Maestri dello Spirito

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IL CAMMINO DELL’ESSERE UMANO VERSO UNA VITA AUTENTICA
 
Le grandi voci della spiritualità contemporanea, in una collana a cura di Vito Mancuso per il Corriere Della Sera. Una raccolta di testi delle grandi figure profetiche del nostro tempo selezionati da Vito Mancuso, teologo e saggista tra i più apprezzati. Dai riferimenti della religione cristiana come Carlo Maria Martini, Davide Maria Turoldo, Madre Teresa di Calcutta, fino alle voci più originali come Ernesto Balducci, Etty Hillesum, Albert Schweitzer: un invito a riscoprire l’essere umano nella sua dimensione più autentica, attraverso una spiritualità fondata sui valori etici di verità, bene, giustizia. Ogni volume si apre con una introduzione del curatore che guida alla lettura e comprensione dei testi.
 

«Se viene meno la libertà e la sua consapevolezza, sfiorisce il senso stesso dell’esperienza spirituale e rimane solo una religione impoverita». Vito Mancuso

Primo Volume in edicola dal 30 novembre 2021

Carlo Maria Martini – Georg Sporschill
Conversazioni notturne a Gerusalemme
Sul rischio della fede

01 Conversazioni notturne a Gerusalemme
Il testamento spirituale di una delle più grandi voci profetiche del nostro tempo: Carlo Maria Martini, nel dialogo notturno con il gesuita Georg Sporschill, affronta i temi fondamentali della fede, del Male, della presenza della Chiesa nel mondo moderno. Animati da un’incessante ricerca di senso e dalla profonda fiducia nella libertà di pensiero, i due religiosi guidano la loro riflessione sulle tracce di un’autentica e piena esperienza spirituale.

CARLO MARIA MARTINI  (1927-2012) Gesuita, biblista di fama internazionale, è stato arcivescovo della Diocesi di Milano dal 1980 al 2002, cardinale dal 1983 e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee dal 1986 al 1993. Negli ultimi anni di vita, si è ritirato a Gerusalemme per proseguire la preghiera e gli studi biblici.

GEORG SPORSCHILL Gesuita, laureato in psicologia e pedagogia, è impegnato attivamente in campo sociale. È fondatore di associazioni di sostegno agli ultimi: Concordia, per i bambini di strada e minori abbandonati in Europa orientale, e Elijah, per le popolazioni rom in Romania.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Ciò che più manca al nostro tempo è proprio ”lo spirito di preghiera”, il saper fare silenzio, il mettersi in ascolto, il lodare gratuitamente per entrare in relazione con il mistero profondo della vita». Vito Mancuso

Secondo Volume

Davide Maria Turoldo
Pregare

02 Pregare

L’invito, sensibile ed energico, di un gigante della spiritualità contemporanea a riscoprire la propria ricchezza interiore; un richiamo alla pienezza spirituale capace di accogliere la verità della realtà umana. Turoldo, con il suo entusiasmo contagioso e al di là di ogni specifico credo, non ci lascia fredde formule ma “preghiere” fatte di parole vive, interpreti dell’ineffabile che abita in noi.

DAVID MARIA TUROLDO (1916-1992) Sacerdote, teologo e poeta, dopo l’ordinazione nel 1940, fu assegnato al convento di Santa Maria dei Servi in San Carlo al Corso, a Milano, e durante l’occupazione nazista della città collaborò con la resistenza antifascista. Assieme al confratello Camillo de Piaz diede vita al centro culturale Corsia dei Servi. Ispiratore di un profondo cambiamento religioso e civile, è stato spesso osteggiato dalle autorità ecclesiastiche per le sue idee troppo liberali. Nel 1964 si stabilì a Sant’Egidio in Fontanella (BG) dove aprì la Casa di Emmaus per l’ospitalità e l’accoglienza. È stato autore di numerosi saggi, opere di prosa, di teatro e soprattutto di poesia.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Küng rappresenta la teologia come dedizione alla verità e alla sua ricerca: non la verità come dogma, ma come energia che unisce». Vito Mancuso

Maestri dello Spirito – Terzo Volume

HANS KÜNG
Ciò che credo

03 Ciò che credo

“Non ho mai detto, scritto, annunciato nulla di diverso da quello che credo”: queste parole di Hans Küng gettano luce sulla sua onestà intellettuale e la sua profondità spirituale. Lontano tanto dall’assolutismo dottrinale quanto dal nichilismo filosofico, il più critico dei teologi cattolici racconta il suo instancabile impegno per una teologia e una spiritualità che, di fronte alle questioni fondamentali dell’oggi, aspiri alla piena realizzazione dell’uomo e si liberi dai vincoli del dogma.

