Tutto cambia, quindi c’è speranza

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Tutto cambia quindi c'è speranza [PDF]

È possibile in questo mondo di cui avvertiamo il continuo e destabilizzante cambiamento coltivare la speranza? In particolare la speranza che qualcosa non cambi, ma rimanga stabile e divenga il punto di appoggio dell’esistenza? A questa domanda rispondo di sì, e lo faccio sulla base di due argomentazioni, la prima basata sulla logica, la seconda sull’etica.

Dal punto di vista logico l’affermazione “tutto cambia” o è falsa o è vera. Se è falsa, allora in realtà qualcosa non cambia; se è vera, allora la frase “tutto cambia” sarà sempre tale da dire la verità e quindi non cambierà. In entrambi i casi dire “tutto cambia” dimostra il non-cambiamento di qualcosa. Il che attesta la possibilità della nostra mente di raggiungere una dimensione non soggetta al cambiamento, di partecipare cioè a una dimensione più alta, priva di mutamento, tale da schiudere eterne verità. È quanto sperimentato anche da musicisti (Bach, Mozart, Beethoven) e da scienziati (Bohr, Heisenberg, Schrödinger). Da violinista dilettante qual era Einstein sintetizzò in sé le due dimensioni, e di lui si racconta che una sera del 1929 a Berlino, al termine di un concerto del grande virtuoso Yehudi Menhuin, si recò nel camerino e gli disse: “Ora io so che c’è un Dio in cielo”. Non per questo Einstein si convertì al Dio biblico, visto che rimase sempre dell’idea di Spinoza che identifica Dio e Natura (Deus sive Natura), ma è chiaro che grazie alla musica ebbe un’esperienza di trascendenza, ovvero di una dimensione dell’essere non soggetto al cambiamento …

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La felicità contro la superficialità

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Vito Mancuso a Trentino d'Autore

L'ultimo libro del teologo affronta la costante battaglia contro l’egocentrismo. L’intervista al prof. Vito Mancuso di Stefania Santoni per “Il T quotidiano”

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Il T Quotidiano  PDF

Vito Mancuso filosofo italiano, intreccia spiritualità e razionalità per dare senso al mistero dell'esistenza. In Non ti manchi mai la gioia invita a coltivare la felicita come resistenza contro la superficialita, riscoprendo la bellezza nelle piccole cose. Riflessione centrale è l'acqua, simbolo del fluire della vita che modella l’esistenza come fa con le rocce di un flume. L'acqua racchiude la memoria della creazione, rappresentando il divenire continuo che ci guida verso la gioia nutrimento dell'anima. Di questo e molto altro Mancuso parlerà venerdì 6 settembre alle 17.30 a Comano Terme in occasione della rassegna Trentino d’autore.

Mancuso, in «Non ti manchi mai la gioia» lei descrive i momenti di stallo come situazioni in cui ci sentiamo incapaci di avanzare. In che modo possiamo affrontare questi momenti?

«Non c'è nulla di buono senza la chiarezza mentale che nasce dalla conoscenza. Per affrontare i momenti blocco serve saperli riconoscere: conoscere un problema non basta per risolverlo, ma ignoralo lo aggrava quindi è essenziale prenderne coscienza. Per capire, bisogna prima capirsi. E per capirsi, è necessario ritagliarsi momenti di silenzio isolamento e solitudine, condizioni in cui anziché ascoltare gli altri, ascoltiamo noi stessi. Solo così роssiamo реrсерire il disagio e andare in profondità» … 

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Prossimi appuntamenti con Vito

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ALBA (CU) giovedì 12 settembre Teatro Sociale G. Busca ore 21:00 

Nell’ambito del Festival Culturale Profondo Umano – Arcani Sensi La Vita e i suoi Riti, conferenza del prof. Vito Mancuso dal titolo: «Come risacralizzare il cosmo. La scomparsa e la rinascita dei riti». Biglietto acquistabile su: ticket.it oppure presso la Libreria La Torre via V.Emanuele II, 19g – Alba

https://www.instagram.com/profondo_umano?igsh=MTR3Y2g2dDQybjFreA==

 

https://www.facebook.com/profondoumano

 

www.profondoumano.it 

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BAREGGIO (MI) venerdì 13 settembre chiesa Madonna Pellegrina ore 21:00 

Presentazione del libro «Non ti manchi mai la gioia».

