Dialogo con Vito Mancuso
intervista di Marco Bevilacqua, Rocca 1 gennaio 2024

Intervista a Vito Mancuso Rocca [PDF]
Silenzio Interiore antidoto culto dell'Io [PDF]
Il 57° Rapporto sulla situazione sociale del Paese diffuso a dicembre dal Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici in atto nel Paese. Quella del 2023 è una fotografia per molti versi impietosa di un’Italia che sembra invecchiata, rassegnata, piegata dalle avversità e da un clima generale stagnante: giusto il tempo di lasciarsi alle spalle il Covid, anche se non completamente debellato, e ora gli italiani sono angosciati dalla crisi della sanità, dai femminicidi, da un potere d’acquisto sempre più inadeguato all’inflazione, dal baratro dei conti pubblici, da una politica incapace di dialogo e di visione. Per non parlare della pena e del senso di impotenza di fronte alle guerre in Ucraina e nella striscia di Gaza, che continuano a mietere migliaia di vittime.
A soffrire di più di questa opaca fase di ripiegamento sono le giovani generazioni, quelle più sensibili anche al degrado dell’ecosistema, altra grande fonte di preoccupazione. Cominciamo da qui il nostro dialogo con Vito Mancuso, teologo e lucido osservatore dei fenomeni sociali del Paese.
Professore, lei recentemente ha scritto su La Stampa che il Censis racconta di giovani che, rinunciando all’idea di poter cambiare il mondo, stanno perdendo la speranza a causa della mancanza di orientamento.
Il bisogno fondamentale dell’essere umano è qualcosa che riguarda la mente, più che il sentimento, che pure è importante ma a un livello meno essenziale. Sto parlando di valori, di punti di riferimento etici. La rassegnazione dei giovani di cui parla il Rapporto è causata dall’assenza dai nostri orizzonti di un’idea forte, della stella luminosa che illumini il cammino. Un’assenza imputabile alla secolarizzazione, alla crisi dei valori religiosi e delle ideologie, malattia di cui soffre tutta la società, ma in particolare la sua parte più ingenua, più fragile, e cioè i giovani. Già nel 1802 Hegel parlava della morte di Dio …
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