CEM Conference

LECTIO MAGISTRALIS tenuta dal prof. Vito Mancuso, durante la CEM Conference del 30 marzo 2023

sul tema dei rifiuti intesi da un punto di vista spirituale, ovvero i rifiuti metaforici che ogni uomo “produce” ogni volta in cui sceglie di non percorrere le strade della giustizia. Questi rifiuti, non sempre considerati rilevanti, hanno invece un grande peso che si traduce in un costo morale per tutta la società.

Pubblicato in Home

La fede di Abramo senza etica?

Abramo

La sottomissione di Abramo è schiavitù, non fede ma non per questo sono un antisemita. Credo in Dio ma penso che dobbiamo liberarci di un’immagine a cui dire sempre «sì comandante».

La fede di Abramo senza etica? [PDF] 

Da sempre ritengo l’antisemitismo una delle manifestazioni più volgari e pericolose della malignità umana e credo che la lotta contro di esso sia dovere fondamentale di ogni essere umano degno di questo nome. Anche per questo da quando ho iniziato a guidare gruppi in Israele lo Yad Vashem è tappa obbligata. Aggiungo che mi sono nutrito del pensiero e della spiritualità ebraica da quand’ero ragazzo, a partire dalla Bibbia naturalmente e poi di autori il cui elenco sarebbe troppo lungo e che accompagnano ancora oggi il mio cammino. Per questo sono rimasto stupito, ma sarebbe meglio dire addolorato, nel vedere il mio pensiero etichettato come “intriso di pregiudizi antisemiti”. È quanto si legge nel sito riflessimenorah.com, rivista online che si dichiara “rappresentata presso l’Unione delle comunità ebraiche italiane e presso la Comunità ebraica di Roma”, a commento redazionale di un articolo critico di rav Gianfranco Di Segni su una mia intervista. Ma attenzione: Di Segni critica il mio pensiero nel modo che analizzerò, ma è ben lungi dall’accusarmi di antisemitismo o di antigiudaismo, come invece fa la redazione della rivista che mi attribuisce “pregiudizi antisemiti”, “ignoranza e pregiudizio”, “stereotipi e cliché antigiudaici”. Il punto che mi sta più a cuore è esattamente questo: l’uso improprio del concetto di antisemitismo. È così importante la lotta contro questo mostro che bisognerebbe essere molto rigorosi con le parole, perché attenzione: se tutti sono antisemiti, nessuno alla fine lo è, e chi ci guadagna sono i veri antisemiti. Non è inoltre ammissibile la confusione (per di più da parte ebraica) tra antisemitismo e antigiudaismo praticata dalla rivista che mi accusa ora dell’uno ora dell’altro, perché l’antigiudaismo riguarda le idee religiose, l’antisemitismo il sangue delle persone. È vero che i due concetti sono tra loro collegati e dal professare l’uno è facile transitare nell’altro, ma proprio per questo la loro distinzione contribuisce a impedire l’indebito passaggio …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Senza Pietas tradiamo noi stessi

La paura delle città dominate da altre etnie e culture è naturale, ma non deve calpestare secoli di storia. Dalla lezione di Terenzio alla scoperta dei “neuroni specchio”, il Paese ricordi l’empatia verso chi soffre. 

883644-thumb-full-720-110323_naufragio_fiori_spiaggia_

Senza Pietas tradiamo noi stessi [PDF]

Penso sia più che legittimo il desiderio di proteggere la nostra nazione e la nostra identità di italiani, perché ritengo naturale la paura che ci coglie nel vedere intere zone delle nostre città ormai non più nostre ma dominio di altre etnie e di altre civiltà. Si tratta di una paura radicata nella biologia, coincidente con quel medesimo istinto che porta gli animali a proteggere il loro territorio, e dimenticarla significa ignorare la natura e quindi produrre necessariamente cattiva politica.

