Nella solitudine profonda

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Nella solitudine profonda
davanti a un nero quadro di spavento
sento un freddo tenebroso
che avvolge l'anima.

E tra singulti e orrori
cresce il dolore del mio dolore
e mi inginocchio su un piccolo tappeto
per elevare la solita preghiera
fino all'arrivo dell'alba
e di quello spiraglio di luce
che illumina la mia anima
che è una tomba che cammina.

A.B. Laboratorio di lettura e scrittura creativa nella Casa di reclusione di Milano-Opera – FOTO: Jerico 2008 – di Margherita Lazzati

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Le novità della collana Garzanti i grandi libri dello spirito

VANGELO DI GIOVANNI a cura di Marco Vannini 

vangelo-di-giovanni-9788811145424"In principio era il Logos": fin dal primo versetto il vangelo di Giovanni abbandona lo stile descrittivo e parabolico degli altri vangeli e affronta la questione della divinità di Cristo, con un linguaggio teologico denso di suggestioni platoniche. Una cifra che ne fa il testo chiave della mistica cristiana e lo accomuna ai vangeli gnostici, alla letteratura ermetica e alla matrice filosofico-religiosa del mondo ellenistico, molto più che ai restanti libri del canone neotestamentario. Prendendo le distanze dalla tradizione delle edizioni devozionali, Marco Vannini adotta una prospettiva critica ispirata a criteri di correttezza filologica e storica ed evidenzia tutta la problematica interna alla genesi e alla piena comprensione del quarto vangelo.

Marco Vannini ha compiuto a Firenze gli studi liceali ed universitari laureandosi in filosofia nel 1969 con una tesi sul Wittgenstein metafisico e mistico; ha insegnato filosofia e storia e tenuto seminari e conferenze in Università ed Accademie italiane e straniere.


IGNAZIO DI LOYOLA Esercizi spirituali a cura di Gaetano Piccolo

esercizi-spirituali-9788811145455Negli Esercizi spirituali (1548), Ignazio di Loyola – fondatore, nel 1540, della Compagnia di Gesù – traduce la propria esperienza spirituale personale in un cammino organico di approfondimento e assimilazione della vita nello spirito di Dio. L'obiettivo è liberare l'anima dalle passioni e condurla all'unione con Dio attraverso un percorso, articolato in quattro settimane, che preconizza i metodi di meditazione e preghiera che il mondo moderno ha cercato, e trovato, al di fuori delle religioni rivelate. Documento storico di valore e, insieme, manuale pratico di edificazione interiore, gli Esercizi non sono un testo da leggere, bensì un'esperienza da vivere in prima persona, un percorso alla scoperta di sé stessi di grande attualità.

Gaetano Piccolo è insegnante presso la Pontificia Università Gregoriana, dedicandosi soprattutto ai problemi del linguaggio, del significato, della conoscenza. Dal novembre 2012 è il responsabile del settore cultura della Provincia d’Italia dei Gesuiti.


 
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Sulle dimissioni di mons. Mario Olivieri vescovo di Albenga e sulla situazione in generale dell’episcopato italiano

di Vittorio Coletti docente universitario ed editorialista di Repubblica 

Dopo una lunga e testarda resistenza si è arreso alle pressioni del Vaticano mons. Mario Olivieri, vescovo di Albenga, ed ha rassegnato le dimissioni da vescovo che gli sono state chieste da mesi, a causa della gestione troppo chiacchierata della sua diocesi. E’ un caso raro di vescovo di fatto deposto, perché inferiore persino ai modesti standard della Curia romana. Di mons. Olivieri ho già scritto ripetutamente e non starò a ripetere oggi che il suo limite maggiore non sta, a mio giudizio, nella sua spregiudicata accoglienza di preti chiacchierati e inaffidabili, ma nell’idea di chiesa e di religione che la sottende e vede in esse un mondo a parte di cui localmente il vescovo è principe e arbitro insindacabile. Se la Chiesa è un regno parallelo dentro la repubblica, il vescovo è, in una diocesi, il suo monarca, che stabilisce quello che è giusto e lecito e quello che non lo è. Ma il caso di mons. Olivieri non dovrebbe essere archiviato frettolosamente come la fine di un’anomalia dovuta al carattere cocciuto di un contadino di Campo Ligure che ha fatto inspiegabilmente carriera nell’istituzione…

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Vito Mancuso ricorda il Cardinal Carlo Maria Martini

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Il 31 agosto 2012 moriva a Gallarate il Cardinale Carlo Maria Martini; in questa trasmissione radiofonica trasmessa su Radio3 il ricordo del prof. Vito Mancuso


E' possibile riascoltare la trasmissione alla seguente pagina Wikiradio [Link] o aprendo la finestra sotto.

