Liberi di Vivere

VITO MANCUSO – LIBERI DI VIVERE

Il senso delle cose oltre la finitezza della vita

«Se esiste un’anima, o comunque la si chiami, è al suo servizio che ho scritto questo libro» Vito Mancuso

COP_Liberi di vivere_979-12-5982-139-3.indd

Tutti siamo a conoscenza del fatto che dobbiamo morire, ma lo sappiamo veramente? Negli anni facciamo esperienza della morte, della malattia, della vecchiaia: ma quanto siamo consapevoli che la vita che ha avuto inizio con noi — come tutto ciò che ha inizio in un tempo e in uno spazio — avrà una fine? Eppure senza questa consapevolezza non possiamo avere percezione della nostra stessa dimensione e condurre una vita libera, da individui liberi. È un paradosso: se non sappiamo la morte, non sapremo vivere. Vito Mancuso ci accompagna in una intensa riflessione su cosa significa accettare la finitezza dell’essere anche quando le domande restano senza risposta e la ricerca di un senso appare impossibile. Indipendentemente da come ognuno veda il dopo o concepisca l’eternità, che creda nelle fede religiosa, nel destino o nella fatalità, queste pagine — spirituali, ma non dogmatiche — segnano tracce per comprendere la preziosità della vita e viverla nella coincidenza di etica ed estetica, del bello e del bene. Perché solo se siamo bellezza, e produciamo bellezza, possiamo avere consolazione di fronte all’idea della fine.

Autore: Vito Mancuso Editore: Il margine (Trento) Collana: Annurca Anno edizione: 2024 in commercio dal 15 novembre 2024 Pagine: 80 – Brossura – EAN:9791259821393

Feltrinelli [Link] IBS [Link] Erickson [Link]

Pubblicato in Home

Il Dono della Gioia

VITO MANCUSO – IL DONO DELLA GIOIA

in libreria per Garzanti editore dal 5 novembre 2024

Mancuso - Il dono della gioia

La bellezza è invenzione o scoperta? La libertà esiste davvero? Come imparare a provare un senso di meraviglia davanti a ciò che ci circonda? E da dove trarre la forza di svincolarci da quei pregiudizi e da quelle abitudini che ci impediscono di costruire un rapporto autentico con gli altri e con noi stessi? Nel rispondere a queste e a molte altre fondamentali domande, Vito Mancuso paragona l’esistenza a un esperimento che potrà considerarsi riuscito soltanto se saremo in grado di far nascere dentro di noi la gioia di vivere. Saper assaporare la meraviglia di essere vivi e generare bellezza dentro e fuori di noi è infatti «il sigillo dell’essere umani»: solo a partire da questa consapevolezza potremo trovare il coraggio di essere chi siamo e di condurre una vita autentica. Il dono della gioia riunisce tre libri fra i più amati di Mancuso (Non ti manchi mai la gioia, La via della bellezza, Il coraggio di essere liberi), accomunati dal medesimo intento: proporre a lettrici e lettori una vera e propria filosofia di liberazione spirituale che spieghi in modo concreto come rendere l’esistenza di ciascuno di noi un’opera d’arte.

Vito Mancuso Il dono della gioia – ISBN 978881101532 Casa Editrice Garzanti, saggi 448 pagine cartonato. Prezzo di questa edizione cartacea 22,00€

Ibs [Link]  Amazon [Link]

Pubblicato in Home

Intervista a Gariwo MAG

MANCUSO: «PER SALVARCI DOBBIAMO CREARE UNA BARRIERA TRA NOI E LA CATTIVERIA MONDO»

Intervista di Bianca Senatore, 25 ottobre 2024

Vito M

Gariwo MAG [Link]

Ascoltiamo una notizia alla radio, leggiamo un giornale e poi usciamo, di corsa nel traffico. Un clacson suona, l’autobus è affollato, c’è uno che impreca. Corriamo in giro, leggiamo dell’ennesimo omicidio, malediciamo qualcuno perché sui social abbiamo letto che… E poi torniamo a casa, la stanchezza, lo stress, un magone nel petto. Quante volte accade? Quanto della negatività del mondo ci avvelena quotidianamente? Alla fine, quel che resta è una sensazione di smarrimento e di paura, come se il mondo dovesse finire da un momento all’altro, tra guerre, crisi climatiche e migrazioni. Eppure, non è così. L’unica cosa da fare, quindi, è tirare un respiro per poi focalizzarsi su sé stessi. Non è difficile e ce lo spiega il filosofo Vito Mancuso.