Se però, per ascoltare la natura, si calpesta la cultura; se però, per rimanere “italiani”, si corre il rischio di non essere più “umani”, e in qualche occasione non lo è si più davvero, allora è la catastrofe. A che serve infatti essere italiani, se, essendolo, non si è anche e prima di tutto umani? Il concetto di italianità si inscrive intrinsecamente in quello di umanità, ne è una declinazione. C'è di sicuro un bel po’ di retorica nel detto “italiani brava gente”, perché non è per nulla vero che noi siamo sempre brava gente. In esso però è contenuto anche l'ideale a cui noi in quanto italiani intendiamo aspirare: cioè anzitutto quello di essere “bravi”, e bravi non nel senso di precisi, di forti, di irreprensibili, ma nel senso di umani. Magari imprecisi, ma accoglienti. Magari ritardatari, ma generosi. Magari indisciplinati, ma ospitali. Ed è proprio per questo che se, per rimanere italiani, calpestiamo il nostro essere umani, la nostra sconfitta è totale  …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

La Terra Santa dei credenti e dei perplessi

Terza edizione dal 30 novembre al 07 dicembre 2023

Un viaggio accompagnato da Vito Mancuso pensato per aprire la mente e il cuore, rivolto ai credenti, ai curiosi e ai perplessi.

Mancuso-TerraSanta

«La Terra Santa non è santa per tutti allo stesso modo. Per alcuni lo è per la fede, per altri per la cultura, per altri per la storia e la politica, per altri ancora lo è tanto quanto altri luoghi sacri dell’umanità. Questo viaggio è pensato per tutte queste disposizioni della mente e del cuore verso l’antichissima terra di Israele: si rivolge sia a chi vuole conoscere le radici storico-geografiche della propria fede, sia a chi ha un approccio solo culturale verso la culla della spiritualità occidentale. Si rivolge ai credenti che non hanno paura del dubbio e ai non credenti che non hanno paura della certezza, ovvero a quelle persone che coltivano l’atteggiamento spirituale della ricerca.

Non è né un pellegrinaggio parrocchiale, né un generico viaggio turistico: è piuttosto un viaggio esteriore che ha la finalità di trasformarsi anche in un viaggio interiore, in quella “terra santa” che ognuno custodisce dentro di sé, il cui risveglio costituisce la condizione essenziale per visitare la Terra Santa per quello che essa effettivamente intende rappresentare.

Il deserto, le oasi, il Mar Morto: ovvero la primordialità primitiva degli elementi naturali. Il Muro del pianto, il Monte Sion, la Città di Davide: ovvero i luoghi sacri dell’ebraismo. Nazaret, il Monte degli Ulivi, il Santo Sepolcro: ovvero i luoghi sacri del cristianesimo. La Spianata delle Moschee, la Cupola d’oro, la Cupola dell’Ascensione: ovvero i luoghi sacri dell’islam. Lo Yad Vashem: ovvero la sacra memoria della storia del ‘900. Natura, storia religiosa e storia politica si fondono in un’unica totalizzante esperienza alla ricerca di sé, delle proprie radici e delle proprie inquietudini». (Vito Mancuso)

La guida culturale e spirituale sarà il teologo e filosofo Vito Mancuso. L’accompagnatore tecnico-culturale di GeaWay Tour Operator sarà Anita Kuhta.

Prenotazioni al Link [GeaWay]

 

Pubblicato in Home

Il mondo salvato dai Giusti

«Nel giardino dei giusti di tutto il mondo c’è un albero pero ogni essere umano che ha scelto il bene»

In occasione della ricorrenza del 6 marzo, uno storico e un filosofo discutono di cosa significa fare il bene e agire rettamente, data istituita per ricordare coloro che si sono spesi a favore delle vittime di genocidi e contro i crimini verso l’umanità anche a prezzo della propria vita. 

Dialogo tra Gabriele Nissim e Vito Mancuso pubblicato su La Stampa del 5 marzo 2023

Il giardino dei Giusti [PDF]

17.10.21-GIARDINO-DEI-GIUSTI_

Pubblicato in Home

Le più belle canzoni di Lucio Dalla

Il cantautore era abitato da un’energia primordiale e la esprimeva con la voce e le mani. Era figlio delle muse, che sono l’unione del principio divino con la nostra anima spirituale. Anticipazione tratta da «Lucio Dalla. Le più belle canzoni commentate» da Paolo Jachia» con un ricordo di Vito Mancuso.

