Fede, filosofia, mistero

La chiave di Sophia #5

Intervista a Vito Mancuso di Giacomo Mininni

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La Chiave di Sophia #5[PDF]

La Scolastica ha formato generazioni di teologi ad affidarsi in egual modo a ragione e fede nella loro ricerca, ma negli autori contemporanei si rileva la tendenza a privilegiare la prima e ad abbracciare più una “teosofia”. È possibile in un’era post-illuminista mantenere il paradigma scolastico, o è inevitabile che l’aspetto razionale fagociti quello fideistico?

Partirei con una considerazione di tipo storico alla luce di quello che mi chiedete in riferimento alla scolastica e alla sua promozione dell’armonia tra fede e ragione. Ora, certamente c’è un paradigma scolastico che consiste nell’armonia di fede e ragione: è il paradigma tomista, che in Alberto Magno prima e in Tommaso d’Aquino poi trova la propria consacrazione. Un’armonia tra l’altro non del tutto simmetrica, perché in questa prospettiva si considera la filosofia in funzione servile rispetto alla teologia, si pensi alla famosa espressione Philosophia ancilla theologiae. In ogni caso qui ci muoviamo all’interno di un paradigma di concordanza, di armonia, di fiducia reciproca …

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Il Papa a Che tempo che fa

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Intervista a Vito Mancuso di Domenico Agasso per La Stampa lunedì 7 febbraio 2022

Il Papa a Che Tempo che fa [Link]

«Sull’intervista del Papa in tv, in un contesto popolare inedito per un Pontefice, avevo delle perplessità, e invece mi ha letteralmente conquistato». Lo esclama Vito Mancuso, teologo e filosofo cattolico (peraltro considerato da una gran parte della galassia ecclesiale un «eretico»), dopo avere seguito lo storico colloquio di Fabio Fazio in collegamento con il Pontefice a «Che Tempo Che Fa» ieri sera su Rai 3. Dopo le prime domande e risposte Mancuso temeva che «ci si soffermasse “soltanto” sui temi “orizzontali”, seppure e scottanti e decisivi come migranti, guerra, il Mediterraneo visto come un “cimitero”, sfruttamento del pianeta. Poi il dialogo ha assunto anche una toccante e illuminante dimensione “verticale”».

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Il dono del silenzio

«Il silenzio non corrisponde al mutismo esteriore; è piuttosto definibile come quiete interiore, che dipende dalla capacità di controllare i pensieri». Vito Mancuso

Undicesimo Volume

Thich Nhat Hanh
Il dono del silenzio

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Le parole dei saggi hanno il potere di risvegliare in noi la voce interiore della Verità che spesso è soffocata dal flusso confuso e ininterrotto delle emozioni e dei pensieri. È proprio questo l’effetto degli insegnamenti che Thich Nhat Hanh dispensa in questo volume: il suo richiamo al silenzio esteriore e interiore attraverso il digiuno dal rumore è la strada maestra per giungere a quell’isola del sé fatta di piena consapevolezza e profonda attenzione. Una condizione spirituale che l’uomo di ogni tempo e luogo può trasformare in atto compassionevole per gli altri.

THICH NHAT HANH Monaco buddhista vietnamita, poeta e attivista per la pace, prese i voti nel 1942 secondo la tradizione del buddhismo zen vietnamita. Profondo innovatore della tradizione buddhista, ne calò gli insegnamenti nella vita quotidiana, a partire dal sostegno concreto dato alle popolazioni rurali del Vietnam devastato dalla guerra. Negli anni Sessanta studiò all’Università di Princeton, negli Stati Uniti, dove conobbe Martin Luther King, che nel 1967 propose la sua candidatura − non accettata − al Nobel per la Pace. Esiliato dal suo Paese a causa del suo attivismo pacifista, si stabilì in Francia. Qui, nella regione della Dordogna, fondò nel 1982 la comunità monastica buddhista di Plum Village. I suoi insegnamenti, ispirati alla riconciliazione e alla non-violenza, animano anche altri monasteri, da lui fondati in tutto il mondo, e numerosi Centri di pratica. Ha fondato due Istituti di Buddhismo Applicato, quello europeo in Germania (EIAB) e quello asiatico a Hong Kong (AIAB).