In questi tempi difficili che stiamo vivendo come ci può aiutare l’etica?

L'unica possibilità che abbiamo per non diventare difficili anche noi, come lo sono questi tempi, è di porre una barriera tra noi e la difficoltà di questi giorni. Difficoltà che si chiama cattiveria, tensione, aggressività. E la barriera che noi poniamo tra la cattiveria di questi tempi e noi stessi si chiama etica. Etica significa giustizia interiore, ricerca di armonia, ricerca del bene e non dell'interesse immediato. L’etica trasforma una persona negativa non dico in un amico, ma perlomeno in una persona non ostile. Questo vuol dire etica. Considerato i tempi che viviamo, chi non fa così soccombe. L’unica soluzione, come dicevo prima, è creare una specie di fossato, come nei castelli medievali, tra sé stessi e la cattiveria. Per isolarsi da questa specie di onda nera che arriva e che può sommergere tutti. Ci si aiuta così. Chi non lo fa, viene travolto dalla marea nera, è in balia di questo spirito. E molti lo sono già, purtroppo. Lo si capisce parlando con le persone, andando in giro, guidando nel traffico. Siamo diventati tutti tendenzialmente più aggressivi e rissosi, senza empatia …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Il metodo Kant

In primo piano

Il nuovo libro del filosofo teologo dedicato alle domande di Kant sul significato profondo dell’esistenza umana. Solo la cultura ci aiuta ad arricchire la nostra interiorità.

DI

Il metodo Kant

Per ognuno di noi la vita ha una direzione orizzontale e una direzione verticale. La direzione orizzontale riguarda la natura e la storia dentro le quali ci ritroviamo inseriti e che ci trasportano in avanti come un interminabile tapis roulant. La direzione verticale riguarda noi stessi nella nostra singolarità, dal giorno in cui siamo nati fino al giorno in cui moriremo scomparendo dal tapis roulant della natura e della storia che in nostra assenza continuerà a scorrere imperterrito esattamente come aveva fatto prima del nostro arrivo. 

Le domande, a questo punto, sono due. La prima: che senso ha il continuo scorrere in avanti dell’interminabile tapis roulant della natura e della storia? C’è un fine che lo guida, uno scopo, una tensione verso una meta, o è solo un meccanismo insensato, un gioco beffardo con qualche risata e qualche guizzo di intelligenza, ma il cui unico vero risultato complessivo è solo un mare di lacrime e di sangue? …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Destinazione Speranza

In primo piano

VITO MANCUSO – DESTINAZIONE SPERANZA 

in libreria per Garzanti editore il 15 ottobre 2024

Mancuso - Destinazione speranza

Vito Mancuso Destinazione Speranza [PDF]

In un presente dominato da terribili conflitti, disastri ambientali e inquietudini diffuse, guardare al futuro con ottimismo sembra un’impresa sempre più ardua: ripiegandosi su se stesso, l’uomo sta a poco a poco perdendo la speranza in un domani migliore. Viene dunque da chiedersi: «Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa mi è lecito sperare?». Cercando di rispondere a queste tre fondamentali domande, formulate per la prima volta dal filosofo Immanuel Kant, Vito Mancuso ci guida alla ricerca del significato più profondo e autentico della nostra vita. Togliendo alla ragione ogni pretesa di possedere un sapere su Dio e sull’avvenire, Destinazione Speranza rifonda il senso della nostra esistenza su un presupposto inedito e dirompente: la libertà di obbedire. Se saremo in grado di essere noi stessi in relazione con gli altri, di resistere all’egoismo favorendo la solidarietà, di ridare valore alla dimensione morale al fine di agire con responsabilità, allora non tutto sarà perduto: solo così, infatti, potremo definirci donne e uomini davvero liberi e guardare con speranza, ragionevole e fondata, al futuro che ci attende.

 ISBN: 8811010624 – Casa Editrice: Garzanti – Pagine: 288 – Data di uscita: 15-10-2024 – Edizione cartacea 18,00€

Garzanti [Link]  Feltrinelli IBS [Link]  Il Libraio [Link]

Pubblicato in Home

Kant e il legno storto dell’umanità

SIAMO COME LEGNI STORTI FIN DALLA NOSTRA RADICE. ANIMALITÀ E INDIVIDUALISMO REGNANO SULL’UMANITÀ

Il testo è la prima parte della lectio a Torino Spiritualità, domenica 29 settembre 2024

Immanuel-Kant-Philosopher

Kant e il legno storto dell'umanità [PDF]

 