HANS KÜNG (1928-2021) Teologo e sacerdote cattolico, è stato studioso di storia delle religioni e docente di Teologia all’Università di Tubinga. Ha partecipato al Concilio Vaticano II come “esperto” in materia teologica. Per le sue posizioni critiche verso la Chiesa (ha negato per esempio l’autorità papale), che ne hanno fatto uno dei teologi più controversi del pensiero cattolico contemporaneo, nel 1979 è stato costretto dal Vaticano a sospendere ufficialmente l’insegnamento della teologia cattolica. Ha sostenuto attivamente l’ecumenismo e la cooperazione tra le religioni.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


La sua ponderosa opera teologica presenta quattro caratteristiche salienti: 1) penetrazione teoretica: oltre che teologo, egli è stato anche filosofo, come già Agostino, Tommaso d’Aquino, Cusano, e nel Novecento Paul Tillich e Raimon Panikkar; il saggio più alto al riguardo è il monumentale studio del 1970 sul pensiero teologico di Hegel intitolato Incarnazione di Dio; 2) visione sistematica: nelle sue opere principali rivive il genere delle summae medievali, con quella organizzazione della materia didatticamente chiara e gerarchicamente configurata, particolarmente preziosa oggi, quando abbondano le analisi ma scarseggiano le visioni d’insieme; 3) forma espositiva: Küng è stato un saggista di successo a livello mondiale grazie al suo stile mai ermetico ma sempre attento al lettore, perfettamente corrispondente alla sua innata gentilezza e amabilità; 4) onestà intellettuale: Karl Barth un giorno gli scrisse «Mi piace considerarla in tutto il suo modo di agire un israelita in quo dolus non est», chiaro riferimento alle parole di Gesù su Natanaele definito «un israelita in cui non c’è falsità».
Le quattro caratteristiche richiamate (teoresi, sistematicità, chiarezza, onestà) hanno permesso a Küng di affrontare con successo non solo i temi tradizionali del lavoro teologico ma anche ambiti di frontiera quali l’etica mondiale, l’economia, le altre religioni, la scienza, la poesia e la letteratura, la musica. La vastità degli studi e la scrittura limpida hanno fatto di lui non solo un eminente teologo, ma anche uno degli intellettuali più ascoltati a livello mondiale; unico caso, a quanto mi risulta, tra i teologi del Novecento.
La Chiesa si era accorta presto delle doti straordinarie di Hans Küng: dopo gli studi a Roma e a Parigi l’aveva nominato a soli 32 anni professore e ordinario presso la facoltà di Teologia cattolica di Tubinga, il centro più importante della teologia tedesca e quindi, a quel tempo, del mondo. Era il 1960 e due anni dopo si apriva il Vaticano II, dove Küng venne chiamato come consulente teologico, il più giovane partecipante all’assise conciliare. Che cosa portò allora Giovanni Paolo II il 18 dicembre 1979 a revocargli la qualifica di teologo cattolico? La risposta suona paradossale: la volontà di Küng di essere veramente cattolico. L’aggettivo greco katholikós significa «universale» e a questo Küng mirò da sempre: a unire il più possibile gli esseri umani. Egli non volle più essere cattolico-romano, bensì più genuinamente cattolico-universale, cioè uomo tra gli uomini, a servizio del bene del mondo.
Ma cosa vide di problematico in questo immenso lavoro il Magistero cattolico? La risposta è semplice: la libertà. La libertà con cui Küng procedeva era avvertita come una minaccia alla stabilità dell’istituzione. La questione si fece rovente con il libro Infallibile? Una domanda (1970) in cui Küng criticava senza mezzi termini il dogma dell’infallibilità pontificia. Si aggiunsero altri motivi di dissenso, tra cui la funzione della gerarchia ecclesiastica, i criteri delle nomine episcopali, il ruolo della donna, la sessualità, l’eutanasia, il celibato sacerdotale, la libertà della ricerca teologica, fino a quando Giovanni Paolo II prese il provvedimento già richiamato sopra.

Il nuovo volume. Vita, fede e battaglie dell’innovatore svizzero.
Esce martedì 14 dicembre 2021 in edicola con il «Corriere della Sera» e con la rivista «Oggi» il libro di Hans Küng Ciò che credo, al prezzo di e 7,90 più il prezzo del quotidiano o del settimanale. Si tratta della terza uscita della collana «Maestri dello Spirito», curata dal teologo Vito Mancuso, che offre una rassegna di autori appartenenti a diverse tradizioni, ma uniti dal primato attribuito ai valori fondamentali della coscienza umana. Di grande rilievo è senza dubbio a tal proposito la figura di Küng, nato nel 1928 a Sursee, nel cantone svizzero di Lucerna. Ordinato sacerdote a Roma nel 1954, divenne nel 1960, a soli 32 anni, titolare di una cattedra presso la facoltà di Teologia cattolica all’Università di Tubinga in Germania, dove fondò l’Istituto per la ricerca ecumenica. Tra il 1962 e il 1965 Küng partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II, durante i quali si distinse per le sue posizioni innovative. Del 1970 è il suo libro Infallibile? Un domanda, edito in Italia da Anteo, che lo mise in cattiva luce presso la gerarchia ecclesiastica perché criticava il dogma dell’infallibilità pontificia. Nel 1979 venne revocata a Küng l’autorizzazione a insegnare Teologia cattolica, ma l’interessato proseguì il suo lavoro di studio e divulgazione con notevole successo. Küng è scomparso nel corso del 2021 a Tubinga il 6 aprile.