Repertorio:

- diversi estratti da una lunga intervista a Carlo Maria Martini di Nicola Vicenti, realizzata a Gerusalemme nel 2005 e trasmessa all'interno del programma  televisivo Il mio Novecento (RAI 3, 30 agosto 2005)
– un estratto da una puntata del programma tv Correva l'anno dal titolo Carlo Maria Martini: il cardinale del dialogo (RAI 3, 21 marzo 2011)
– un servizio di Raffaele Luise con breve intervista a Martini (GR1, 23 gennaio 1997)
– un servizio sui funerali di Carlo Maria Martini (TG 3, 3 settembre 2012)
– da un'intervista di Enzo Biagi al cardinal Martini dal programma tv Il fatto (RAI1, 21 febbraio 2002)
– un passaggio dell'omelia tenuta dal card. Martini l'8 maggio 2005 per il 25° anniversario del suo episcopato (da Uomini e profeti – Radio3, 4 giugno 2005)

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Storia e leggenda dell’apostola degli apostoli

Fu Gregorio Magno a identificarla come una ex prostituta convertita ma i Vangeli non la descrivono così 

Schermata 2016-08-31 alle 15.09.40Da sempre icona della predicazione ascetica e della storia dell’arte, ai nostri giorni è diventata protagonista anche della fiction cinematografica (Martin Scorsese) e della letteratura d’evasione (Dan Brown). Eppure Maddalena è citata solo dodici volte nei vangeli canonici e mai da san Paolo e dagli altri agiografi neotestamentari: ma quei pochi versetti evangelici sono stati sufficienti per scatenare l’immaginazione di teologi, predicatori, padri spirituali, eretici, pittori, romanzieri, registi, costruendo un mito che acquista sempre più vigore. A tale potenziamento ha contribuito di recente nel modo più autorevole un decreto della Congregazione per il culto divino del 3 giugno scorso mediante cui la celebrazione di Maria Maddalena, fino ad allora solo “memoria” viene elevata al grado di “festa”, il medesimo riservato ai dodici apostoli. Il motivo di questa decisione, dietro cui ovviamente c’è l’esplicito volere di papa Francesco, è indicato dallo stesso documento: «La decisione si inscrive nell’attuale contesto ecclesiale, che domanda di riflettere più profondamente sulla dignità della donna, la nuova evangelizzazione e la grandezza del mistero della misericordia divina». Si tratta, in altri termini, di una mossa per rafforzare il ruolo delle donne nella Chiesa. C’è quindi da sperare che tale promozione della Maddalena possa ispirare più importanti cambiamenti nella struttura ecclesiale aprendo la via nell’immediato al diaconato femminile: se infatti una donna è stata apostola, perché altre non possono diventare per lo meno diaconesse?

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L’Islam, il Cristianesimo e la polemica sul burkini

La querelle sul divieto del burkini e la polemica sulle suore in spiaggia ha avuto di certo il merito di richiamare la comune radice di cristianesimo e islam in ordine alla questione dell’abbigliamento cui devono essere tenuti i corpi delle donne. Ha avuto quindi una felice intuizione l’imam di Firenze, Izzedin Elzir, nel pubblicare sulla sua pagina facebook, come commento, una foto di alcune religiose al mare? Per giudicare basta leggere ciò che al riguardo ordinava san Paolo (in questo artcolo mi si scuseranno le lunghe citazioni, ma credo sia importante): «Voglio che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza a capo scoperto, manca di riguardo al proprio capo, perché è come se fosse rasata. Se dunque una donna non vuole coprirsi, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo, perché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non è l’uomo che deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve avere sul capo un segno di autorità a motivo degli angeli» (Prima lettera ai Corinzi 11,3-10, versione ufficiale Cei) …

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Ma dove era Dio?

