Il Cardinale Zuppi presidente della CEI

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Zuppi presidente CEI [PDF]

Credo che la maniera migliore di commentare la nomina del cardinale Matteo Zuppi a presidente della Conferenza episcopale italiana sia di istituire un confronto tra lui e coloro che l'hanno preceduto in quella carica. Assumendo il governo del cardinal Bassetti come un periodo che definirei di transizione, penso che il vero confronto vada istituito con il duo Ruini-Bagnasco che per ben 26 anni, precisamente dal 1991 al 2017, hanno guidato la Cei in stretta continuità tra loro. Ebbene, se mettiamo in parallelo le personalità Ruini-Bagnasco e quella del neopresidente Zuppi il risultato che emerge, a mio avviso, è il seguente: da un lato l'istituzione, dall'altro il movimento; da un lato la politica, spesso declinata anche come “partitica”, dall'altro la società; da un lato la forma e talora la formalità, dall'altro la spontaneità e la fantasia; da un lato la tradizione, dall'altro l'innovazione; da un lato la sicurezza, dall'altro la volontà di infondere coraggio (il che è un'altra cosa dal dare sicurezza, perché chi dà sicurezza toglie la libertà, mentre chi infonde coraggio toglie la paura mantenendo la libertà). Insomma, da un lato il potere della Chiesa gerarchica, dall’altro il servizio della Chiesa comunità. Da un lato la Chiesa di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, dall’altra quella di Francesco. So bene che in ambito ecclesiale non si amano queste contrapposizioni e si tende a sottolineare ovunque lo svilupparsi lineare e concorde dell’unica tradizione e dell’unico carisma, ma ci sono duemila anni di storia ecclesiastica a mostrare nel modo più evidente che le differenze esistono e che spesso si esplicitano proprio nelle contrapposizioni sopra evidenziate. E come l’elezione di Bergoglio ha determinato la leadership dell’ala profetica e progressista nella Chiesa cattolica, così la nomina di Zuppi fortemente voluta da Bergoglio è destinata a introdurre anche nella Chiesa italiana il primato della profezia e di quelle evoluzioni che genericamente chiamiamo progresso …

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Dietrich Bonhoeffer: trovare Dio in ciò che conosciamo

Torino, Salone del Libro, 19 maggio 2022, dibattito con il card. Zuppi

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Bonhoeffer [PDF]

Dal carcere nazista, un anno prima di essere impiccato dietro ordine di Hitler (che voleva eliminare tutti i prigionieri politici prima dell’arrivo dell’Armata rossa a Berlino), Dietrich Bonhoeffer scriveva così il 30 aprile 1944 all’amico Eberhard Bethge: “Ti meraviglieresti, o forse addirittura ti preoccuperesti delle mie idee teologiche e delle loro conseguenze”. Teologo a sua volta, Bethge conosceva bene le precedenti opere di Bonhoeffer (Sequela del 1937 e Vita comune del 1938) colme di radicalismo evangelico che non lo avevano per nulla preoccupato perché sviluppate all’insegna della più consolidata tradizione cristiana: quella che pensa il rapporto Dio-Uomo come “rivelazione” unilaterale di Dio e trasmissione di un messaggio inconcepibile dalla ragione umana. È una prospettiva per la quale non si tratta di “trovare Dio”, quanto piuttosto di “essere trovati” da lui: una via non naturale ma sovra-naturale …

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La Terra Santa dei credenti e dei perplessi

Dal 31 ottobre – al 07 novembre 2022
Viaggio in Israele accompagnati da Vito Mancuso
Info e prenotazioni – tel. 039.6894440
Siamo lieti di comunicarvi che dal 20 maggio lo Stato d'Israele ha rimosso tutte le restrizioni legate al Covid19. Questo significa che per entrare non è più necessario effettuare nessun tipo di tampone (molecolare o Antigentico).
È possibile prenotarsi fino al 15 giugno con le modalità indicate.
 
