Occorre pensare per trovare l’equilibrio

In una società spensierata e sfrenata il pensiero guida il nostro desiderio

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Vito Mancuso è un autore molto prolifico, apprezzato da un vasto pubblico. Il suo ultimo libro, uscito lo scorso autunno, si intitola “Il bisogno di pensare”. La Chiesa evangelica riformata di Locarno ha organizzato una serata nell’ambito della quale il filosofo e teologo ha presentato questa sua opera. Paolo Tognina ha incontrato Vito Mancuso, a Muralto, a margine dell’evento:

Prendendo spunto dal titolo del suo libro, mi verrebbe da obiettare che noi viviamo in una società che è spensierata, che non vuole perdere tempo a pensare, che non sente spesso il bisogno di pensare, che preferisce lasciare che siano altri a pensare per noi…

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Il bisogno di pensare a Tempo dello Spirito

Vito Mancuso

Intervista a Il Tempo dello Spirito, domenica 11 febbraio RSI Rete Due Ch

Il Bisogno di Pensare a Il Tempo dello Spirito [Link]

A colloquio con il teologo e filosofo Vito Mancuso, prendendo spunto dal suo ultimo libro: Il bisogno di pensare. Muovendosi ora in modo logico, ora in modo caotico, il pensiero ci accompagna per tutta la vita ed è una necessità che ci distingue in quanto esseri umani. 

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Intelligenza delle macchine e libertà dell’uomo

Roma, 30 gennaio 2018, Garante della Privacy, convegno “Uomini e macchine” 

Vito Mancuso: "Intelligenza delle macchine e libertà dell'uomo" [PDF]

Programma-invito

Rappresento una disciplina antica, la teologia, termine coniato 2400 anni fa in Grecia da Platone, e quindi il mio sarà un intervento inattuale, per certi aspetti scontato: dovendo trattare di “Intelligenza delle macchine e libertà dell’uomo”, farò un appello alla libertà.

In un lontano giorno del 1778 il filosofo illuminista tedesco Gotthold Ephraim Lessing dichiarava: “Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sinistra il solo eterno impulso verso la verità, e mi dicesse: scegli! io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra e direi: concedimi questa, Padre! La verità pura è soltanto per te!”. Oggi, quando siamo più o meno tutti inconsciamente portati a sostituire l’onnipotenza di Dio con l’onnipotenza della tecnologia (Emanuele Severino: “Dio è il primo tecnico, la tecnica è l’ultimo dio”), io riformulerei le parole di Lessing così: Se la Macchina tenesse nella sua destra tutta l’efficienza e nella sinistra il solo eterno impulso verso il lavoro e mi dicesse: scegli!, io sceglierei la sinistra dicendo: concedimi questa, Signora!, l’efficienza pura è solo per te!

La mia tesi è molto semplice, afferma che l’essenza dell’uomo è la libertà, e che quanto più si promuove la libertà, tanto più l’essere umano fiorisce; quanto meno, meno. L’identificazione dell’essenza umana nella libertà vale soprattutto per l’uomo occidentale, quello nato nell’antica Grecia e che queste parole di Eschilo definiscono al meglio. La regina dei persiani, Atossa, attende impaziente il ritorno dell’esercito dalla campagna di Grecia e siccome l’esercito tarda, inizia a interrogare il dignitario di corte su chi siano questi greci, se siano ricchi, forti, tecnicamente dotati nel tiro dell’arco e poi pone la domanda centrale: “Chi è il loro padrone?”. Ecco la risposta che Eschilo, che combatté sia a Maratona sia a Salamina, le dà tramite il dignitario di corte: “Si vantano di non essere schiavi di nessun uomo, sudditi di nessuno”. Era il 472 a.C. e nasceva in Occidente il concetto di libertà …

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Velo vietato al Tar di Bologna

QUALE GIUDICE AVREBBE AGITO COSI' SE IN AULA FOSSE ENTRATA UNA SUORA?

Intervista a Repubblica giovedì 18 gennaio [PDF] 

Schermata 2018-01-18 alle 20.21.50«Il criterio di valutazione per un fatto del genere è quello della laicità dello Stato, ma tutto sta nell’intendersi su cosa sia la laicità», afferma il teologo Vito Mancuso.

Ecco, appunto. Che laicità intendiamo? E quale, secondo lei, ha usato il giudice in questione?

«Laicità significa che ogni cittadino possa esprimersi liberamente, a patto che non arrechi danno agli altri. Ma per me essere laici non vuol dire tagliare tutto con il rasoio uniformando i comportamenti, bensì uno spazio nel quale le singole identità si esprimono. Per questo credo che la decisione del giudice sia criticabile. Anche perché imporre il capo scoperto si presta ad equivoci» …

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Il bisogno di pensare, recensione affaritaliani.it

«Cosa significa pensare e perchè é fondamentale farlo» di Alessandra Peluso 

Affaritaliani.it [Link]

MancusoPENSAREesec.inddÈ scontato pensare? Tutti possono farlo, qualcuno direbbe. E invece no, il cervello è un organo che appartiene a ciascun essere umano, ma la facoltà di pensare no; non tutti infatti, la esercitano. Il pensiero è stato un argomento di importanza rilevante per i mei studi. Il pensiero capace di trasformare la vita se solo si è consapevoli e responsabili nel farlo. Difficile. Tant’è che in occasione della presentazione del libro “Democrazia senza popolo”, presso l’Università del Salento, Carlo Galli chiaramente ha espresso l’incapacità della politica di pensare. E allora, risultano inequivocabili il bisogno e la necessità impellente di utilizzare il Pensiero: Vito Mancuso giustappunto scrive “Il bisogno di pensare”, pubblicato da Garzanti …