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GHIFFA/ SACRE SELVE sabato 14 settembre Terrazza davanti al Santuario  ore 20.45

Lectio del prof. Vito Mancuso, per la quale è consigliata la prenotazione sul sito www.sacreselvefestival.it. Nell’incontro dal titolo “Non ti manchi mai la Gioia”, il prof. Vito Mancuso propone una filosofia della liberazione per riconoscere e smantellare le trappole che attanagliano le nostre vite, per superare i momenti di stallo e aprirsi a un’esistenza più autentica, fino a sperimentare la gioia profonda di vivere.

14 settembre


16/09 FASANO (BR) Scavi di Egnazia – 17/09 LECCE Chiostro degli Agostiniani

18/09 LECCE Chiostro degli Agostiniani – 19/09 BARI Castello Svevo

AVERE TRA LE BRACCIA TANTA FELICITÀ: Mario Perrotta con Vito Mancuso e Anna Puricella. Dal 16 al 19 settembre l'attore, drammaturgo e regista, quattro volte premio Ubu, sarà in scena in Puglia con la giornalista e scrittrice, e il teologo filosofo con un’indagine a tre voci su letteratura, musica, teatro e filosofia. Una prima nazionale prodotta da Permar Compagnia Mario Perrotta. Sipario ore 20:45. Posti limitati. Ingresso con prenotazione obbligatoria su www.marioperrotta.it. Info 353 4469702 – info@marioperrotta.it

Felicità


TRICASE (LE) venerdì 20 settembre Aula Magna del Polo Didattico Universitario “Card. G. Panico” Via Giovanni XXIII ore 18:00

Nell’ambito della terza edizione della settimana di cultura – spiritualità – dialogo “L’ESSENZA DELL’ESSERCI: AVER CURA DELLA VITA 16 – 22 settembre 2024", lectio magistralis del prof. Vito Mancuso dal titolo: «Essere ed Essenza. Metafisica della Cura». Il corso, per gli operatori sanitari iscritti (n. 100), dà diritto a 12 ECM. Per le modalità di iscrizione consultare il sito del provider https://www.maregra.com [Link]

Programma [PDF]

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ROMA domenica 22 settembre Piazza di Pietra ore 20.30

Nell’ambito del Roma Storia Festival «Il Carattere dei Romani, personalità e simboli della storia di Roma», lectio magistralis del prof. VitoMancuso dal titolo: 

“PERCHÉ LA STUPIDITÀ CI DOMINA COSÌ TENACEMENTE?” LA LEZIONE DI SENECA

Roma

Seneca era stato il numero due dell’Impero e aveva una conoscenza diretta dei meccanismi del potere e della natura degli esseri umani: Roma offriva un repertorio straordinario di caratteri e di atteggiamenti. Le sue analisi non nascevano dunque astrattamente ma a contatto con la più concreta realtà. Per questo pone la domanda che, forse, è la più fondamentale: quella sulla stupidità del genere umano. Ma oltre la domanda egli sa, da vero filosofo, fornire elementi decisivi per la nostra risposta.Evento a ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per un ingresso prioritario, registrarsi sul sito e presentarsi nei luoghi del festival con un anticipo di almeno 15 minuti.

Roma Storia Festival [Link]


BRESCIA martedì 24 settembre Auditorium San Barnaba ore 18:00

Nell’ambito della XIX edizione del Festival LeXGiornate «Verso nuovi futuri», lectio magistralis del prof. Vito Mancuso dal titolo ”Gioia di vivere e cura di sé”.

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BERGAMO mercoledì 25 settembre Aula Magna ex Chiesa S. Agostino, ore 20.45 

Nell’ambito del festival MolteFedi2024, Passaggi. Vito Mancuso: Etica per giorni difficili».«Viviamo in una sensazione di smarrimento. La scansione epocale chiede un appello all’etica e alla responsabilità, coltivando una spiritualità che si propone anzitutto come sincerità e onestà intellettuale. Perché l’etica, prima ancora degli altri, ha per oggetto se stessi». 