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.

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Turoldo, trent’anni dalla scomparsa

«Beati coloro che hanno fame e sete di opposizione». Il testamento dell'ultimo profeta.

Il 6 febbraio di 30 anni fa scompariva una delle figure più carismatiche della Chiesa moderna, sempre dalla parte degli ultimi («meglio perdenti che perduti» diceva). L'ostracismo delle gerarchie ecclesiastiche e l'omaggio di Martini: «Abbiamo sbagliato».

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Turoldo, trent'anni dalla scomparsa 04.02.22 [PDF]

Sul Corriere della Sera del 1951 Dino Buzzati pubblicò un vivace ritratto di Turoldo, allora giovane frate di 35 anni che, dopo gli studi teologici, si era laureato in filosofia ed era diventato famoso in tutta Milano per la predicazione in Duomo. Ecco le sue parole: «Padre David è friulano, giovane, alto, magro, longilineo, biondo, tiene i capelli piuttosto lunghi tirati indietro, porta l'ampia tonaca di frate servo di Maria con eleganza naturale e scrive poesie […]. In borghese potrebbe sembrare un violinista, uno scienziato nordico, un maestro di sci. Se la Chiesa fosse una forza armata, padre David sarebbe paracadutista o pilota dei mezzi d'assalto. Ci sono molti bravi medici, ma i medici innamorati del loro mestiere sono relativamente pochi: così per i preti e i frati. E David Turoldo è appunto un entusiasta. Questa è la cosa straordinaria che fa più impressione di lui, oltre alla schiettezza straordinaria; e probabilmente non dipende tanto dalla giovinezza, dal temperamento e dall'educazione, quanto dal fatto che lui ci crede con una fede senza scampo».
La fede senza scampo di Turoldo era contrassegnata da i due libri che teneva sempre sulla sua scrivania: la Bibbia e le Lettere dei condannati a morte della Resistenza. Non fu un caso quindi, una quarantina d'anni dopo l'articolo di Buzzati, che, dovendo dare un titolo all'autobiografia scaturita da una lunga intervista rilasciata a un'italianista di New York, egli propose il seguente binomio: Vocazione e Resistenza. Il primo concetto esprime verticalità, il secondo orizzontalità, ovvero la lunghezza e la larghezza, due delle tre dimensioni dello spazio. La terza dimensione è la profondità, e nel caso di Turoldo la profondità fu la poesia. Vocazione, resistenza e poesia sono quindi i tre concetti che definiscono al meglio chi fu David Maria Turoldo …

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L’uomo planetario

«Il servizio integrale al pianeta e agli esseri umani è il cuore dell’insegnamento di padre Balducci e il compito più urgente dell’autentica ricerca spirituale ».
Vito Mancuso

Decimo Volume

ERNESTO BALDUCCI
L’uomo planetario

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Nel testamento spirituale di una delle figure più significative della Chiesa italiana del secondo Novecento, si manifesta il frutto di un’approfondita riflessione, laica e non-violenta, sui grandi quesiti etici relativi all’uomo e alla Terra. Come risposta alle quanto mai attuali fragilità del mondo vivente, padre Balducci propone la dimensione “planetaria”, l’unica capace a suo avviso di generare un nuovo modello di uomo che vada oltre le fratture identitarie e sia in grado di reggere le sfide del nuovo millennio in nome dell’adesione a una Verità più grande che sovrasta le singole appartenenze.

ERNESTO BALDUCCI (1922-1992) Religioso, scrittore e intellettuale, fu uno dei protagonisti della cultura cattolica in Italia nel periodo del Concilio Vaticano II (1962-65). Nato in un piccolo paese toscano sul monte Amiata, luogo fondamentale per la sua formazione umana e religiosa, venne ordinato sacerdote nel 1944 nell’ordine degli Scolopi ed ebbe modo di collaborare a Firenze con Giorgio La Pira, che lo introdusse alle tematiche sociali e politiche. Si impegnò nella formazione dei giovani e nel 1958 fondò la rivista «Testimonianze» per una fede fondata sul valore dell’esperienza concreta. Osteggiato dalle autorità ecclesiastiche per le sue posizioni, subì anche un processo per aver difeso l’obiezione di coscienza. Deluso dal mancato rinnovamento del mondo ecclesiale cattolico, dalla metà degli anni ’70 promosse numerose iniziative culturali a sostegno della pace e dell’ecologia.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.

