Prossimi appuntamenti con Vito

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QUANTE STORIE RAI3 martedì 22 ottobre ore 12:45

Presentazione del nuovo libro Destinazione Speranza a Quante Storie la trasmissione condotta da Giorgio Zanchini Rai3, ore 12:45 circa.

Quante storie


BOLOGNA giovedì 31 ottobre Cinema Modernissimo ore 10:00

«LEGGO DUNQUE SONO». Oltre 300 studenti e studentesse liceali saranno i protagonisti di un incontro sul tema della lettura e del rapporto con il libro come spazio di libertà e abitudine di valore. Al centro la figura dell'intellettuale e umanista bolognese Ezio Raimondi, del quale quest’anno ricorre il centenario della nascita.

Dopo i saluti dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori e del direttore dell’Ufficio Scolastico regionale dell’Ambito Territoriale di Bologna, Giuseppe Antonio Panzardi, viene affidato ai relatori Marco Antonio Bazzocchi, #VitoMancuso e Federica De Paolis il compito di sollevare stimoli e riflessioni da condividere con i giovani in sala sull’importanza di coltivare quella relazione con il libro capace di sollevare curiosità, di costruire senso e bellezza, in un confronto continuo, profondo e spesso coraggioso che aiuta a conoscersi meglio.

LEGGO, DUNQUE SONO! invito [PDF]

Per informazioni: Settore Patrimonio culturale Area Biblioteche e Archivi
Biblioarchivi@regione.emilia-romagna.it  Antonella.Salvi@regione.emilia-romagna.it

Leggo dunque sono [Link]

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VILLANOVA SUL CLISI (BS) giovedì 31 ottobre ore 20.30

Nell’ambito del Festival della Parola «La Cura» – Incontro con Vito Mancuso: «Non ti manchi mai la gioia». Presenta Pierangelo Milesi presidenza nazionale ACLI. Ingresso libero. Per info: 348 1523345

La Cura 31 ottobre [PDF]

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Il metodo Kant

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Il nuovo libro del filosofo teologo dedicato alle domande di Kant sul significato profondo dell’esistenza umana. Solo la cultura ci aiuta ad arricchire la nostra interiorità.

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Il metodo Kant

Per ognuno di noi la vita ha una direzione orizzontale e una direzione verticale. La direzione orizzontale riguarda la natura e la storia dentro le quali ci ritroviamo inseriti e che ci trasportano in avanti come un interminabile tapis roulant. La direzione verticale riguarda noi stessi nella nostra singolarità, dal giorno in cui siamo nati fino al giorno in cui moriremo scomparendo dal tapis roulant della natura e della storia che in nostra assenza continuerà a scorrere imperterrito esattamente come aveva fatto prima del nostro arrivo. 

Le domande, a questo punto, sono due. La prima: che senso ha il continuo scorrere in avanti dell’interminabile tapis roulant della natura e della storia? C’è un fine che lo guida, uno scopo, una tensione verso una meta, o è solo un meccanismo insensato, un gioco beffardo con qualche risata e qualche guizzo di intelligenza, ma il cui unico vero risultato complessivo è solo un mare di lacrime e di sangue? …

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Destinazione Speranza

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VITO MANCUSO – DESTINAZIONE SPERANZA 

in libreria per Garzanti editore il 15 ottobre 2024

Mancuso - Destinazione speranza

Vito Mancuso Destinazione Speranza [PDF]

In un presente dominato da terribili conflitti, disastri ambientali e inquietudini diffuse, guardare al futuro con ottimismo sembra un’impresa sempre più ardua: ripiegandosi su se stesso, l’uomo sta a poco a poco perdendo la speranza in un domani migliore. Viene dunque da chiedersi: «Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa mi è lecito sperare?». Cercando di rispondere a queste tre fondamentali domande, formulate per la prima volta dal filosofo Immanuel Kant, Vito Mancuso ci guida alla ricerca del significato più profondo e autentico della nostra vita. Togliendo alla ragione ogni pretesa di possedere un sapere su Dio e sull’avvenire, Destinazione Speranza rifonda il senso della nostra esistenza su un presupposto inedito e dirompente: la libertà di obbedire. Se saremo in grado di essere noi stessi in relazione con gli altri, di resistere all’egoismo favorendo la solidarietà, di ridare valore alla dimensione morale al fine di agire con responsabilità, allora non tutto sarà perduto: solo così, infatti, potremo definirci donne e uomini davvero liberi e guardare con speranza, ragionevole e fondata, al futuro che ci attende.

