Hegel teologo e l’imperdonabile assenza del «Principe di questo mondo».

(Piemme, 1996)

Hegel teologoHanno detto

  • Elmar Salmann (monaco benedettino, professore di filosofia al Sant’Anselmo di Roma e all’Università di Monaco di Baviera)
    Un’interpretazione originalissima, uno Hegel inedito, non soltanto ripensato, ma che – meraviglia! – viene raccontato e per questo diviene finalmente leggibile. Il pensiero si spinge fino ai propri vertici più alti e sottili, dove l’idealismo e una teologia dei misteri cristiani si toccano, e dovranno far fronte al loro punto di rottura, segno della nostra libertà infranta: l’impatto storico e metafisico tra il peccato, le forze nemiche e la presenza redentrice divina”.
  • Piero Coda (professore di teologia trinitaria all’Università Lateranense di Roma, preside dell’Istituto Universitario Sophia e presidente dell’Associazione Teologica Italiana)
    Un lavoro avvincente, che fuoriesce dagli schemi preconfezionati, nuovo e originale per quanto riguarda il significato complessivo del pensiero hegeliano, un metodo personalissimo, una lettura a cavalcata che riesce a far risuonare le corde più intime e più sensibili anche per l’oggi, in un linguaggio vivo, attuale, non di rado fascinoso”.
  • Virgilio Melchiorre (professore di filosofia teoretica presso l’Università Cattolica di Milano)
    Una ricerca tanto rigorosa quanto partecipe della verità teologica di Hegel. Vi si coglie la giusta distanza dall’impresa idealistica che, per tutto salvarne, dissolve nell’unità del divino la realtà del negativo e la stessa singolarità del Cristo salvatore. E tuttavia ciò non impedisce a Mancuso di rilevare come la cristologia e la teologia trinitaria di Hegel offrano elementi decisivi per ritrovarne il valore salvifico nella benedizione assoluta del Golgota. La rivisitazione della teologia hegeliana fatta da Mancuso costituisce in tal senso un apporto di grande rilievo”.