Interlinea Edizioni, in libreria dal 24 marzo 2023
 

WhatsApp Image 2023-02-14 at 09.24.23

L’ottimismo drammatico di un uomo di amore e di fede

Vito Mancuso – Il ricordo di Lucio Dalla [PDF]

L’incontro con Lucio è stato un dono meraviglioso, perché sono cresciuto con molte delle sue canzoni e la sua manifestazione di amicizia e di stima nei miei confronti è stata come vincere uno dei più grandi premi letterari della mia vita. Era stato colpito dai miei scritti, così come io dai suoi. Ogni conoscenza è riconoscimento, diceva Platone, e nel nostro incontro ci siamo riconosciuti con la stessa tensione e lo stesso amore per la vita. L’amicizia che ne è nata ci ha portati a incontrarci spesso, a vivere per un breve periodo insieme, quando io e la mia famiglia siamo stati suoi ospiti, e a coltivare progetti per il futuro. A Bologna abbiamo presentato insieme il suo ultimo disco: nell’occasione la sua voce ha ribadito la bellezza e l’importanza della fede, della ricerca spirituale di Dio ..
 

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Perchè dobbiamo nominare il male

Erigere l’Olocausto a paradigma in cui riconoscere le tanti atrocità vissute e prevenire quelle del futuro

Segre,'anche a destra persone perbenissimo,non odio nessuno'

Giorno della Memoria 2023 [PDF]

Liliana Segre ha affermato: “Fra qualche anno della Shoah ci sarà una riga nei libri di storia, e poi nemmeno quella”. È possibile evitare un simile esito? Cominciamo col dire che dare un nome agli eventi è essenziale. Significa com-prenderli, prenderli con, farli propri: un evento, che prima era fuori dalla mente, poi, mediante il nome attribuito, le entra dentro e, da oggetto muto, assume un significato. Churchill aveva parlato dello sterminio degli ebrei a opera dei nazisti come di un “crimine senza nome” perché non c'erano precedenti nella storia, per quanto assai sanguinosa, dell'umanità. Poi però il bisogno di comprendere della mente iniziò a proporre dei nomi per l'evento e tra questi, alla fine, se ne impose uno: Shoah, termine ebraico che significa “catastrofe” …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Gesù era pacifista?

sermon_on_the_mount_cosimo_rosselli_1481

Gesù era pacifista? [PDF]

Gesù era pacifista? Chiarire il proprio punto di vista è essenziale per l’interpretazione di ogni cosa, ma a maggior ragione di fronte alla questione sollevata. Se è vero infatti che la soggettività dell’interprete entra sempre in gioco, è altresì vero che alla domanda “Gandhi era pacifista?” è difficile rispondere di no e alla domanda “Hitler era pacifista?” è difficile rispondere di sì. Invece nel caso di Gesù vi sono detti e azioni che portano a pensare di sì e altri di no. Per questo la posizione dell’interprete risulta decisiva ed è probabile che se voi ascoltate un biblista, uno storico o un teologo pacifista dirà che Gesù era pacifista, e viceversa nel caso contrario.
Occorre inoltre chiarire preliminarmente cosa significa essere pacifista e cosa si intende con pace. Pacifista, a mio avviso, non è semplicemente chi vuole la pace, ma chi vuole la pace più di qualunque altra cosa e fa della pace il suo assoluto, superiore all’economia, alla patria, all'onore, e anche alla giustizia, alla religione, alla libertà, alla vita. Per il pacifista la pace è il valore di fronte a cui ogni altro si deve piegare, perché mai e poi mai si deve cadere nella sua negazione che è la violenza della guerra. Se questo significa essere pacifista, Gesù era pacifista? …

Continua a leggere

Pubblicato in Home