Le riflessioni di Padre Luciano Mazzocchi sulla tragedia del terremoto in centro Italia

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Ma dove era Dio? Domanda che in questi giorni tutti abbiamo avvertito nel proprio intimo. Col passare del tempo la sofferta commozione per chi nel terremoto ha perso la vita e tutto quanto, si acquieterà, come sempre avviene ad ogni sciagura, e ritorneremo a parlare di Dio con la solita disinvoltura ripetendo quanto abbiamo imparato dal catechismo: Dio è l'essere perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra, onnisciente, onnipotente. Oppure, forse, non ci faremo nessuna domanda, perché tutto scorre più tranquillo senza risposte da dare.

Alcuni amici hanno posto la domanda a me, ministro di Dio, attendendosi un qualche riflesso di luce. Ma dove era Dio? So che una sola risposta mi sarebbe onesta: quella che io, ministro di Dio, sano e salvo, avrei il coraggio di bisbigliare all'orecchio di chi all'improvviso si trova immobilizzato sotto le macerie, a tu per tu con la morte, in buia solitudine. Quale sorriso potrei abbozzare o quale ninnananna canticchiare per far sorridere Stefano, appena di 8 mesi, quando il campanile e i muri della chiesa di Accumuli con le statue dei santi crollarono impietosamente proprio sulla casa in cui riposava tranquillo nel suo lettino, vicino a mamma Graziella e papà Andrea? Quei santi hanno fatto miracoli per poter essere canonizzati santi, ma poi con il loro peso hanno impunemente soppresso il respiro di Stefano e dei suoi genitori …

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Il dramma del centro Italia

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Di fronte alla tragedia del terremoto che purtroppo questa notte ha colpito il centro Italia, riporto queste riflessioni scritte il 12 marzo 2011 per orientare la mente di fronte alla catastrofe naturale che allora colpì il Giappone poi pubblicate anche in una pagina del "Principio passione". Il nostro dramma non è paragonabile per entità e numero di vittime a quello giapponenese, ma la dinamica dell'evento è del tutto identica. Attualizzando ad oggi ecco quello che scrissi:

1) Quello che è avvenuto questa notte non è qualitativamente diverso da quanto avviene ogni giorno, quando, per esempio, viene al mondo un bambino con una malattia genetica. Certo, le forze in gioco sono quantitativamente incommensurabili, tuttavia il terremoto che si abbatte su quella giovane vita e sui suoi genitori è qualitativamente il medesimo di un terremoto devastante. In entrambi i casi è la vittoria del caos, del disordine, del disequilibrio. 

2) Quello che è avvenuto questa notte e sta avvenendo oggi con la messa in moto a livello nazionale ed europeo della macchina degli aiuti non è qualitativamente diverso da quanto avviene ogni giorno, quando i genitori e i parenti di un bambino nato con una grave malattia genetica si prendono amorevolmente cura di lui, e con loro la società nelle sue diverse forme, medici e infermieri, scuola e assistenti sociali, amici e associazioni. In entrambi i casi è la vittoria del logos, dell’ordine, dell’equilibrio. 

3) Così la nostra vita procede tra caos e logos, tra disordine e ordine, tra entropia e neghentropia. Esiodo nella Teogonia scrive: “Primo fu Caos”; Giovanni nel Quarto Vangelo scrive: “In principio era il Logos”. Chi ha ragione? Entrambi. Se ci fosse solo caos, la vita non sarebbe sorta, saremmo ancora ai gas primordiali dell’inizio, idrogeno ed elio e nulla più, anzi forse neppure idrogeno ed elio perché anche loro per esserci vincono il caos con la loro struttura logica di nucleo + elettroni; e se ci fosse solo caos, nessuno di fronte al terremoto-tsunami si metterebbe in gioco per aiutare gli altri. Ma se ci fosse solo logos, la vita sarebbe diversa: nessuna catastrofe, nessuna malattia genetica, nessuno scatenarsi di forze senza volto, le forze caotiche della natura sarebbero sempre domate da una signoria più potente. 