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Sul degrado morale dell’Occidente

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Sul degrado morale dell'Occidente [PDF]

Nel discorso per la solenne parata sulla piazza Rossa di Mosca di qualche giorno fa il presidente russo Vladimir Putin ha qualificato la condizione dell’Occidente “degrado morale”. Tralascio l’ovvia obiezione secondo cui egli è l’ultimo a poter parlare di morale dopo la tempesta di sangue scatenata sull’Ucraina (peraltro logica conseguenza di anni di violenze, corruzioni, veleni, assassini, invasioni) e mi concentro sulla questione sollevata: è fondato parlare dell’Occidente in termini di “degrado morale”? L’hanno già fatto in molti, per esempio gli islamiti di Al-Qaeda e di Isis, gli ideologi della purezza hindu nell’India di Narendra Modi e altri paesi, Cina ovviamente compresa. A buona parte del mondo noi occidentali appariamo lassisti, moralmente disgregati, non di rado depravati …

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Guerra e Pace, Laboratorio di Etica 2022

LABORATORIO DI ETICA di e con VITO MANCUSO: GUERRA E PACE
Un ciclo di quattro lezioni con ospiti dal 17 maggio MAST.Auditorium di Bologna

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Guerra e Pace Laboratorio di Etica 2022 [PDF]

Il Laboratorio di Etica di Vito Mancuso nasce dal bisogno oggi più che mai attuale di comprendere la realtà nella quale viviamo.
Dopo Le Virtù nel 2019, I Maestri Spirituali nel 2020, La Pandemia nel 2021, torna a Bologna negli spazi dell’Auditorium della Fondazione MAST con un ciclo di quattro lezioni che non poteva non essere dedicato al tema che incombe sulle nostre menti, lacera le nostre coscienze e spaventa i nostri cuori: la realtà della guerra e la speranza della pace.

«Credo che mai come a questo riguardo sia appropriato parlare di laboratorio, visto che nessuno, nella misura in cui sia dotato di adeguata conoscenza della realtà e di onestà intellettuale, si ritrova oggi ad avere certezze granitiche su come interpretare la tragedia e ricette sicure su come uscirne. Una cosa però possiamo farla: capire.
Capire come mai il fenomeno guerra accompagna “da sempre” l’avventura umana; capire la lezione su guerra e pace dell’antica saggezza cinese per provare a pensare la realtà con una mentalità così diversa dalla nostra; capire cosa succede all’etica quando si confronta con la geopolitica e l’economia. E poi tirare le fila, non certo con la pretesa di trovare la chiave universale, ma almeno per cercare di mettere un po’ di ordine dentro di noi e ricevere quel severo conforto che proviene dalla luce della conoscenza».
Vito Mancuso


Il laboratorio – organizzato da Mismaonda in collaborazione con Fondazione MAST – è in programma martedì 17 maggio, lunedì 23 e 30 maggio e martedì 7 giugno e si rivolge a quanti sono interessati a capire come mantenere l’etica nell’azione e nel pensiero e ad approfondire l’approccio teologico e filosofico alla contemporaneità.

Ogni incontro si aprirà con un’introduzione filosofica di Vito Mancuso a cui seguirà la relazione dell’ospite della giornata; si concluderà con domande e sottolineature e una riflessione sui temi proposti, secondo il seguente programma:

- martedì 17 maggio ore 18.30
Stefano Bolognini, psicoanalista, membro della Società Psicoanalitica Italiana, Le radici psichiche della guerra e della pace

- lunedì 23 maggio ore 18.30
Amina Crisma, sinologa, insegna Filosofie dell’Asia orientale all’Università di Bologna
Guerra e pace nel pensiero cinese classico

- lunedì 30 maggio ore 18.30
Luigi Manconi, senatore e presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, e l’attore Alessandro Bergonzoni
Cosa preparare per ottenere la pace? La guerra o la pace o tutte e due?

- martedì 7 giugno ore ore 18.30
Vito Mancuso
Sintesi e rilancio

Le iscrizioni sono aperte online al seguente link:   https://bit.ly/laetica_gruerraepace   

Il costo complessivo per assistere ai quattro appuntamenti è di 38,00 euro + diritto di prevendita.