MF24 brochure [PDF]

Molte fedi


TORINO venerdì 27 settembre Parco Dora, Joannah Stutchbury Arena ore 11:00

Terra Madre,“La natura della coscienza” (approfondimento/conferenza con Federico Faggin)

[La natura della Coscienza Link]

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L’appuntamento è gratuito e aperto a tutti gli interessati. Per partecipare, è gradita la prenotazione online (basta cliccare sul bottone “Registrati” e lasciare la propria mail). Consigliamo di presentarsi 10 minuti prima dell’inizio dell’evento. L’organizzazione si riserva di riassegnare il posto in caso di assenza entro 5 minuti dall’inizio.


Vito Mancuso a TORINO SPIRITUALITÀ 2024

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Sabato 28 settembre Aula Magna della Cavallerizza Reale ore 16:30

«Chi tace non sbaglia» Incontro con Andrea Schnöller, Maciej Bielawski, Vito Mancuso e Franco Stefanoni.

Domenica 29 settembre Cinema Massimo, Sala Uno ore 10:00

Vito Mancuso: «Kant e il legno storto dell’umanità». Ingresso € 10 biglietti disponibili da giovedì 5 settembre Vivaticket e presso il Circolo dei lettori (via Bogino n.9). Info biglietteria qui.


FORLÌ domenica 29 settembre Complesso San Giacomo ore 19:30

Nell’ambito del Festival del Buon Vivere, conferenza del prof. Vito Mancuso ”Non ti manchi mai la gioia”.

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Se il demonio è nelle mura di casa

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Se il demonio è nelle mura di casa [PDF]

 

 

C'è una frase di Balzac in Papà Goriot che dice così: “Quando sono diventato padre, allora ho capito Dio”. Ciò che è avvenuto ieri alle porte di Milano può essere interpretato come l'esatto contrario: come la comprensione del Diavolo. Che esista o no personalmente il Principe delle tenebre (io propendo per il no), di certo esiste il fenomeno che ne ha generato l’immagine nella mente di pressoché tutte le civiltà umane, cioè la terribile capacità di male dell’essere umano denominabile “diabolicità” …

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Capisco Martina il corpo tortura

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Secondo il teologo, la donna triestina di 49 anni, tetraplegica, ha ragione. Ha denunciato l'azienda sanitaria dopo i no al suicidio medicalmente assistito.

Intervista di Valeria Pace a Vito Mancuso 

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Capisco Martina Il corpo tortura [PDF]

Rispettare la sacralità della vita, compito che ogni persona di retta coscienza deve sentire come proprio, significa rispettare la sacralità della libertà, che è il luogo dove il vivere si manifesta nel modo più intenso. Il filosofo e teologo Vito Mancuso non ha dubbi, è d'accordo con Martina Oppelli, l'architetta triestina di 49 anni resa tetraplegica dalla sclerosi multipla che chiede di poter accedere al suicidio medicalmente assistito, e dopo i ripetuti dinieghi ha scelto di denunciare l'azienda sanitaria (Asugi) per tortura … 

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La nazionalità non fa i cittadini. I popoli nascono dalla cultura.

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Nessuno Stato può "fare" esseri umani affermando la propria ideologia. Solo i regimi autoritari hanno sostenuto la coincidenza tra Stato e nazione

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Nazionalità [PDF]

 

“Fatta l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”, si dice che dichiarò Massimo D’Azeglio all’indomani della proclamazione dello Stato unitario nel 1861. Da allora il processo del “fare” gli italiani non è mai terminato e giustamente la politica in questi giorni sta discutendo sulla sorgente che conferisce a un essere umano lo stato giuridico di cittadino italiano. Il tema è urgente, anzi improcrastinabile, sia perché direttamente riguarda molte persone che vivono in Italia che non sono cittadini italiani e lo vorrebbero essere, sia perché indirettamente riguarda tutti gli attuali cittadini italiani in quanto chiarificatore (in questi tempi così confusi) della loro identità. Cosa significa essere cittadini italiani? In che modo “si fanno” gli italiani? Per essere un cittadino italiano è necessario essere di nazionalità italiana? Qual è il rapporto tra cittadinanza e nazionalità?