«L’ascolto è l’unico atteggiamento che l’essere umano è legittimato ad assumere al cospetto dell’affermazione che attraversa tutta la Scrittura, cioè “Dio parla”».Vito Mancuso

Maestri dello Spirito – Quarto Volume

ENZO BIANCHI
Perché pregare, come pregare

04 Perchè pregare, come pregare

Di fronte alla stanchezza e all’ambiguità spirituale del mondo contemporaneo, le parole di Enzo Bianchi invitano a riprendere il cammino della preghiera, via privilegiata per un’esperienza autentica e penetrante della conoscenza di Dio. Preghiera come dono, cioè risposta all’iniziativa dello Spirito, ma anche come “arte” da apprendere ed esercitare non per riprodurre vuoti formulari o liturgie, ma per plasmare la propria quotidianità sulla Parola del Maestro.

ENZO BIANCHI Monaco e scrittore, ha fondato la Comunità monastica di Bose (in provincia di Biella), di cui è stato priore fino al gennaio 2017. Tra le principali figure contemporanee del dialogo ecumenico, nel 2014 è stato nominato da papa Francesco Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Nel 2021 ha lasciato la comunità di Bose per ritirarsi a Torino. È autore di numerosi scritti sulla spiritualità cristiana e sul rapporto della Chiesa con il mondo contemporaneo. Nel 1983 ha fondato la casa editrice Edizioni Qiqajon che pubblica testi di spiritualità biblica, patristica, liturgica e monastica.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«La natura libera l’uomo dall’inautenticità di un’esistenza solo spirituale e lo rende più puro e felice.
Dio lo si incontra nel mondo, tra gli esseri umani». Vito Mancuso

Quinto Volume

DIETRICH BONHOEFFER
Resistenza e resa
Lettere e scritti dal carcere

05 Resistenza e resa

Questa raccolta di lettere e altri testi, scritti in carcere da Bonhoeffer dal 1943 al 1945, rappresenta uno dei vertici della teologia e della spiritualità contemporanea. Dai documenti emerge una nuova idea di fede e di cristianesimo, ricavata attraverso l’impegno sul campo e il confronto con la realtà oppressiva del regime nazista. “Non intendo la fede che fugge dal mondo, ma quella che resiste nel mondo”: Bonhoeffer non conosce altro modo di vivere se non coniugando la fede nel Dio di Gesù Cristo con una piena fedeltà alla natura, alla terra e alla vita.

DIETRICH BONHOEFFER (1906-1945) Pastore evangelico e teologo tedesco, nel 1930 ottenne l’abilitazione all’insegnamento della teologia e fu alla guida del seminario per giovani pastori di Finkenwalde. Si oppose fin dall’inizio al neonato regime nazista e prese le distanze dalla Chiesa evangelica ufficiale aderendo alla Chiesa confessante. In seguito alla chiusura del seminario imposta dai nazisti e alla crescente politica liberticida del regime, nel 1939 si trasferì in America, ma fece ritorno a Berlino allo scoppio della guerra per essere vicino al destino del suo popolo. Entrato a far parte della resistenza tedesca, fu arrestato nel 1943 e, con l’accusa di cospirazione contro Hitler, fu giustiziato nel campo di concentramento di Flossenbürg per ordine del Führer in persona.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«In Madre Teresa l’usuale frattura tra azione e contemplazione era completamente inesistente».Vito Mancuso

Sesto Volume

MADRE TERESA
Un cuore infinito

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Rapita dall’amore di Dio e bruciata dalla sua fiamma, la tenace suora albanese, che ha lasciato una traccia indelebile nell’umanità per le sue instancabili opere di carità, ci appare anche come un’eccezionale maestra di spiritualità. È infatti con la preghiera e la contemplazione del mistero divino che Madre Teresa ha potuto alimentare il suo straordinario apostolato tra i poveri. I vividi frammenti pubblicati in questo volume trasmettono la potenza della sua luce interiore e la sua incrollabile fede nel “Dio delle piccole cose”.

MADRE TERESA (1910-1997) Al secolo Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, è Santa Teresa di Calcutta per la Chiesa cattolica. Come aspirante nelle Suore di Loreto, nel 1929 venne inviata in India a Darjeeling, alle pendici dell’Himalaya. Nel 1937 prese i voti perpetui e divenne Madre Teresa. Dopo essere venuta in contatto con forme di povertà estrema a Calcutta, nel 1948 chiese e ottenne l’autorizzazione del Vaticano per lasciare l’insegnamento al Saint Mary High School e andare a vivere nella periferia della metropoli, dove raccolse attorno a sé un gruppo di volontari per l’assistenza agli ultimi, tra cui i paria e i lebbrosi. Con questa missione, fondò nel 1950 la congregazione delle Missionarie della Carità, che si diffuse con case di accoglienza e cura anche negli altri continenti. Nel 1979 le venne assegnato il Premio Nobel per la pace. È stata proclamata santa da papa Francesco nel 2016.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Se si dovesse dare vita a un libro sacro del nostro tempo, una specie di nuova Bibbia dell’umanità, molte pagine di questo volume ne farebbero parte».Vito Mancuso