MAST.Auditorium Via Speranza 42, Bologna

Informazioni sui costi e iscrizioni in abbonamento al link:   https://bit.ly/3LGTc5Z –

Iscrizioni alle singole conferenze al link: Vivaticket Laboratorio di Etica [Link]

Mismaonda: info@mismaonda.eu 051343830

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Ricostruire l’humanitas

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Ricostruire l'Humanitas [PDF]

Sono istintivamente d'accordo con il titolo che mi è stato assegnato: ricostruire. Dopo decenni in cui si è inteso decostruire, abbattere, svelare recondite falsità; dopo la volontà di smantellare il lavoro dei secoli precedenti facendo filosofia “con il martello” come recita il sottotitolo del Crepuscolo degli idoli di Nietzsche; dopo un secolo come il ‘900 in cui il pensiero si è prefisso di “combattere il sistema” cioè la dinamica delle forze economiche, sociali, spirituali, culturali il cui concerto si chiama politica; dopo la proclamazione della morte di Dio e l’instaurazione ormai universale della secolarizzazione e non di rado del nichilismo; dopo dimostrazioni analitiche dell'infondatezza della soggettività conscia e del libero arbitrio per cui sembra non avere più senso parlare di libertà, scelta, responsabilità, con la conseguente morte dell’idea di uomo; dopo tutto questo, a cui oggi si aggiungono le immagini di macerie e di morte della guerra ucraina, è quasi naturale, direi fisiologico, avvertire il bisogno del procedimento contrario. Quindi ricostruire. Questo vale per la religione, l’etica, il diritto, la politica, la famiglia, la scuola, l’educazione, la sessualità, il linguaggio: vale per l'identità umana nella sua specificità la cui essenza è sempre più opaca, perché è sempre più difficile capire cosa significhi veramente vivere da essere umano. Persino il corpo in quanto generatore di identità non costituisce più per un numero crescente di persone, soprattutto giovani, un punto di appoggio stabile. È strano: esiste un progresso obiettivo su una serie di indicatori, ma la sensazione più diffusa è la decadenza, la crisi, lo sfilacciamento, la paura. Sorge quindi nella mente il bisogno naturale di appoggiarsi a qualcosa di solido e di affidabile. E per questo intendiamo ricostruire. Ma cosa va ricostruito? …

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Teologie della storia e guerra ucraina

Pubblicato su La Stampa con il titolo "Tra Dio e il Male"

Due teologie alternative ed entrambe legittime, una per la resistenza e l'altra per la resa al potere politico

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Teologie della storia e guerra ucraina [PDF]

Prendiamo per un attimo tutti sul serio, credenti o non credenti, il dogma della dottrina cristiana: che cioè Dio si sia fatto uomo. Dico “Dio”: la Verità, la Sapienza, la Forza, una forza così forte da essere Onnipotenza e così intelligente da essere Provvidenza. Colui che sa tutto, che vede tutto, che può tutto, che dispone tutto. Ebbene, Dio si fa uomo, entra nel mondo da lui creato e assume un corpo da lui plasmato. In una situazione normale cosa succede a chi è il padrone assoluto di un posto, per esempio di un’azienda, quando si reca nella sua proprietà che dipende da lui in tutto e per tutto? Succede l'accoglienza più trionfale. Non certo rifiuto, persecuzione, condanna a morte e relativa esecuzione. Questo in una situazione normale. Il cristianesimo, annunciando la morte del Figlio di Dio, di cui dichiara che è “Dio vero da Dio vero”, ci fa intendere che noi nella Storia non siamo in una situazione normale. È quello che ribadirà a modo suo l’Amleto di Shakespeare sedici secoli dopo: “La Storia è uscita dai cardini” (“The time is out of joint”). La morte di croce del Figlio di Dio svela che la Storia è guidata da potenze avverse al Bene, san Paolo le denomina “dominatori di questo mondo di tenebra” (Efesini 6,12), l’evangelista Luca fa dire a Satana che tutti i regni del mondo sono suoi e che egli li concede a chi vuole (cfr. Luca 4,6), l’evangelista Giovanni designa Satana “il capo di questo mondo” (Giovanni 12,31). Insomma, non c’era bisogno di attendere Vladimir Putin per capire il volto osceno e strutturalmente malvagio del potere: questa è la sostanza della Storia quale emerge dal Nuovo Testamento. O meglio, da una delle due teologie della Storia che esso presenta …

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Sacramenti e identità sessuale, così si afferma la lezione di Gesù

immagini.quotidiano.net

Bio e geopolitica [PDF]