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Il vero problema non è il patriarcato ma il culto della forza di cui siamo schiavi

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In piazza gli slogan contro l’uomo al centro della società, ma la radice del male è la venerazione del potere. Quella che aveva Margaret Thatcher e non Gandhi. A uomini e donne dico: l’unica liberazione è la cultura. 

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L’altra sera, invitato da mia figlia, ho partecipato con lei e il suo ragazzo alla manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata a Bologna da “Non Una di Meno”. C’erano diverse migliaia di persone, per lo più giovani, in maggioranza donne, ma anche noi uomini non eravamo pochi, ho persino intravisto alcuni signori definibili, come me, “di una certa età”. Cartelli, fischietti, alcune trombe, qualche pentola e relativi cucchiai, insomma le solite cose usate da sempre nelle manifestazioni per fare baccano e farsi notare. Di nuovo, per lo meno per me, c’erano le chiavi di casa, agitate da molte ragazze per simboleggiare con il loro tintinnio che neppure in casa si sentono sicure. Le agitava anche mia figlia, però con l’altro braccio si stringeva a me, quindi quel suo gesto non mi preoccupava. Al di sopra ovviamente svettavano gli slogan, gridati con forza e passione dalle giovani donne. Il più ripetuto era il seguente: “Lo stupratore / non è malato, / è figlio sano / del patriarcato” …

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L’eterna ricerca di Dio

Intervista al prof. Vito Mancuso di Laura Solieri per La Gazzetta di Modena

 

«Superata la religione autoritaria, l'uomo guarda al Divino con la spiritualità»

 

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L'eterna ricerca di Dio [PDF]

 

Modena; sabato 31 agosto 2024, alle ore 21 alla Festa dell'Unità di Modena (Agora Matteotti) si terrà l'incontro "Dov'è finito Dio? Il ritorno della spiritualità nella crisi delle Chiese” che vedrà dialogare il saggista Vito Mancuso, con Massimo Mezzetti (sindaco di Modena e Brunetto Salvarani (saggista) intorno a quello che è un quesito onnipresente nella storia del pensiero umano.

Mancuso, probabilmente molti, in questo periodo storico, si chiedono dove sia finito Dio. Secondo lei è una domanda giusta?

«È una domanda giusta e necessaria: fino a quando gli esseri umani si porranno la domanda su Dio e il divino, mostreranno di continuare a pensare, a riflettere. Piuttosto, rivela la sua precarietà la modalità mediante cui la domanda viene posta: cosa presuppone essa? La manifestazione tangibile di Dio nella storia, che è sostanzialmente il racconto biblico. La mente occidentale cresciuta da 2000 anni a questa parte sulla base della rivelazione ebraica e cristiana, ritiene che Dio sia il Dio della natura e della storia e quindi, per questo, si chiede dove sia finito» …

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Spiritualità

La sopravvivenza della nostra civiltà è a rischio: la crisi della fede non è che un sintomo. L'assenza di fede e speranza nuoce enormemente alla salute mentale dei ragazzi

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Spiritualità [PDF]

L’arcivescovo di Torino ha scritto qualche giorno fa su questo giornale: “La scarsa adesione dei giovani all’esperienza cristiana mi fa pensare che la Chiesa oggi non è più percepita come risorsa spirituale”. Duemila anni fa Plutarco, storico, filosofo e sacerdote del tempio di Delfi, si chiedeva: “Perché sono deserti i templi degli Dei?”. Con parole diverse è la medesima constatazione. Altrove Plutarco aveva riferito dell’urlo straziante che annunciava al mondo la morte del dio Pan, il più pagano degli Dei, quindi la morte del paganesimo, constatando il lento ma inarrestabile declino della civiltà classica: aveva visto bene, perché quattro secoli dopo il declino sarebbe culminato nelle invasioni barbariche e nell’insediamento di un’altra civiltà …