Settimo Volume

GANDHI
Il mio credo, il mio pensiero

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Le parole di Gandhi, profeta della non-violenza e maestro della fede, raggiungono con la loro intensa purezza le vette della spiritualità. Al centro del suo pensiero stanno la necessità della convivenza pacifica, il senso del sacro che pervade ogni aspetto dell’esistenza, la tolleranza verso ogni forma di vita, la strenua lotta in difesa dei diritti di tutti gli uomini. Ispirati dalla sua “voce interiore”, questi scritti del Mahatma si presentano come un riferimento saldo e sicuro per il mondo contemporaneo alla ricerca inquieta di un approdo spirituale.

GANDHI (1869-1948) Mohandas Karamchand Gandhi, detto Mahatma, “Grande Anima”, si laureò in Giurisprudenza a Londra per poi trasferirsi in Sudafrica, dove esercitò la professione di avvocato. Qui, di fronte alle discriminazioni razziali verso gli indiani, elaborò una forma di lotta basata sulla non-violenza (satyagraha, “fermezza nella verità”). Tornato in India nel 1915, diventò leader del Partito del Congresso, guidando la protesta contro il governo britannico, sempre secondo lo stile non-violento di disobbedienza civile. Più volte arrestato e rilasciato dalle autorità britanniche, nel 1930 organizzò la “marcia del sale”, una protesta pacifica per chiedere l’abolizione della tassa sul sale, considerata ingiusta. Il buon esito di questa e di altre iniziative portò al successo del movimento di liberazione: sotto la sua guida, nel 1947 l’India proclamò l’indipendenza dal Regno Unito. Nel clima di tensione creato dalle divergenze tra indù e musulmani, il 30 gennaio 1948 Gandhi venne assassinato da un fanatico indù.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Lei sentiva che la sua missione consisteva nella testimonianza di un amore universale quale condizione indispensabile per avere a che fare con Dio». Vito Mancuso

Ottavo Volume

SIMONE WEIL
L’attesa della verità

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La lettura di queste pagine di Simone Weil ha un sapore quanto mai attuale. Nate nel pieno del disagio sociale e politico del secolo scorso, le sue parole risuonano anche oggi con una forza intatta per richiamare l’uomo contemporaneo a ritrovare sé stesso. Un cammino laico che non richiede il rispetto di abitudini liturgiche o dogmi religiosi, ma reclama una disposizione di spietata libertà interiore. Coraggiosa, eccessiva, provocatoria, inquieta: la personalità della Weil, che ha conosciuto le profondità dell’animo umano, è capace ancora oggi di parlarci di ciò che, solo, ha valore.

SIMONE WEIL (1909-1943) Filosofa, mistica e scrittrice di origini ebraiche, dopo la laurea in filosofia insegnò nei licei della provincia parigina, avvicinandosi ai movimenti dell’estrema sinistra e al sindacalismo rivoluzionario. Schierata a favore degli operai e animata da un profondo desiderio di rinnovamento sociale, nel 1934 decise di prestare servizio in alcune fabbriche metallurgiche. Nel 1936 si arruolò nelle file delle brigate rivoluzionarie nella guerra civile spagnola. Dopo la tragica e sconfortante esperienza bellica, si aprì per lei un periodo di intensa ricerca spirituale: si avvicinò al cristianesimo e trasse ispirazione dalla lettura della Bhagavadgītā. Durante il secondo conflitto mondiale, emigrò a New York e Londra, supportando gli ambienti della Resistenza francese. Provata nel fisico, morì di tubercolosi nel sanatorio di Ashford, in Inghilterra.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«La bellezza della natura e del mondo e della vita è, a mio avviso, il messaggio più efficace, più evidente, più pervasivo, più persuasivo». Vito Mancuso
Nono Volume

VITO MANCUSO
La via della bellezza

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In questo appassionante itinerario nel mistero della bellezza, Vito Mancuso ci conduce attraverso le sue manifestazioni esteriori e interiori verso la verità più profonda dell’uomo. Scopriamo così un’idea di bellezza fatta di armonia, eleganza e grazia che non si palesa solamente nel mondo sensibile ma si irradia anche nella dimensione interiore dello spirito. Custodire la bellezza è per l’uomo la via di una salvezza capace di dare alla vita pienezza di senso e valore. E questo testo è un invito a scorgerla, contemplarla, trasmetterla.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine. È autore di numerosi saggi che hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico su argomenti quali il dolore, la natura di Dio, l’anima, la vita eterna, il pensiero, la libertà, le virtù cardinali, la paura. In Germania è uscita una monografia su di lui: Essentials of Catholic Radicalism. An Introduction to the Lay Theology of Vito Mancuso, Frankfurt am Main 2011. Il suo pensiero può essere complessivamente definito come filosofia della relazione.


