo fatica a condividere la nostra visione del mondo e la nostra scala di valori, non di rado avvertiamo lo sfilacciarsi del tessuto sociale. Per questo è importante che ognuno chiarisca a se stesso quali sono i suoi principi morali. Quest’anno il Laboratorio di Etica l’ha chiesto a tre illustri personalità della cultura e della società italiana: l’attrice Lella Costa, la giornalista Alessandra Viola e la scrittrice Dacia Maraini. Ognuna di esse illustrerà quali sono i principi e i criteri che ispirano il proprio agire nel mondo. Sarà un grande momento di riscoperta per tutti i partecipanti dei fondamenti del proprio sentire morale». Vito Mancuso
Il laboratorio – organizzato da Mismaonda in collaborazione con Fondazione MAST – è in programma lunedì 30 gennaio, lunedì 20 febbraio, lunedì 27 febbraio e lunedì 13 marzo e si rivolge a quanti sono interessati a capire come mantenere l’etica nell’azione e nel pensiero e ad approfondire l’approccio teologico e filosofico alla contemporaneità.
Ogni incontro si aprirà con un’introduzione filosofica di Vito Mancuso a cui seguirà la relazione dell’ospite della giornata; si concluderà con domande, sottolineature e una riflessione sui temi proposti, secondo il seguente programma:
- Lunedì 30 gennaio ore 18.30
Lella Costa, attrice, autrice, scrittrice, attiva da sempre nelle campagne civili e sociali soprattutto a favore della lotta contro la violenza sulle donne, al teatro affianca anche diverse e significative partecipazioni a trasmissioni radiofoniche e televisive.
- Lunedì 20 febbraio ore 18.30
Alessandra Viola, scrittrice e giornalista, produttrice televisiva e autrice di trasmissioni Rai. Ha un dottorato di ricerca in Comunicazione della scienza e uno in Scienze agrarie e ambientali.
- Lunedì 27 febbraio ore 18.30
Dacia Maraini, scrittrice italiana, autrice di narrativa, poesia, teatro e saggistica, acuta e sensibile indagatrice della condizione della donna, ha spesso delineato nei suoi testi figure femminili complesse e determinate, inserite in una più ampia riflessione su molteplici temi sociali, affrontati in una prospettiva storica.
- Lunedì 13 marzo ore ore 18.30
Vito Mancuso, teologo laico e filosofo, ha conseguito i tre titoli della formazione teologica ottenendo il baccellierato a Milano, la licenza a Napoli e il dottorato a Roma con una tesi su Hegel. Sintesi e conclusioni.
Le iscrizioni in abbonamento e a ogni singolo incontro sono aperte online al seguente link: Vivaticket.com Laboratorio Etica 2023
Il costo complessivo per assistere ai quattro appuntamenti è di 32,00 euro + diritto di prevendita.
MAST.Auditorium Via Speranza 42, Bologna
Informazioni su costi e iscrizioni: Mismaonda: info@mismaonda.eu – 051343830
QUELLA MESSA RECITATA IN LATINO E IL BIVIO DELL’IDENTITÀ CRISTIANA.
L’occidente unificato dalla partecipazione alla cerimonia religiosa di un capo della Chiesa.
Visto che ieri il funerale di Joseph Ratzinger in piazza San Pietro è stato celebrato in latino, forse vale la pena partire da qui. I romani avevano tre termini per indicare l'ultima cerimonia riservata all’esistenza di un essere umano: “funus, exsequiae, pompa”. Funus, che al genitivo fa “funeris” e da cui deriva “funerale” (nonché gli aggettivi “funebre” e “funesto”), è propriamente la cerimonia della sepoltura. Invece “exsequiae”, da cui “esequie”, e “pompa”, da cui “pompe funebri”, indicano il corteo, l’accompagnamento, la processione, insomma tutto l’accorrere degli umani per mostrare e dimostrare ai parenti e alla società la propria partecipazione al dolore per la scomparsa del defunto. Credo si possa senz’altro dire che il funerale di ieri a Roma sia stato celebrato in “pompa magna”, prova ne sia che la nostra lingua in casi come questo sente l’esigenza di parlarne al plurale: non più solo il funerale, ma “i funerali”, come ieri i siti dei maggiori giornali titolavano a sottolineare l’importanza dell’evento tramite la promozione grammaticale dal singolare al plurale. …