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Thich Nhat Hahn

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Dopo il Dalai Lama era il monaco buddhista più famoso al mondo. Maestro zen, attivista sul fronte dei diritti umani durante la guerra del Vietnam e la successiva tragedia dei boat people, perseguitato ed esiliato dal regime comunista vietnamita per oltre trent’anni, poeta, romanziere, autore di centinaia di libri tradotti in moltissime lingue, curatore di classici buddhisti dal cinese, sanscrito e pali, esperto giardiniere… “un sorprendente insieme di doti e di interessi”, ebbe a scrivere di lui Martin Luther King. Un maestro tibetano aggiunse: “Scrive con la voce del Buddha”, e io credo sia una sensazione condivisa da milioni di lettori nel mondo, perché è impossibile leggere una sua pagina senza avvertire quella peculiare morbidezza del sentimento, analoga alla dolcezza interiore di cui parla Agostino nelle Confessioni e che l’inno liturgico Veni Sanctus Spiritus invoca dicendo Flecte quod est rigidum, “intenerisci ciò che è rigido”. Già i titoli di alcuni suoi libri ne danno un’idea: “Essere pace”, “Fare pace con se stessi ovvero guarire le ferite dell’infanzia”, “Spegni il fuoco della rabbia”, “L’energia della preghiera”, “Il miracolo della presenza mentale”, “Discorsi ai bambini e al bambino interiore” …
 

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La via della bellezza

«La bellezza della natura e del mondo e della vita è, a mio avviso, il messaggio più efficace, più evidente, più pervasivo, più persuasivo». Vito Mancuso
Nono Volume

VITO MANCUSO
La via della bellezza

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In questo appassionante itinerario nel mistero della bellezza, Vito Mancuso ci conduce attraverso le sue manifestazioni esteriori e interiori verso la verità più profonda dell’uomo. Scopriamo così un’idea di bellezza fatta di armonia, eleganza e grazia che non si palesa solamente nel mondo sensibile ma si irradia anche nella dimensione interiore dello spirito. Custodire la bellezza è per l’uomo la via di una salvezza capace di dare alla vita pienezza di senso e valore. E questo testo è un invito a scorgerla, contemplarla, trasmetterla.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine. È autore di numerosi saggi che hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico su argomenti quali il dolore, la natura di Dio, l’anima, la vita eterna, il pensiero, la libertà, le virtù cardinali, la paura. In Germania è uscita una monografia su di lui: Essentials of Catholic Radicalism. An Introduction to the Lay Theology of Vito Mancuso, Frankfurt am Main 2011. Il suo pensiero può essere complessivamente definito come filosofia della relazione.

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L’attesa della verità

«Lei sentiva che la sua missione consisteva nella testimonianza di un amore universale quale condizione indispensabile per avere a che fare con Dio». Vito Mancuso

Ottavo Volume

SIMONE WEIL
L’attesa della verità

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La lettura di queste pagine di Simone Weil ha un sapore quanto mai attuale. Nate nel pieno del disagio sociale e politico del secolo scorso, le sue parole risuonano anche oggi con una forza intatta per richiamare l’uomo contemporaneo a ritrovare sé stesso. Un cammino laico che non richiede il rispetto di abitudini liturgiche o dogmi religiosi, ma reclama una disposizione di spietata libertà interiore. Coraggiosa, eccessiva, provocatoria, inquieta: la personalità della Weil, che ha conosciuto le profondità dell’animo umano, è capace ancora oggi di parlarci di ciò che, solo, ha valore.

SIMONE WEIL (1909-1943) Filosofa, mistica e scrittrice di origini ebraiche, dopo la laurea in filosofia insegnò nei licei della provincia parigina, avvicinandosi ai movimenti dell’estrema sinistra e al sindacalismo rivoluzionario. Schierata a favore degli operai e animata da un profondo desiderio di rinnovamento sociale, nel 1934 decise di prestare servizio in alcune fabbriche metallurgiche. Nel 1936 si arruolò nelle file delle brigate rivoluzionarie nella guerra civile spagnola. Dopo la tragica e sconfortante esperienza bellica, si aprì per lei un periodo di intensa ricerca spirituale: si avvicinò al cristianesimo e trasse ispirazione dalla lettura della Bhagavadgītā. Durante il secondo conflitto mondiale, emigrò a New York e Londra, supportando gli ambienti della Resistenza francese. Provata nel fisico, morì di tubercolosi nel sanatorio di Ashford, in Inghilterra.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.