Kant non era il tipo che si usa definire ottimista nel senso usuale di chi è sempre felicemente pronto a dichiarare sorridendo “tutto andrà bene”. Nel 1784 riflettendo sulla storia scrisse: “Da un legno storto, come è quello di cui l’uomo è fatto, non può uscire nulla di interamente diritto”. Qualche anno dopo, nel 1792, scrisse un saggio sul male radicale intendendo con l’espressione “male radicale” quello che attiene alla nostra “radice” e sostenendo che la tendenza al male “è strettamente intrecciata con la natura umana”: vi è “radicata”. Nel saggio Per la pace perpetua del 1795 vi sono espressioni che ricordano il cupo pessimismo di Hobbes: “Lo stato di pace tra esseri umani che vivono l’uno accanto all’altro non è uno stato di natura, il quale è piuttosto uno stato di guerra”. E ancora: “I popoli, in quanto Stati, possono essere giudicati come individui che, nel loro stato di natura (cioè nella loro indipendenza da leggi esterne), si ledono l’un l’altro già solo per il fatto di essere vicini”. Nell’Antropologia del 1798 scrisse che “l’animalità resta sempre, nelle sue manifestazioni, anteriore e, in fondo, più potente della pura umanità”; e che “la volontà individuale è sempre pronta ad aprire le ostilità coi suoi vicini”. Aggiunge inoltre che “la follia ha una parte ancora maggiore della cattiveria nei tratti caratteristici della nostra specie”, per concludere che è proprio per questo che tutti noi diffidiamo gli uni degli altri: “Nella nostra razza tutti ritengono saggio stare in guardia e non scoprirsi interamente”. Ma come spiegare questa nostra oscura situazione? Perché siamo fatti così male? 

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Medjugorje

LA RELIGIONE TORNI A PARLARE AGLI ESSERI UMANI. CON LA MADONNA DI DANTE, NON DEI VEGGENTI

Nella Bibbia Maria è una figura marginale, eppure nei secoli è diventata linfa vitale del cristianesimo. Perché dà speranza, non perché manda messaggi. Altrimenti avrebbe avuto ragione Marx.

Mejugorje

Medjugorje [PDF]

Medjugorje, certo. Ma prima ancora Fatima e i suoi tre segreti, Lourdes e l’acqua miracolosa nelle bottigliette a forma di madonnina, Loreto e la casa di Nazaret che vola nella notte e plana sulla dolce collina marchigiana, Pompei e la disciplina del rosario, e soprattutto le innumerevoli Madonne della nostra antica tradizione, qualificate ora per capacità di intervento (Madonna della gravidanza, del parto, del latte, delle grazie, della pioggia, della neve…) ora per stati o attributi particolari (Annunziata, Addolorata, delle sette spade, delle sette piaghe, delle sette spine, della scala, della corona, della confusione…). Tantissime Madonne: nere e bianche, una più bella e più dolce dell’altra. La Madonna, la Madre, la Grande Madre: così vicina, così attenta, così comprensiva: “avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice”…

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Profondo Umano

Vito Mancuso ospite a Profondo Umano: «Recuperiamo ideali e senso del dovere»

Profondo Umano

Profondo Umano [PDF]

Il prof. Vito Mancuso, giovedì 12 settembre 2024, è stato al teatro Giorgio Busca di Alba (CU) con la conferenza dal titolo: «Come risacralizzare il cosmo. La scomparsa e la rinascita dei riti»,incontro nell’ambito del Festival Profondo Umano, della corale Intonando.

È ancora possibile recuperare la forza del rito, oppure questa dimensione può dirsi scomparsa?

«Una distinzione preliminare: a livello soggettivo, il vissuto cambia se abitiamo in una grande città o in una zona di campagna, al Nord oppure al Sud, perché il contesto culturale e sociale incide in maniera profonda sulle nostre percezioni. Fatta questa premessa, è indubbio che il paradigma che per secoli ha gestito la ritualità delle persone ha smesso di funzionare. Con paradigma mi riferisco a una parola che si impone alla coscienza, un dettame a cui le persone obbediscono in maniera più o meno conscia. Solo se esistono queste condizioni è possibile avviare un processo di ritualizzazione. Il rito accade di fronte all'obbedienza della mente. Prendiamo i tifosi della domenica, gli ultras della curva: la fede calcistica non si mette in discussione. Il rito presuppone una fede forte, assoluta, che induce la persona a mettere da parte la propria personale opinione per aderire all'immagine proposta dalla collettività. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una palese estinzione della religione tradizionale, paradigma dominante per secoli nelle nostre società. La ritualità, di conseguenza, è venuta meno» …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Consapevolmente Uomo

Andrea Schnöller Storia e vita di una maestro di meditazione

Presentazione a Torino Spiritualità sabato 28 settembre 2024 nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale alle ore 16:30  «Chi tace non sbaglia» incontro con Andrea Schnöller, Maciej Bielawski, Vito Mancuso e Franco Stefanoni. Il libro è a cura di Maciej Bielawski e Franco Stefanoni in dialogo con Vito Mancuso.