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Meno Cristianesimo più spiritualità

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La risposta del prof. Vito Mancuso all’arcivescovo Repole: a un mondo che cerca unità dialogo e pluralismo propone quell’eclusivismo teologico che nei secoli ha prodotto persecuzioni e guerre

Meno Cristianesimo più spiritualità [PDF]

Una frase dell’arcivescovo di Torino Roberto Repole (in un articolo per l’ultimo numero della rivista “Vita e Pensiero” parzialmente pubblicato ieri nelle cronache torinesi di questo giornale) ha destato in me dapprima curiosità e poi preoccupazione. Ecco le sue parole, che concludono l’articolo: “Io sono cristiano perché credo fermissimamente ciò che dice Pietro nel libro degli Atti: che non c’è nessun altro nome in cui c'è salvezza, se non Gesù Cristo. Chiedo perdono, ma per meno di questo io non riuscirei a essere cristiano”. In sé nulla di nuovo, solo la ripetizione dell’annuncio cristiano come prosegue da duemila anni. Ma perché allora quello strano inciso “chiedo perdono”? A chi? E di che cosa? In realtà, dietro la ripetizione della prospettiva tradizionale c’è la consapevolezza di un problema diventato rovente ai nostri giorni e che si può esprimere così: davvero non esiste altro nome se non quello di Gesù per la salvezza degli esseri umani? Davvero si salvano (qualunque cosa voglia dire “salvarsi”) solo i cristiani? Davvero tutti coloro che non si appellano al nome di Gesù, e che sono la maggioranza dell’umanità nel passato nel presente e nel futuro, sono esclusi dalla salvezza? Davvero Dio rifiuta di salvare chi lo prega rivolgendosi a lui nel nome di altri? O chi non lo prega ma pratica la vita spirituale, come per esempio i buddhisti e i jainisti? O addirittura chi lo nega ma serve il bene con un’irreprensibile condotta morale lottando contro le ingiustizie e le disuguaglianze? …

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Se la cultura del saper perdere è la più alta filosofia di vita

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Contano solo le medaglie d’oro o esiste un valore anche nella sconfitta? Per tutte le spiritualità mondiali “il successo più grande è quello contro sé stessi”.

Sulla sconfitta [PDF]

In questi giorni di gare olimpiche, di medaglie vinte oppure perse per un centesimo di secondo, di pochi vincitori e di tanti relativi perdenti, è inevitabile che fioriscano i dibattiti sulla vittoria e sulla sconfitta. Sul valore della prima sembra non ci sia discussione: nessuno al mondo si mette a gareggiare senza il desiderio di vincere, di essere il primo di tutti, si tratta di qualcosa di supremamente naturale per gli esseri umani e senza questo desiderio non vi sarebbero gare, giochi, campionati, premi letterari, agoni, certami e ogni altra sorta di competizione. La vittoria è il fine della gara. Altrimenti non si gareggia, semplicemente si pratica. Ma se c’è la gara, è perché si insegue la vittoria; e se si insegue la vittoria, è perché si vuole la gloria che ne scaturisce. E da che mondo è mondo, la gloria è uno dei quattro maggiori desideri che mettono in moto gli esseri umani (gli altri tre sono il piacere, il potere e l’avere, e sono tra loro in relazione gerarchica a seconda del singolo soggetto). Il che non vale certo solo per lo sport, vale anche per la ricerca scientifica, la politica, la cultura, persino la religione. Ha scritto Pascal: “La vanità è a tal punto radicata nel cuore dell’uomo che un soldato, un attendente, un cuciniere, un vessillifero si vantano e vogliono degli ammiratori. E anche i filosofi li vogliono, e quelli che scrivono contro tutto ciò vogliono la gloria di aver scritto bene, e quelli che leggono vogliono la gloria di averli letti, e anch’io che sto scrivendo ho forse questo desiderio, e forse quelli che lo leggeranno…”. Insomma aspiriamo tutti, ognuno alla propria maniera a seconda dei mezzi che ha, alla medaglia d’oro…

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