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Che classico il liceo classico

È utile? No. Apre la mente? Nemmeno, però lo studio del latino e del greco può aiutarci a ricordare chi siamo, da dove veniamo e cosa ancora possiamo diventare restando “sapiens”

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Intervista a RaiNews24 [Link]

Ricordo da giovane studente del ginnasio e del liceo classico l’obiezione che ricevevo spesso dai miei amici che frequentavano altre scuole e che anch’io, non di rado, muovevo a me stesso: ma a che servono il greco e il latino? Perché tanto dispendio di energie per studiarli? Era il tempo in cui l’inglese non aveva ancora assunto l’importanza (per non dire l’invadenza) odierna, il tempo in cui l’informatica non la conosceva nessuno perché nessuno aveva un personal computer, eppure già allora l’obiezione procedeva come un tarlo nella mente: il greco e il latino, ma non sarebbe meglio studiare altro al loro posto? 

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Se in Chiesa entra l’amore

«Fino a poco fa sarebbe stato inconcepibile il funerale congiunto di una coppia omosessuale che viveva come tale»

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Ci sono molti modi di far fronte a una tragedia: alcuni la possono aggravare cospargendo sale sulle ferite, altri la possono alleviare evocando parole e gesti che aiutano a reggere un dolore che di per sé non può essere umanamente sopportato. È il caso dei genitori di Alex Ferrari e Luca Bortolaso che, di fronte alla tragedia di perdere i figli nel fiore dell’età (morti per le esalazioni di monossido di carbonio in una villetta di montagna dov’erano in vacanza), hanno scelto di far celebrare congiuntamente i loro funerali visto che i due giovani erano uniti da tempo da una relazione d’amore. Il parroco, don Roberto Castegnaro, avrebbe potuto opporsi a tale desiderio a norma dell’articolo 1184, comma 3, del Codice di diritto canonico, secondo cui devono essere privati delle esequie ecclesiastiche «i peccatori manifesti ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli». In base a tale disposizione (la stessa a cui si rifece il cardinal Ruini per negare il funerale religioso a Piergiorgio Welby) egli avrebbe potuto o negare del tutto il funerale religioso ai due giovani, o, per lo meno, evitarne la celebrazione congiunta. Non lo ha fatto, ma è venuto incontro al desiderio dei genitori dichiarando: «Ho accettato di tenere la funzione e solo dopo ho saputo che si trattava di una coppia omosessuale, ma per me non cambia nulla» …

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Ricominciare da Erasmo

Schermata 2018-01-05 alle 14.49.13La “Riforma” (e la relativa “Controriforma” Tridentina) non é ancora entrata nella “postmodernità”. Le religiosità istituzionali e le relative scuole di “spiritualità” legate ciascuna al proprio sistema teologico / dogmatico, faticano a scoprire una spiritualità della pace laicamente concepita, secolarizzata, valida “etsi deus non daretur” (cioé indipendente dall’ipotesi Dio), tenendo conto del fatto che molti uomini e donne sono di fatto “operatori di pace” pur senza appartenere ad alcun credo religioso. Erasmo aveva intuito, evangelicamente, che il valore della Pace comprende tutti i valori umani e divini, perciò si rifiutava di schierarsi con uno o con l’altro dei due eserciti belligeranti. Nella ricorrenza del ciquecentenario della “Riforma” potremmo almeno sanare questa grave contraddizione dichiarando chiuso il conflitto e riconoscendo a Erasmo da Rotterdam, prete cattolico riformatore e maestro universale di umorismo e di pace, il titolo di “dottore della chiesa”. (TDF settembre 2017, p. 16) 

E' stato accusato di essere pusillanime, pauroso, vigliacco dagli uni e dagli altri perché ha avuto il coraggio dell'intransigenza della sua “folle” convinzione che le guerre non portano la pace, e non si può, con la guerra, glorificare il dio della Pace, della Libertà, della Giustizia. Ci sono voluti cinquecento anni di orrori commessi in mome delle “religioni”, delle “libertà”, delle “giustizie” perché il mondo ferito e malato possa capire che l'unica cura possibile della “città del futuro”, la “Nuova Balilonia”, sarà chiamare al proprio capezzale Erasmo, DOCTOR MUNDI.

Numero 6 (giugno/luglio) di “tempi di fraternità” 2018 …

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Il bisogno di pensare – Recensione di Paolo Calabrò

Il bisogno di pensare. Vito Mancuso fra filosofia, scienza e teologia

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Paolo Calabrò 6 dicembre 2017, Filosofia e nuovi sentieri [Link]

Leggere può far male? Come per tutte le cose, l’eccesso porta fuori strada, e il fine della lettura – nutrire il pensiero – può diventare qualcosa d’altro: anestetizzare la propria capacità critica rendendola dipendente dalle opinioni di altri – gli autori di libri e giornali, appunto – finendo, come rilevava Schopenhauer, per “pensare con la testa altrui, anziché con la propria”…

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