 ISBN: 8811010624 – Casa Editrice: Garzanti – Pagine: 288 – Data di uscita: 15-10-2024 – Edizione cartacea 18,00€

Garzanti [Link]  Feltrinelli IBS [Link]  Il Libraio [Link]

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Kant e il legno storto dell’umanità

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SIAMO COME LEGNI STORTI FIN DALLA NOSTRA RADICE. ANIMALITÀ E INDIVIDUALISMO REGNANO SULL’UMANITÀ

Il testo è la prima parte della lectio a Torino Spiritualità, domenica 29 settembre 2024

Immanuel-Kant-Philosopher

Kant e il legno storto dell'umanità [PDF]

 

Kant non era il tipo che si usa definire ottimista nel senso usuale di chi è sempre felicemente pronto a dichiarare sorridendo “tutto andrà bene”. Nel 1784 riflettendo sulla storia scrisse: “Da un legno storto, come è quello di cui l’uomo è fatto, non può uscire nulla di interamente diritto”. Qualche anno dopo, nel 1792, scrisse un saggio sul male radicale intendendo con l’espressione “male radicale” quello che attiene alla nostra “radice” e sostenendo che la tendenza al male “è strettamente intrecciata con la natura umana”: vi è “radicata”. Nel saggio Per la pace perpetua del 1795 vi sono espressioni che ricordano il cupo pessimismo di Hobbes: “Lo stato di pace tra esseri umani che vivono l’uno accanto all’altro non è uno stato di natura, il quale è piuttosto uno stato di guerra”. E ancora: “I popoli, in quanto Stati, possono essere giudicati come individui che, nel loro stato di natura (cioè nella loro indipendenza da leggi esterne), si ledono l’un l’altro già solo per il fatto di essere vicini”. Nell’Antropologia del 1798 scrisse che “l’animalità resta sempre, nelle sue manifestazioni, anteriore e, in fondo, più potente della pura umanità”; e che “la volontà individuale è sempre pronta ad aprire le ostilità coi suoi vicini”. Aggiunge inoltre che “la follia ha una parte ancora maggiore della cattiveria nei tratti caratteristici della nostra specie”, per concludere che è proprio per questo che tutti noi diffidiamo gli uni degli altri: “Nella nostra razza tutti ritengono saggio stare in guardia e non scoprirsi interamente”. Ma come spiegare questa nostra oscura situazione? Perché siamo fatti così male? 

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La nazionalità non fa i cittadini. I popoli nascono dalla cultura.

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Nessuno Stato può "fare" esseri umani affermando la propria ideologia. Solo i regimi autoritari hanno sostenuto la coincidenza tra Stato e nazione

cittadinanza

Nazionalità [PDF]

 

“Fatta l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”, si dice che dichiarò Massimo D’Azeglio all’indomani della proclamazione dello Stato unitario nel 1861. Da allora il processo del “fare” gli italiani non è mai terminato e giustamente la politica in questi giorni sta discutendo sulla sorgente che conferisce a un essere umano lo stato giuridico di cittadino italiano. Il tema è urgente, anzi improcrastinabile, sia perché direttamente riguarda molte persone che vivono in Italia che non sono cittadini italiani e lo vorrebbero essere, sia perché indirettamente riguarda tutti gli attuali cittadini italiani in quanto chiarificatore (in questi tempi così confusi) della loro identità. Cosa significa essere cittadini italiani? In che modo “si fanno” gli italiani? Per essere un cittadino italiano è necessario essere di nazionalità italiana? Qual è il rapporto tra cittadinanza e nazionalità?

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Il vero problema non è il patriarcato ma il culto della forza di cui siamo schiavi

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In piazza gli slogan contro l’uomo al centro della società, ma la radice del male è la venerazione del potere. Quella che aveva Margaret Thatcher e non Gandhi. A uomini e donne dico: l’unica liberazione è la cultura. 

Il vero problema non è il patriarcato [PDF]

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L’altra sera, invitato da mia figlia, ho partecipato con lei e il suo ragazzo alla manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata a Bologna da “Non Una di Meno”. C’erano diverse migliaia di persone, per lo più giovani, in maggioranza donne, ma anche noi uomini non eravamo pochi, ho persino intravisto alcuni signori definibili, come me, “di una certa età”. Cartelli, fischietti, alcune trombe, qualche pentola e relativi cucchiai, insomma le solite cose usate da sempre nelle manifestazioni per fare baccano e farsi notare. Di nuovo, per lo meno per me, c’erano le chiavi di casa, agitate da molte ragazze per simboleggiare con il loro tintinnio che neppure in casa si sentono sicure. Le agitava anche mia figlia, però con l’altro braccio si stringeva a me, quindi quel suo gesto non mi preoccupava. Al di sopra ovviamente svettavano gli slogan, gridati con forza e passione dalle giovani donne. Il più ripetuto era il seguente: “Lo stupratore / non è malato, / è figlio sano / del patriarcato” …

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Medjugorje

LA RELIGIONE TORNI A PARLARE AGLI ESSERI UMANI. CON LA MADONNA DI DANTE, NON DEI VEGGENTI

Nella Bibbia Maria è una figura marginale, eppure nei secoli è diventata linfa vitale del cristianesimo. Perché dà speranza, non perché manda messaggi. Altrimenti avrebbe avuto ragione Marx.