4) Caos + logos, invece, si danno insieme, ogni manifestazione della vita è una miscela di queste due dimensioni, con il prevalere ora di una, ora dell’altra. Il loro incontro produce la vera, ultima dimensione della realtà, cioè la passione e il lavoro che essa richiede. Goethe ha visto bene quando nel Faust scelse di tradurre il greco del Quarto Vangelo, En arché en ho lógos, con “Im Anfang war die Tat”, “In principio era l’Azione”. L’azione, il dramma, è esattamente ciò che scaturisce dall’incontro tra logos e caos. Se prevalesse solo una delle due dimensioni, non ci sarebbe azione.

5) Se il caos fosse la dimensione ultima alla quale consegnare la nostra più preziosa energia, nessuno sentirebbe l’impulso ad arginarlo, a vincerlo, a domarlo mediante il logos. L’azione, cioè la lotta del logos contro il caos, a mio avviso dimostra che il nostro orizzonte finale è il logos, ovvero l’armonia e il bene. Tutta l’impresa umana nella sua più alta significatività è lotta contro il caos, è, esattamente in linea con quanto scrive Esiodo, “teogonia”, cioè generazione del divino, nascita della divina armonia dentro di noi per immetterla, così come riusciamo, anche fuori di noi, soprattutto quando ce n’è un estremo bisogno come in queste ore nel centro Italia.

Vito Mancuso

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Intervista al Corriere del Veneto

«Islamici in chiesa? Non sia un’abitudine e ora serve più rigore contro gli oltraggi ma il Veneto ha gli anticorpi giusti»

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Intervista del 9 agosto 2016 di Angela Pederiva

Corriere del Veneto 9 agosto 2016 [PDF]

Padova. Il marocchino che spezza il crocifisso nella chiesa di San Geremia a Venezia, il turco che prega alla stazione di Santa Lucia con una mannaia nello zaino, il tunisino che corre nudo per il Prato della Valle a Padova gridando «Allah akbar», gli oltraggi di alcuni turisti musulmani alla croce e all’eucarestia nella parrocchiale di San Zulian in laguna. E ogni volta interventi delle forze dell’ordine, espulsioni, polemiche. Le cronache degli ultimi giorni raccontano un crescendo di tensione nei rapporti fra Veneto e islam. «Bisogna essere duri nei confronti della profanazione dei simboli e della violazione dei diritti, ma occorre anche operare una distinzione fra gli autori e la religione», afferma il teologo Vito Mancuso, già docente di Storia delle dottrine teologiche all’Università di Padova, ospite sabato prossimo a Cortina d’Ampezzo della rassegna «Una montagna di libri».

Due domeniche fa anche in Veneto i fedeli musulmani hanno partecipato alle messe cattoliche: è il modo giusto per superare le diffidenze?

«A mio parere quell’iniziativa ha avuto un significato etico-politico, più che spiritual-religioso. Pregando insieme gli islamici hanno inteso prendere le distanze dal terrorismo e dimostrare la solidarietà ai cattolici. Ma non ci sono le condizioni strutturali perché questo gesto possa diventare parte della liturgia cristiana, perché dietro ad ogni liturgia c’è sempre una particolare teologia. Una celebrazione che comincia e finisce “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” rimanda ad una concezione trinitaria che è inaccettabile e perfino blasfema per i musulmani»…

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Cristiani e islamici una sola preghiera

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Due giorni fa in diverse città di Francia e d’Italia alcuni imam e semplici fedeli musulmani hanno partecipato alla messa cattolica, compiendo un gesto assolutamente inedito e direi persino inimmaginabile. L’hanno fatto per testimoniare pubblicamente due cose: la solidarietà ai cattolici per l’assassinio di padre Hamel e l’inequivocabile condanna del terrorismo che utilizza la religione. Ma al di là della contingenza immediata alla base di questa nobile iniziativa, occorre porsi una domanda: i cristiani e i musulmani possono davvero pregare insieme? Quello di domenica è un evento autenticamente religioso e come tale reiterabile anche in futuro, o è un evento sociopolitico compiuto in un contesto religioso? La mia tesi è che si tratta di un evento sociopolitico in un contesto religioso, e che come tale esso non può diventare un evento religioso ripetibile nel futuro, se non sempre in via del tutto eccezionale e con le medesime finalità socio-politiche …

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