Consapevolmente Uomo

Consapevolmente Uomo Gabrielli Editore [Link]

«Per chi lo ha conosciuto è una persona tenace, umile, appassionata. Potremmo forse dire: pura, autentica. In questo libro dieci testimonianze provano a descrivere il valore umano e spirituale di padre Andrea Schnöller, frate, insegnante di meditazione e riferimento per una comunità di compagni di strada. Una vita, la sua, semplice e al contempo straordinaria, che come fine ultimo ha avuto quello di preparare l’uomo all’accoglienza: verso gli altri ma prima ancora verso se stessi. 

Ascoltarci, dunque, raggiungere la consapevolezza di noi, che si creda in Dio oppure no. Qualunque sia la cultura di provenienza, il punto di vista religioso o laico, se ne raccontano qui le idee, le gioie, gli incontri, i dubbi, le sorprese e le delusioni. Un padre poliedrico ma discreto, refrattario alla notorietà. La pratica del silenzio, il rispetto del prossimo. Dieci capitoli per un viaggio lungo un’esistenza intera: la fanciullezza, il noviziato, il santuario di Madonna del Sasso. Poi il Sessantotto, il Concilio Vaticano II. La relazione con le gerarchie ecclesiastiche. Il cristianesimo, il buddhismo, l’induismo. L’inesauribile itinerare tra l’Italia e la Svizzera, lo yoga, la musica di Bach, il lavoro editoriale, soprattutto l’avventura del centro di Condino. Sempre cercando di ascoltare, per dirla con lui, non solo la nostra parola ma anche il nostro respiro. Rivolto a chi cerca di capire, chi pensa si sapere, o si è sentito smarrito». 

Andrea Schnöller è un frate francescano della provincia cappuccina svizzera. Risiede al Santuario della Madonna del Sasso sopra Locarno, dove, nel periodo invernale, tiene corsi regolari di meditazione serale. Ordinato sacerdote, ha compiuto studi di giornalismo all’Università Cattolica di Milano. Franco Stefanoni, saggista e giornalista del Corriere della Sera, Milano. Maciej Bielawski, docente all’Università degli studi di Verona, studioso di spiritualità e scrittore, Verona.

Pubblicato in Home

Tutto cambia, quindi c’è speranza

Screenshot 2024-09-06 alle 11.06.28

Tutto cambia quindi c'è speranza [PDF]

È possibile in questo mondo di cui avvertiamo il continuo e destabilizzante cambiamento coltivare la speranza? In particolare la speranza che qualcosa non cambi, ma rimanga stabile e divenga il punto di appoggio dell’esistenza? A questa domanda rispondo di sì, e lo faccio sulla base di due argomentazioni, la prima basata sulla logica, la seconda sull’etica.

Dal punto di vista logico l’affermazione “tutto cambia” o è falsa o è vera. Se è falsa, allora in realtà qualcosa non cambia; se è vera, allora la frase “tutto cambia” sarà sempre tale da dire la verità e quindi non cambierà. In entrambi i casi dire “tutto cambia” dimostra il non-cambiamento di qualcosa. Il che attesta la possibilità della nostra mente di raggiungere una dimensione non soggetta al cambiamento, di partecipare cioè a una dimensione più alta, priva di mutamento, tale da schiudere eterne verità. È quanto sperimentato anche da musicisti (Bach, Mozart, Beethoven) e da scienziati (Bohr, Heisenberg, Schrödinger). Da violinista dilettante qual era Einstein sintetizzò in sé le due dimensioni, e di lui si racconta che una sera del 1929 a Berlino, al termine di un concerto del grande virtuoso Yehudi Menhuin, si recò nel camerino e gli disse: “Ora io so che c’è un Dio in cielo”. Non per questo Einstein si convertì al Dio biblico, visto che rimase sempre dell’idea di Spinoza che identifica Dio e Natura (Deus sive Natura), ma è chiaro che grazie alla musica ebbe un’esperienza di trascendenza, ovvero di una dimensione dell’essere non soggetto al cambiamento …

Continua a leggere

Pubblicato in Home