«Il servizio integrale al pianeta e agli esseri umani è il cuore dell’insegnamento di padre Balducci e il compito più urgente dell’autentica ricerca spirituale ».
Vito Mancuso

Decimo Volume

ERNESTO BALDUCCI
L’uomo planetario

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Nel testamento spirituale di una delle figure più significative della Chiesa italiana del secondo Novecento, si manifesta il frutto di un’approfondita riflessione, laica e non-violenta, sui grandi quesiti etici relativi all’uomo e alla Terra. Come risposta alle quanto mai attuali fragilità del mondo vivente, padre Balducci propone la dimensione “planetaria”, l’unica capace a suo avviso di generare un nuovo modello di uomo che vada oltre le fratture identitarie e sia in grado di reggere le sfide del nuovo millennio in nome dell’adesione a una Verità più grande che sovrasta le singole appartenenze.

ERNESTO BALDUCCI (1922-1992) Religioso, scrittore e intellettuale, fu uno dei protagonisti della cultura cattolica in Italia nel periodo del Concilio Vaticano II (1962-65). Nato in un piccolo paese toscano sul monte Amiata, luogo fondamentale per la sua formazione umana e religiosa, venne ordinato sacerdote nel 1944 nell’ordine degli Scolopi ed ebbe modo di collaborare a Firenze con Giorgio La Pira, che lo introdusse alle tematiche sociali e politiche. Si impegnò nella formazione dei giovani e nel 1958 fondò la rivista «Testimonianze» per una fede fondata sul valore dell’esperienza concreta. Osteggiato dalle autorità ecclesiastiche per le sue posizioni, subì anche un processo per aver difeso l’obiezione di coscienza. Deluso dal mancato rinnovamento del mondo ecclesiale cattolico, dalla metà degli anni ’70 promosse numerose iniziative culturali a sostegno della pace e dell’ecologia.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Il silenzio non corrisponde al mutismo esteriore; è piuttosto definibile come quiete interiore, che dipende dalla capacità di controllare i pensieri». Vito Mancuso

Undicesimo Volume

Thich Nhat Hanh
Il dono del silenzio

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Le parole dei saggi hanno il potere di risvegliare in noi la voce interiore della Verità che spesso è soffocata dal flusso confuso e ininterrotto delle emozioni e dei pensieri. È proprio questo l’effetto degli insegnamenti che Thich Nhat Hanh dispensa in questo volume: il suo richiamo al silenzio esteriore e interiore attraverso il digiuno dal rumore è la strada maestra per giungere a quell’isola del sé fatta di piena consapevolezza e profonda attenzione. Una condizione spirituale che l’uomo di ogni tempo e luogo può trasformare in atto compassionevole per gli altri.

THICH NHAT HANH Monaco buddhista vietnamita, poeta e attivista per la pace, prese i voti nel 1942 secondo la tradizione del buddhismo zen vietnamita. Profondo innovatore della tradizione buddhista, ne calò gli insegnamenti nella vita quotidiana, a partire dal sostegno concreto dato alle popolazioni rurali del Vietnam devastato dalla guerra. Negli anni Sessanta studiò all’Università di Princeton, negli Stati Uniti, dove conobbe Martin Luther King, che nel 1967 propose la sua candidatura − non accettata − al Nobel per la Pace. Esiliato dal suo Paese a causa del suo attivismo pacifista, si stabilì in Francia. Qui, nella regione della Dordogna, fondò nel 1982 la comunità monastica buddhista di Plum Village. I suoi insegnamenti, ispirati alla riconciliazione e alla non-violenza, animano anche altri monasteri, da lui fondati in tutto il mondo, e numerosi Centri di pratica. Ha fondato due Istituti di Buddhismo Applicato, quello europeo in Germania (EIAB) e quello asiatico a Hong Kong (AIAB).

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Etty è stata un balsamo per le ferite fisiche e psichiche di chiunque incontrava. Con i suoi scritti continua a esserlo ancora oggi per questa umanità sfiduciata» Vito Mancuso

Dodicesimo Volume

Etty Hillesum
Pagine mistiche

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Ciò che colpisce nella biografia e nelle pagine di Etty Hillesum è la sua straordinaria capacità di attraversare con consapevole intensità le contraddizioni della vita e conciliarle in una fede e una dedizione agli altri incrollabili. Il suo amore totale per l’esistenza, in tutti i suoi aspetti più semplici e quotidiani, come in quelli più misteriosamente tragici e dolorosi, è la cifra di una spiritualità ricca e feconda, che dalle pagine scelte del Diario e delle Lettere illumina ancora oggi il nostro disorientato presente.