Mejugorje

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Medjugorje, certo. Ma prima ancora Fatima e i suoi tre segreti, Lourdes e l’acqua miracolosa nelle bottigliette a forma di madonnina, Loreto e la casa di Nazaret che vola nella notte e plana sulla dolce collina marchigiana, Pompei e la disciplina del rosario, e soprattutto le innumerevoli Madonne della nostra antica tradizione, qualificate ora per capacità di intervento (Madonna della gravidanza, del parto, del latte, delle grazie, della pioggia, della neve…) ora per stati o attributi particolari (Annunziata, Addolorata, delle sette spade, delle sette piaghe, delle sette spine, della scala, della corona, della confusione…). Tantissime Madonne: nere e bianche, una più bella e più dolce dell’altra. La Madonna, la Madre, la Grande Madre: così vicina, così attenta, così comprensiva: “avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice”…

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Profondo Umano

Vito Mancuso ospite a Profondo Umano: «Recuperiamo ideali e senso del dovere»

Profondo Umano

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Il prof. Vito Mancuso, giovedì 12 settembre 2024, è stato al teatro Giorgio Busca di Alba (CU) con la conferenza dal titolo: «Come risacralizzare il cosmo. La scomparsa e la rinascita dei riti»,incontro nell’ambito del Festival Profondo Umano, della corale Intonando.

È ancora possibile recuperare la forza del rito, oppure questa dimensione può dirsi scomparsa?

«Una distinzione preliminare: a livello soggettivo, il vissuto cambia se abitiamo in una grande città o in una zona di campagna, al Nord oppure al Sud, perché il contesto culturale e sociale incide in maniera profonda sulle nostre percezioni. Fatta questa premessa, è indubbio che il paradigma che per secoli ha gestito la ritualità delle persone ha smesso di funzionare. Con paradigma mi riferisco a una parola che si impone alla coscienza, un dettame a cui le persone obbediscono in maniera più o meno conscia. Solo se esistono queste condizioni è possibile avviare un processo di ritualizzazione. Il rito accade di fronte all'obbedienza della mente. Prendiamo i tifosi della domenica, gli ultras della curva: la fede calcistica non si mette in discussione. Il rito presuppone una fede forte, assoluta, che induce la persona a mettere da parte la propria personale opinione per aderire all'immagine proposta dalla collettività. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una palese estinzione della religione tradizionale, paradigma dominante per secoli nelle nostre società. La ritualità, di conseguenza, è venuta meno» …

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Consapevolmente Uomo

Andrea Schnöller Storia e vita di una maestro di meditazione

Presentazione a Torino Spiritualità sabato 28 settembre 2024 nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale alle ore 16:30  «Chi tace non sbaglia» incontro con Andrea Schnöller, Maciej Bielawski, Vito Mancuso e Franco Stefanoni. Il libro è a cura di Maciej Bielawski e Franco Stefanoni in dialogo con Vito Mancuso.

Consapevolmente Uomo

Consapevolmente Uomo Gabrielli Editore [Link]

«Per chi lo ha conosciuto è una persona tenace, umile, appassionata. Potremmo forse dire: pura, autentica. In questo libro dieci testimonianze provano a descrivere il valore umano e spirituale di padre Andrea Schnöller, frate, insegnante di meditazione e riferimento per una comunità di compagni di strada. Una vita, la sua, semplice e al contempo straordinaria, che come fine ultimo ha avuto quello di preparare l’uomo all’accoglienza: verso gli altri ma prima ancora verso se stessi. 

Ascoltarci, dunque, raggiungere la consapevolezza di noi, che si creda in Dio oppure no. Qualunque sia la cultura di provenienza, il punto di vista religioso o laico, se ne raccontano qui le idee, le gioie, gli incontri, i dubbi, le sorprese e le delusioni. Un padre poliedrico ma discreto, refrattario alla notorietà. La pratica del silenzio, il rispetto del prossimo. Dieci capitoli per un viaggio lungo un’esistenza intera: la fanciullezza, il noviziato, il santuario di Madonna del Sasso. Poi il Sessantotto, il Concilio Vaticano II. La relazione con le gerarchie ecclesiastiche. Il cristianesimo, il buddhismo, l’induismo. L’inesauribile itinerare tra l’Italia e la Svizzera, lo yoga, la musica di Bach, il lavoro editoriale, soprattutto l’avventura del centro di Condino. Sempre cercando di ascoltare, per dirla con lui, non solo la nostra parola ma anche il nostro respiro. Rivolto a chi cerca di capire, chi pensa si sapere, o si è sentito smarrito». 