In questo momento storico che non è esagerato definire fatale, mentre imperversa la guerra di Putin benedetta dal Patriarca di Mosca dicendo che si tratta di difendere i valori cristiani minacciati da un Occidente caduto in balìa delle parate gay, la diocesi di Torino è pronta ad amministrare il sacramento della Cresima a una persona nata donna e poi diventata uomo. Esiste una relazione tra i due fatti? A mio avviso sì: è la convergenza di geopolitica e biopolitica.
La questione nella sua essenza è la medesima, è quella che divide da un lato l’autodeterminazione nel nome della libertà e della sua irriducibile singolarità, e dall’altro la determinazione imposta dalla biologia o dalla tradizione. Che si tratti di un popolo o di un individuo, di geopolitica o di biopolitica, in entrambi i casi la sostanza è rappresentata dallo scontro tra cultura e natura, tra libertà e obbedienza, tra soggetto e istituzione, e dal decidere quale dei due poli abbia più valore. All’autodeterminazione di un popolo che non accetta più il secolare vassallaggio nei confronti di un altro popolo cui lungo i secoli la geopolitica l’aveva consegnato, corrisponde l’autodeterminazione di un singolo che non accetta l’altrettanto pesante vassallaggio cui la biologia da un lato e il costume sociale dall’altro l’avevano a loro volta consegnato. E nel nome dell’autodeterminazione, ovvero della libertà, un popolo e un singolo, il primo a livello geopolitico, il secondo a livello biopolitico, iniziano la loro marcia di liberazione …

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Marco Vannini Lessico mistico

«Vannini intende riportare la spiritualità, di cui la mistica è espressione privilegiata, alla sua vera identità, oggi purtroppo assai compromessa».Vito Mancuso

Ventesimo volume

Marco Vannini
Lessico mistico

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Le settanta parole che Marco Vannini ci consegna in questo libro rappresentano altrettante tappe nella conoscenza della mistica e del suo linguaggio. Un viaggio lucido e penetrante che ci conduce nel cuore della dimensione spirituale, in compagnia di grandi personaggi del mondo classico e cristiano, da Platone a Plotino, da Agostino a Eckhart e Giovanni della Croce, fino a figure più vicine come Simone Weil. Nulla a che vedere con l’irrazionale, l’esoterico o il paranormale, piuttosto una risposta al primo e più urgente bisogno dell’uomo: la conoscenza di se stesso.


MARCO VANNINI Compiuti gli studi liceali e universitari a Firenze, si è laureato in Filosofia nel 1969 con una tesi sulla dimensione metafisica e mistica del pensiero di Wittgenstein. Ha insegnato filosofia e storia nei licei di Pistoia e Firenze e successivamente è stato professore di Storia della filosofia antica presso l’Università di Firenze e di Storia della mistica all’Istituto di Scienze religiose di Trento. Dal 1975 al 1977 ha vissuto nel convento agostiniano di Santo Spirito, a Firenze, frequentando lo Studio Teologico Fiorentino, affiliato alla Pontificia Università Gregoriana, e conseguendo nel 1980 il baccalaureato in Teologia. Appassionato viaggiatore per ragioni di studio in Europa e in altri continenti, ha sempre coltivato la ricerca e il confronto con culture e religioni non cristiane. Ha tenuto numerosi seminari e conferenze in università e istituzioni italiane e straniere.
VITO MANCUSO Teologo e saggista, è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e di Storia delle dottrine teologiche presso l’Università degli Studi di Padova dal 2013 al 2014. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.

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Ernesto Balducci e l’uomo planetario

Schermata 2022-01-07 alle 18.20.12Un pensatore lo si onora pensando, considerando il suo pensiero come qualcosa di vivo con cui discutere seriamente qui e ora. Il che vale a maggior ragione per Ernesto Balducci, i cui scritti teologici e filosofici sono ricolmi di attualità e talora presentano affermazioni che oggi, a distanza di più di trent’anni, stupiscono per la loro capacità predittiva. Ecco per esempio ciò che scriveva dei paesi ex comunisti nel 1989: “Nel sommovimento dell’Est europeo ci sono segnali preoccupanti di una propensione a rigettare non solo il marxismo ma anche la razionalità illuministica di cui il marxismo è stato lo sviluppo. Sulla soglia dell’era postmoderna rinascono tutte le nostalgie del passato rimaste soffocate ma non estinte durante il trionfo della modernità. Quelle nostalgie potrebbero imprimere all’Europa una spinta regressiva dagli esiti disastrosi” (L’Europa nel 1989, ora in Immagini del futuro, Giunti, p. 136) …

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