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Il mio credo, il mio pensiero

«Se si dovesse dare vita a un libro sacro del nostro tempo, una specie di nuova Bibbia dell’umanità, molte pagine di questo volume ne farebbero parte».Vito Mancuso

Settimo Volume

GANDHI
Il mio credo, il mio pensiero

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Le parole di Gandhi, profeta della non-violenza e maestro della fede, raggiungono con la loro intensa purezza le vette della spiritualità. Al centro del suo pensiero stanno la necessità della convivenza pacifica, il senso del sacro che pervade ogni aspetto dell’esistenza, la tolleranza verso ogni forma di vita, la strenua lotta in difesa dei diritti di tutti gli uomini. Ispirati dalla sua “voce interiore”, questi scritti del Mahatma si presentano come un riferimento saldo e sicuro per il mondo contemporaneo alla ricerca inquieta di un approdo spirituale.

GANDHI (1869-1948) Mohandas Karamchand Gandhi, detto Mahatma, “Grande Anima”, si laureò in Giurisprudenza a Londra per poi trasferirsi in Sudafrica, dove esercitò la professione di avvocato. Qui, di fronte alle discriminazioni razziali verso gli indiani, elaborò una forma di lotta basata sulla non-violenza (satyagraha, “fermezza nella verità”). Tornato in India nel 1915, diventò leader del Partito del Congresso, guidando la protesta contro il governo britannico, sempre secondo lo stile non-violento di disobbedienza civile. Più volte arrestato e rilasciato dalle autorità britanniche, nel 1930 organizzò la “marcia del sale”, una protesta pacifica per chiedere l’abolizione della tassa sul sale, considerata ingiusta. Il buon esito di questa e di altre iniziative portò al successo del movimento di liberazione: sotto la sua guida, nel 1947 l’India proclamò l’indipendenza dal Regno Unito. Nel clima di tensione creato dalle divergenze tra indù e musulmani, il 30 gennaio 1948 Gandhi venne assassinato da un fanatico indù.

VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.

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Un cuore infinito

«In Madre Teresa l’usuale frattura tra azione e contemplazione era completamente inesistente».Vito Mancuso

Sesto Volume

MADRE TERESA
Un cuore infinito

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Rapita dall’amore di Dio e bruciata dalla sua fiamma, la tenace suora albanese, che ha lasciato una traccia indelebile nell’umanità per le sue instancabili opere di carità, ci appare anche come un’eccezionale maestra di spiritualità. È infatti con la preghiera e la contemplazione del mistero divino che Madre Teresa ha potuto alimentare il suo straordinario apostolato tra i poveri. I vividi frammenti pubblicati in questo volume trasmettono la potenza della sua luce interiore e la sua incrollabile fede nel “Dio delle piccole cose”.

MADRE TERESA (1910-1997) Al secolo Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, è Santa Teresa di Calcutta per la Chiesa cattolica. Come aspirante nelle Suore di Loreto, nel 1929 venne inviata in India a Darjeeling, alle pendici dell’Himalaya. Nel 1937 prese i voti perpetui e divenne Madre Teresa. Dopo essere venuta in contatto con forme di povertà estrema a Calcutta, nel 1948 chiese e ottenne l’autorizzazione del Vaticano per lasciare l’insegnamento al Saint Mary High School e andare a vivere nella periferia della metropoli, dove raccolse attorno a sé un gruppo di volontari per l’assistenza agli ultimi, tra cui i paria e i lebbrosi. Con questa missione, fondò nel 1950 la congregazione delle Missionarie della Carità, che si diffuse con case di accoglienza e cura anche negli altri continenti. Nel 1979 le venne assegnato il Premio Nobel per la pace. È stata proclamata santa da papa Francesco nel 2016.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.

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