Piergiorgio Odifreddi e Vito Mancuso, dialogo sull’infinito

Padova; nell'ambito del festival SOLIDARIA 2019, il 26 settembre si è svolto l'incontro "Dialogo sull’Infinito: tra teologia e matematica” con Vito Mancuso – teologo, e Piergiorgio Odifreddi – matematico, e la moderazione di Giovanni Realdi – insegnante.

A 200 anni dalla scrittura de L’Infinito di Leopardi ci sembrava importante confrontarci su cosa possa significare oggi porre lo sguardo verso quell’ultimo orizzonte che il “guardo esclude”. Che ci si affidi ad una prospettiva teologica o ad una istanza profondamente laica, propria delle “scienze esatte”, è possibile indugiare sulla realtà andando oltre le apparenze del quotidiano; un’occasione per guardare in modo diverso ciò che ci circonda. Il video è stato realizzato dai ragazzi dell'Istituto Valle di Padova.

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La via della bellezza e della giustizia

Padova FIERA DELLE PAROLE Palazzo della Ragione – Gherardo Colombo e Vito Mancuso "La via della bellezza e della giustizia".

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Intervista a bonculture

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Intervista a firma di Felice Sblendorio e Elisabetta de Palma.

Intervista a Vito Mancuso bonculture [Link]

Vito Mancuso è uno dei teologi più importanti del nostro Paese. Non si contano le pubblicazioni e le edizioni dei suoi libri che, nonostante i temi complessi e specifici, vengono sempre più letti e discussi. Apprezzato dai più per la sua capacità di porre interrogativi e di utilizzare e animare una teologia slegata dalle logiche dogmatiche e autoritarie che a suo avviso dominano ancora il cattolicesimo, l’impegno fra ricerca e divulgazione di Mancuso è tutto legato all’affronto delle ombre e delle contraddizioni strutturali della dottrina. In attesa del suo nuovo libro che uscirà a breve per Garzanti, “La forza di essere migliori”, Mancuso sarà uno degli ospiti più attesi della diciottesima edizione de “I dialoghi di Trani”. La sua lectio, in programma giovedì 19 settembre a partire dalle ore 20.30 presso la Cattedrale di Trani, sarà incentrata sulla parola chiave dell’edizione 2019 del festival: “Responsabilità: origine e motivazione”. bonculture ha intervistato Vito Mancuso chiedendogli di anticipare i temi del suo intervento.

Partiamo dal tema di questa edizione dei “Dialoghi”: viene naturale pensare al confronto fra  Jonas e Bloch, che sarà peraltro il tema della lezione del professor Bodei. Per il credente, oggi, è necessaria più la responsabilità o la speranza?

«Si può essere responsabili e rendere la nostra azione effettivamente efficace anche senza coltivare una speranza. Su questo tema io partirei da cosa significa responsabilità. È una parola che rimanda ad una risposta: capire la domanda e rispondere con una relazione positiva al contesto. Se non c’è la speranza che la nostra risposta possa essere azione concreta e coordinata con il contesto, non si dà esercizio della responsabilità ma si apre una lotta per affermare un particolare punto di vista, a dispetto o contro gli altri, senza alcun tentativo di rispondere. Questo apre a una visione armoniosa dell’essere perché rispondiamo alle varie domande dell’ambiente, stabilendo che più siamo responsabili e più la nostra struttura non sarà individualista ma relazionale: non un atomo che può prescindere da tutti gli altri, ma una domanda in cerca di legami, di relazioni. Essendo io questa domanda, nella misura in cui la esplicito facendola diventare una risposta rispetto alle domande degli altri, io fiorisco» …

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Betlemme

Quel luogo tra mito e storia che ha segnato l’Occidente

È controverso che vi sia nato Gesù, ma i vangeli di Matteo e Luca, sia pure in date diverse, ne attestano l’evento. Ma quale significato attribuirgli oggi?

Betlemme [PDF]

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Trovandomi a Betlemme la notte del 25 dicembre di 2018 anni fa con una telecamera, potrei registrare qualcosa? Me lo chiedo perché la peculiarità che il cristianesimo si attribuisce rispetto alle altre religioni è la storicità. Mentre la Torah e il Corano esistevano prima della storia, e nella storia semplicemente si manifestano, le sacre scritture cristiane nascono come registrazione di un evento storico senza il quale non sarebbero sorte. Per l’ebraismo e l’islam il messaggio (Torah e Corano) è più importante del messaggero storico (Mosè e Maometto); per il cristianesimo, invece, il messaggero storico (Gesù) è più importante del messaggio (Vangelo). Anzi si può dire che il messaggio cristiano consiste nel messaggero stesso, nella peculiare identità di quest’ultimo, un’identità – ecco il punto – che si viene a costituire nella storia e come! storia. L’essenza del cristianesimo consiste nell’incontro storico tra l’eternità di Dio (il Verbo, il Logos) e la carne dell’uomo, un incontro così concreto da generare una persona precisa (Gesù) e da avvenire in un punto altrettanto preciso del tempo (anno zero) e dello spazio (Betlemme) … 

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La salute integrale

Intervista al prof. Vito Mancuso nell'ambito di «Vivere sani Vivere bene»

Il nostro primo dovere consiste nello stare bene. Non nel fare, ma nello stare. Se viene meno l’adempimento di questo primo dovere, non si giunge a un’armonia con se stessi e tutto quello che consegue, per quanto esteriormente impeccabile, sarà inevitabilmente macchiato da invidie, superbie, paure e quindi tale da generare malessere. Star bene però non è per nulla facile, in pochi ci riescono, i più non stanno bene, per rendersene conto basta guardare. Il motivo di questa difficoltà risiede nel fatto che il concetto di salute umana è molto articolato, così come lo è la costituzione umana. Un essere umano è corpo, psiche e spirito (intendendo con spirito la condizione della libertà) e quindi la sua salute si esprimerà sempre a un triplice livello come salute del corpo, della psiche e dello spirito. Star bene implica perciò la coltivazione di questa visione di salute integrale.

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I dialoghi di Trani – Torino Spiritualità

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Intervista radiofonica s Spreaker; è possibile riascoltarla al seguente

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Come indica l’origine del termine, essere responsabili significa rispondere. A cosa? A chi? Da dove viene la domanda che ci interpella e che ci chiama a rispondere in modo serio, affidabile, “sponsale” (per usare un altro termine che condivide l’origine di responsabilità)? E dove trovare la forza dentro di noi per sostenere tale risposta responsabile? E prima ancora, perché si deve rispondere in modo autentico, quando invece si può benissimo rispondere in modo falso o anche non rispondere per nulla?

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