ETTY HILLESUM (1914-1943) Olandese di origini ebraiche, si laureò nel 1939 in Giurisprudenza all’Università di Amsterdam, iscrivendosi poi alla facoltà di Lingue Slave. Nel marzo del 1941 conobbe Julius Spier, un incontro che generò in lei una profonda trasformazione esistenziale e la spinse a scrivere un diario, resoconto degli ultimi due anni della sua vita. Costretta a interrompere gli studi a causa della guerra, trovò impiego come dattilografa presso una sezione del Consiglio Ebraico, ma chiese poi di essere mandata nel luglio del 1942 nel campo di smistamento di Westerbork come assistente sociale dei deportati, condividendo così la sorte del suo popolo. Nel settembre 1943, con i genitori e il fratello Mischa, fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz, dove morì il 30 novembre dello stesso anno.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«La pratica spirituale è la colonna sonora dell’esistenza di papa Giovanni XXIII». Vito Mancuso

Tredicesimo Volume

Giovanni XXIII
Il Giornale dell’Anima

Cammino di santità

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Le pagine di questo diario rappresentano una delle testimonianze più vivide della spiritualità contemporanea. Dalla loro lettura emerge la ricchezza dell’esperienza interiore del “papa buono” nella sua piena fedeltà al Vangelo e nell’aspirazione alla santità. Nella selezione tematica di questa raccolta ritroviamo i cardini del cammino terreno del pontefice: la lettura dell’Imitazione di Cristo, l’ispirazione dei santi, il modello dei maestri spirituali, l’esercizio quotidiano delle virtù. Tutto orientato alla cura della coscienza e inondato da una straordinaria umanità e una profonda armonia interiore.

GIOVANNI XXIII (1881-1963) Angelo Giuseppe Roncalli, nato a Sotto il Monte da una famiglia di contadini, entrò nel Seminario di Bergamo a undici anni. Proseguì poi gli studi nel Seminario Romano dell’Apollinare, laureandosi in Sacra Teologia nel 1904. L’anno seguente fu nominato segretario personale del vescovo di Bergamo, Giacomo Radini-Tedesch. Dopo la Grande Guerra fu impegnato in diverse missioni diplomatiche: Visitatore Apostolico in Bulgaria, Delegato Apostolico in Turchia e Grecia, Nunzio Apostolico a Parigi, operando a favore degli ebrei perseguitati dai nazisti. Nominato cardinale e patriarca di Venezia nel 1953, il 28 ottobre 1958 venne eletto papa con il nome di Giovanni XXIII. Il suo pontificato introdusse molte novità, la maggiore delle quali fu la convocazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, che inaugurò nel 1962 e di cui però non poté vedere la conclusione a causa di una malattia che lo portò alla morte il 3 giugno 1963.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«L’oggetto supremo del pensiero e della spiritualità di Albert Schweitzer è stata la vita, nella sua nudità e nella sua universalità». Vito Mancuso

Quattordicesimo  Volume

Albert Schweitzer
Rispetto per la vita

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Questi scritti di Schweitzer, nati nel contesto della minaccia nucleare ed ecologica del secolo scorso, risultano oggi quanto mai profetici. La sua riflessione sull’etica trova nel «rispetto per la vita» la via più completa e pienamente umana per affermare la difesa dell’esistenza – compresa quella animale – la libertà di pensiero e la pace. Prende così forma una proposta filosofica e spirituale che vuole riconciliare l’aspirazione dell’uomo al bene e le leggi etiche che governano la sua esistenza.

ALBERT SCHWEITZER (1875-1965) Di confessione luterana, dopo aver terminato la sua formazione in filosofia (1899) e teologia (libera docenza nel 1902), frequentò la facoltà di Medicina a Parigi specializzandosi in malattie tropicali. Partì poi come missionario per l’Africa equatoriale, fondando un villaggio-ospedale a Lambaréné, nel Gabon occidentale, e dedicandosi alle esigenze, non solo sanitarie, della popolazione locale. Si schierò apertamente contro gli esperimenti atomici e il pericolo di una guerra nucleare. Per il suo impegno umanitario e il profondo rispetto verso ogni forma di vita, venne insignito nel 1952 del Nobel per la Pace, con i proventi del quale fece costruire il “Village de la lumière” per i lebbrosi. Grande appassionato di J.S. Bach, fu anche un apprezzato musicologo e un organista di talento.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Con la sua spiritualità basata sull’allegria e la fiducia Maggi riscopre la più autentica spiritualità evangelica, facendo davvero del cristianesimo una “buona notizia”».Vito Mancuso

Quindicesimo Volume

Alberto Maggi
Chi non muore si rivede

Il mio viaggio di fede e allegria tra il dolore e la vita

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Frutto dell’esperienza personale dell’autore, che racconta la sua permanenza in un reparto di ospedale dopo il ricovero d’urgenza, questo libro è il diario spirituale di quei giorni difficili e intensi. Con l’animo leggero e penetrante che lo contraddistingue, Alberto Maggi rivela in queste pagine il suo straordinario attaccamento alla vita e la sua fede allegra e contagiosa. Ogni suo gesto e riflessione illumina gli inevitabili momenti di debolezza e di sconforto riscoprendo in essi la forza interiore per ricominciare nell’affidamento allo Spirito.