Andrea Schnöller è un frate francescano della provincia cappuccina svizzera. Risiede al Santuario della Madonna del Sasso sopra Locarno, dove, nel periodo invernale, tiene corsi regolari di meditazione serale. Ordinato sacerdote, ha compiuto studi di giornalismo all’Università Cattolica di Milano. Franco Stefanoni, saggista e giornalista del Corriere della Sera, Milano. Maciej Bielawski, docente all’Università degli studi di Verona, studioso di spiritualità e scrittore, Verona.

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Tutto cambia, quindi c’è speranza

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È possibile in questo mondo di cui avvertiamo il continuo e destabilizzante cambiamento coltivare la speranza? In particolare la speranza che qualcosa non cambi, ma rimanga stabile e divenga il punto di appoggio dell’esistenza? A questa domanda rispondo di sì, e lo faccio sulla base di due argomentazioni, la prima basata sulla logica, la seconda sull’etica.

Dal punto di vista logico l’affermazione “tutto cambia” o è falsa o è vera. Se è falsa, allora in realtà qualcosa non cambia; se è vera, allora la frase “tutto cambia” sarà sempre tale da dire la verità e quindi non cambierà. In entrambi i casi dire “tutto cambia” dimostra il non-cambiamento di qualcosa. Il che attesta la possibilità della nostra mente di raggiungere una dimensione non soggetta al cambiamento, di partecipare cioè a una dimensione più alta, priva di mutamento, tale da schiudere eterne verità. È quanto sperimentato anche da musicisti (Bach, Mozart, Beethoven) e da scienziati (Bohr, Heisenberg, Schrödinger). Da violinista dilettante qual era Einstein sintetizzò in sé le due dimensioni, e di lui si racconta che una sera del 1929 a Berlino, al termine di un concerto del grande virtuoso Yehudi Menhuin, si recò nel camerino e gli disse: “Ora io so che c’è un Dio in cielo”. Non per questo Einstein si convertì al Dio biblico, visto che rimase sempre dell’idea di Spinoza che identifica Dio e Natura (Deus sive Natura), ma è chiaro che grazie alla musica ebbe un’esperienza di trascendenza, ovvero di una dimensione dell’essere non soggetto al cambiamento …

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La felicità contro la superficialità

Vito Mancuso a Trentino d'Autore

L'ultimo libro del teologo affronta la costante battaglia contro l’egocentrismo. L’intervista al prof. Vito Mancuso di Stefania Santoni per “Il T quotidiano”

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Il T Quotidiano  PDF

Vito Mancuso filosofo italiano, intreccia spiritualità e razionalità per dare senso al mistero dell'esistenza. In Non ti manchi mai la gioia invita a coltivare la felicita come resistenza contro la superficialita, riscoprendo la bellezza nelle piccole cose. Riflessione centrale è l'acqua, simbolo del fluire della vita che modella l’esistenza come fa con le rocce di un flume. L'acqua racchiude la memoria della creazione, rappresentando il divenire continuo che ci guida verso la gioia nutrimento dell'anima. Di questo e molto altro Mancuso parlerà venerdì 6 settembre alle 17.30 a Comano Terme in occasione della rassegna Trentino d’autore.

Mancuso, in «Non ti manchi mai la gioia» lei descrive i momenti di stallo come situazioni in cui ci sentiamo incapaci di avanzare. In che modo possiamo affrontare questi momenti?

«Non c'è nulla di buono senza la chiarezza mentale che nasce dalla conoscenza. Per affrontare i momenti blocco serve saperli riconoscere: conoscere un problema non basta per risolverlo, ma ignoralo lo aggrava quindi è essenziale prenderne coscienza. Per capire, bisogna prima capirsi. E per capirsi, è necessario ritagliarsi momenti di silenzio isolamento e solitudine, condizioni in cui anziché ascoltare gli altri, ascoltiamo noi stessi. Solo così роssiamo реrсерire il disagio e andare in profondità» … 

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Se il demonio è nelle mura di casa

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Se il demonio è nelle mura di casa [PDF]

 

 

C'è una frase di Balzac in Papà Goriot che dice così: “Quando sono diventato padre, allora ho capito Dio”. Ciò che è avvenuto ieri alle porte di Milano può essere interpretato come l'esatto contrario: come la comprensione del Diavolo. Che esista o no personalmente il Principe delle tenebre (io propendo per il no), di certo esiste il fenomeno che ne ha generato l’immagine nella mente di pressoché tutte le civiltà umane, cioè la terribile capacità di male dell’essere umano denominabile “diabolicità” …

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