ALBERTO MAGGI Teologo e biblista, è frate dell’Ordine dei Servi di Maria. Ha ricevuto il baccalaureato nella Pontificia Facoltà Teologica Marianum e la licenza in Teologia nella Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ha studiato inoltre all’École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Nel 1995 ha fondato e dirige il Centro studi biblici “G. Vannucci” a Montefano (Macerata), che si occupa dello studio e della divulgazione delle Sacre Scritture attraverso incontri, conferenze, pubblicazioni e trasmissioni. Collabora con numerose riviste, tra cui «Rocca». Grande sostenitore delle riforme del Concilio Vaticano II, ha proposto alcune interpretazioni delle Sacre Scritture talvolta distanti da quelle tradizionali. Ha pubblicato numerosi volumi su temi religiosi e di taglio autobiografico.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«L’identità più vera di ognuno di noi si rivela nella capacità di tessere relazioni d’amore e quindi nella fraternità».Vito Mancuso

Sedicesimo Volume

Arturo Paoli
Cent’anni di fraternità

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Le riflessioni di Arturo Paoli qui raccolte sono il testamento spirituale di un instancabile animatore pastorale e grande uomo di fede. La prima parte del volume risale agli anni del riscatto della Chiesa dell’America Latina riguardo i temi scottanti della povertà e dell’ingiustizia sociale: è il periodo dell’adesione di Paoli alla Teologia della liberazione e alla speranza in una realizzazione della giustizia e della pace nella storia. La seconda parte coincide con il compimento del centesimo anno di un uomo che, alla luce della fede e dell’esperienza, annota i suoi pensieri sulla vita interiore, le relazioni, il presente.


ARTURO PAOLI (1912-2015) Teologo e sacerdote, durante la guerra contribuì a ospitare clandestinamente i perseguitati politici e gli scampati ai rastrellamenti nazifascisti, salvando centinaia di cittadini ebrei (per questo ha ricevuto la Medaglia d’oro al merito civile nel 2006 ed è stato annoverato tra i «Giusti tra le Nazioni»). Entrato a far parte della congregazione dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld, trascorse l’anno di noviziato nel deserto algerino. Inviso alle gerarchie vaticane, svolse la sua missione soprattutto in America Latina dove aderì alla Teologia della liberazione e fu controllato dai militari golpisti che lo consideravano un soggetto pericoloso: fu un attivo fautore di progetti sociali e di promozione umana in Argentina, Venezuela e Brasile (qui nel 1987 fondò l’Associazione Fraternità e alleanza per combattere la povertà e la prostituzione minorile nelle favelas). Negli ultimi anni della sua vita fece ritorno in Italia, nella chiesa di San Martino in Vignale, vicino a Lucca.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Il vero nucleo della spiritualità consiste nel tentativo di realizzare l’armonia di fronte alle brutture del mondo».Vito Mancuso

Diciasettesimo Volume

Pavel Aleksandrovič Florenskij
Non dimenticatemi

Lettere dal gulag del grande matematico, filosofo e sacerdote russo

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Le lettere dal gulag di Pavel Florenskij, una delle personalità più significative e sorprendenti della cultura e della spiritualità russa del XX secolo, rappresentano un documento di eccezionale rilevanza esistenziale e teorica. Rinchiuso per anni in uno dei campi più terribili della repressione staliniana, il sacerdote scrisse ai familiari queste pagine che, pur vagliate dalla censura del regime, fanno trapelare il lascito intellettuale e spirituale di uno dei più autentici e radicali testimoni del nostro tempo.


PAVEL A. FLORENSKIJ (1882-1937) Sacerdote ortodosso, teologo, filosofo e matematico, nel 1904 si laureò all’Università di Mosca in Matematica e Fisica. Si iscrisse poi all’Accademia Teologica di Mosca, dove ebbe modo di approfondire le scienze bibliche, patristiche e ascetiche. Il suo crescente interesse per la cultura religiosa lo portò a compiere la scelta ecclesiale: nel 1910 ottenne la licenza teologica e pochi mesi dopo fu consacrato presbitero ortodosso, adoperandosi nella ricerca di un legame tra filosofia e teologia attraverso la tradizione spirituale ortodossa e il pensiero scientifico contemporaneo. Dopo la rivoluzione bolscevica del 1917, scelse di non espatriare e subì la repressione del regime sovietico. Arrestato una prima volta nel 1928, venne incluso tra i soggetti socialmente pericolosi e nel 1933 fu nuovamente incarcerato e condannato a dieci anni di lavori forzati, prima a Skovorodino, nell’Estremo Oriente Russo, poi nelle isole Solovki. Nel 1937 venne fucilato nei pressi di Leningrado e seppellito in una fossa comune.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Nel segno dell’unità, la spiritualità di Chiara Lubich ha inteso e intende convertire il cristianesimo agli esseri umani».Vito Mancuso

Diciottesimo Volume

Chiara Lubich
La dottrina spirituale

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Animata dalla travolgente esperienza del Vangelo, Chiara Lubich ha incarnato, nei tempi turbolenti della seconda metà del Novecento fino all’inizio del nuovo millennio, il “carisma dell’unità”. La sua aspirazione alla fraternità universale, radicata nella fede in Dio e rivolta ai fratelli, si rivela in questa esposizione organica del suo magistero spirituale. Lettere private, lezioni accademiche, manifesti programmatici, discorsi pubblici e colloqui personali: in ogni parola di una delle più significative personalità della spiritualità contemporanea prende forma l’aspirazione a una “cultura della reciprocità”.


CHIARA LUBICH (1920-2008) Maestra di scuola elementare, nel 1943 entrò nel Terz’ordine francescano, cambiando il proprio nome da Silvia in Chiara e ricevendo la consacrazione laicale. Durante la guerra diede vita al primo focolare (comunità di consacrati) e, con alcune compagne, decise di dedicarsi alle necessità della popolazione nella nativa Trento. Nel 1948 conobbe a Roma l’onorevole Igino Giordani, esponente di rilievo del Partito popolare italiano, che aderì al Movimento dei Focolari ricoprendo ruoli importanti al suo interno. In breve tempo l’opera di Chiara si diffuse in molte città d’Italia nel segno dell’unità e della fraternità universa- le, promuovendo negli anni iniziative rivolte ai consacrati, alle famiglie, alle parrocchie, ai non credenti. Il Movimento si andò poi internazionalizzando, diffondendosi in tutto il mondo con la sua impronta laica ed ecumenica. Chiara Lubich ha ricevuto molti riconoscimenti ufficiali (tra cui il premio Educazione alla pace dell’Unesco nel 1996 e il premio Diritti umani del Consiglio d’Europa nel 1998).
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«È dell’anima che bisogna parlare: è questa la parola che Charles de Foucauld consegna agli uomini d’oggi».Vito Mancuso

Diciannovesimo volume

Charles De Foucauld
Nel deserto con amore

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Tra le figure più significative del radicalismo evangelico, Charles de Foucauld seppe modellare la propria esistenza sull’esempio di Gesù con una fede cristallina e senza compromessi. La sua missione, esercitata soprattutto nelle lontane terre del deserto africano, fu animata dall’ardente amore per la Parola di Dio e dal dono di sé per i fratelli più trascurati. I testi qui raccolti aiutano a ricostruire la vicenda umana e spirituale di questo monaco trappista che fece della sua vita un capolavoro di contemplazione, preghiera e servizio agli ultimi.

CHARLES DE FOUCAULD (1858-1916) Nato in una famiglia di tradizione cristiana, nell’adolescenza si allontanò dalla fede e si diede a una vita dissoluta. Militò nell’esercito francese fino al 1882 e successivamente intraprese una pericolosa esplorazione in Marocco (1883-1884). Rientrato in Francia, guidato dall’abate Huvelin, ritrovò la fede in Dio. Durante un pellegrinaggio in Terra Santa scelse di dedicare la sua vita alla sequela e imitazione di Gesù e nel 1890 entrò nell’ordine trappista, prima a Nostra Signora delle Nevi nell’Ardèche, poi ad Akbès in Siria. Nel 1897 si ritirò a vita solitaria presso le Clarisse di Nazareth, dove scrisse la Regola dei Piccoli fratelli. Nel 1901 venne ordinato sacerdote nella diocesi di Viviers, nel Sud della Francia, per poi recarsi nel deserto algerino del Sahara, prima a Beni-Abbès, povero tra i più poveri, poi nell’Hoggar presso i Tuareg. Qui visse in costante preghiera, lavorando e sostenendo la popolazione locale. La sera del 1° dicembre 1916 fu ucciso da una banda di predoni. È stato beatificato nel 2005 e canonizzato nel 2022.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.


«Vannini intende riportare la spiritualità, di cui la mistica è espressione privilegiata, alla sua vera identità, oggi purtroppo assai compromessa».Vito Mancuso

Ventesimo volume

Marco Vannini
Lessico mistico

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Le settanta parole che Marco Vannini ci consegna in questo libro rappresentano altrettante tappe nella conoscenza della mistica e del suo linguaggio. Un viaggio lucido e penetrante che ci conduce nel cuore della dimensione spirituale, in compagnia di grandi personaggi del mondo classico e cristiano, da Platone a Plotino, da Agostino a Eckhart e Giovanni della Croce, fino a figure più vicine come Simone Weil. Nulla a che vedere con l’irrazionale, l’esoterico o il paranormale, piuttosto una risposta al primo e più urgente bisogno dell’uomo: la conoscenza di se stesso.


MARCO VANNINI Compiuti gli studi liceali e universitari a Firenze, si è laureato in Filosofia nel 1969 con una tesi sulla dimensione metafisica e mistica del pensiero di Wittgenstein. Ha insegnato filosofia e storia nei licei di Pistoia e Firenze e successivamente è stato professore di Storia della filosofia antica presso l’Università di Firenze e di Storia della mistica all’Istituto di Scienze religiose di Trento. Dal 1975 al 1977 ha vissuto nel convento agostiniano di Santo Spirito, a Firenze, frequentando lo Studio Teologico Fiorentino, affiliato alla Pontificia Università Gregoriana, e conseguendo nel 1980 il baccalaureato in Teologia. Appassionato viaggiatore per ragioni di studio in Europa e in altri continenti, ha sempre coltivato la ricerca e il confronto con culture e religioni non cristiane. Ha tenuto numerosi seminari e conferenze in università e istituzioni italiane e straniere.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.