Il teologo alla Libreria Erickson di Trento per presentare il suo nuovo libro.
«Dovrebbe esistere un’igiene della dimensione interiore, dovremmo “ripulirci” ogni giorno». Intervista di Fausta Slanzi su il Trentino 20 novembre 2019
Vito Mancuso intervista 20.11.2019 [PDF] Intervista 20 novembre [PDF]
«Nasce da una presa di consapevolezza della gravità della situazione etica, psichica, civica e politica nella quale l’Occidente in generale e l’Italia sono sprofondati e la mia convinzione è che non meritiamo questa condizione. L’essere umano ha la capacità di essere migliore di lavorare, di migliorarsi, quando questo avviene effettivamente è in grado di cambiare le cose fuori di lui e dentro di lui. Quindi l’insieme di queste due cose e una situazione di vero e proprio pericolo che la coscienza morale sta correndo assieme alla consapevolezza che la coscienza morale esiste ed è in grado di migliorare, hanno prodotto questo libro», così Vito Mancuso che oggi, 20 novembre, alle 18 sarà a Trento alla Libreria Erickson per presentare “La forza di essere migliori” edito da Garzanti.
Che cos’è per Vito Mancuso la coscienza morale?
È la terza produzione di una centrale di elaborazioni di informazioni che esiste dentro di noi. Abbiamo, rispetto a noi stessi e rispetto all’ambiente tre decisive esperienze mentali: la prima è la cognizione (cosa abbiamo, dove siamo, dove andiamo, di cosa abbiamo bisogno, quali sono gli amici, i nemici, le occasioni propizie e quali quelle da cui fuggire), questo primo elemento della coscienza come elaborazione dell’informazione la condividiamo con tutti i viventi (le elaborano gli animali, le piante, alla loro maniera, ogni essere vivente elabora informazioni sennò non potrebbe vivere). Poi esiste il secondo momento della coscienza che è l’autocoscienza: quando ci scopriamo come un io con un carattere, personalità, sentimenti, affetti e ci scopriamo come irriducibili rispetto all’ambiente, come soli e non vuol dire necessariamente isolati unici, irriducibili. Ciascuno sente di essere un io e per quanto legato agli altri capisce anche che questi legami non sono tali da esaurire completamente la sua esperienza del mondo e questa è l’autocoscienza. Poi c’è un terzo momento nel quale capiamo che le nostre azioni hanno una qualità relazionale variabile che può essere una qualità buona, una qualità cattiva. Noi capiamo quando siamo trattati bene e quando siamo trattati male, quando trattiamo male gli altri e quando li trattiamo bene. Capiamo quando siamo oggetto di un’ingiustizia o quando, al contrario, siamo trattati con giustizia. Questa cosa si chiama coscienza morale.
Che cos’è l’etica?
È quell’elaborazione collettiva, non solo di una singola coscienza morale ma di più coscienze morali, che l’umanità si è data per vivere insieme. Quando la mia coscienza morale parla con la tua e poi ancora parla con un’altra e un’altra, ci si accorda, si capisce – ma proprio interiormente – che alcune cose favoriscono il nostro stare insieme come umani, come animali anche, come viventi e altre cose, al contrario, non favoriscono lo stare insieme. Dire la verità, essere fedeli alla parola data, far conseguire alla parola l’azione effettiva, non rubare, rispettare la proprietà altrui, ovviamente rispettare la vita altrui …, questo favorisce lo stare insieme e il contrario danneggia lo stare insieme lo può lacerare, disgregare e allora l’etica è, il portare al pensiero quello che la coscienza morale sente e avverte.
Perché l’essere umano ha bisogno di armonia?
Perché l’essere umano è innanzitutto un fenomeno fisico e quindi, come tutti i fenomeni fisici è un sistema e quindi, come tutti i sistemi, è tenuto insieme da più elementi e ciò che tiene insieme più elementi all’interno di un sistema, quella forza che collega, si chiama armonia. Così come l’armonia unisce le diverse melodie all’interno della musica, allo stesso modo l’armonia all’interno dei vari sistemi fisici, psichici e così via unisce i diversi elementi fisici creando dai singoli elementi un sistema e questa logica sistemica è la logica della vita. Questo vale per noi ma vale anche per le piante: se la pianta è più in armonia con il suo ambiente, perché ha più sole, più acqua etc.. la pianta sta bene, stessa cosa per gli animali. Naturalmente noi non per ritenerci superiori o inferiori siamo, di fatto, un sistema più complesso perché abbiamo bisogni fisici, psichici e spirituali, artistici, estetici, sentimentali etc., e quindi più armonia abbiamo di tipo fisico, psichico e spirituale, più l’essere umano, fiorisce, proprio come fiorisce una pianta.
Però noi in questo tempo viviamo di più la dimensione materiale, mentre invece coltiviamo poco la dimensione spirituale…
Perché siamo ogni giorno bombardati da una serie di spot pubblicitari che ci lavano, fin da bambini, la mente magari ce la sporcano, più che lavarcela. Subdolamente, una goccia continua, quotidiana, che ci fa illudere che avendo tante cose materiali la nostra vita sia felice. Io non sono contrario alle cose, figuriamoci. Esiste una dimensione materiale della vita che è giusto venga esaudita, ci mancherebbe! Però l’umano oltre alla dimensione materiale ha la dimensione sentimentale e sopra a quella esiste la dimensione spirituale. Quindi una persona che cura veramente sé stesso, la propria vita, è colui e colei che cura tutte e tre le dimensioni.
In un recente incontro diceva che così come ci laviamo il viso e il corpo dovremmo lavarci anche lo spirito…
Dovrebbe esistere un’igiene della dimensione interiore. Uno, ogni giorno, così come si pulisce con attenzione il corpo, se vuole onorare e servire completamente tutte le dimensioni della sua vita, dovrebbe allo stesso modo, ripulire la dimensione interiore che si è sporcata nutrendosi delle varie emozioni che la vita ha portato, esattamente come si è sporcato il corpo. Le persone giustamente curano la dimensione esteriore spesso però non si fa altrettanto attenzione alla dimensione interiore e poi hai persone che esteriormente sembrano in salute ma interiormente non lo sono e da qui la depressione, l’ansia e tutta una serie di malanni che sono in aumento.
Per come siamo messi avremmo la forza di essere migliori?
Parlando come collettività, non lo so. Quello che faccio è rivolgermi alla coscienza singola, ai singoli e i singoli possono decidere e attuare questo percorso. Ognuno può all’interno di una collettività sporca, non essere più sporco. All’interno di una collettività fatua e superficiale, non esserlo: questo è possibile. Per quanto riguarda la dimensione collettiva, il sistema Italia, dipende dalle scelte che si faranno: se si torna con grande forza, come mai finora si è fatto, a insegnare nella scuola educazione civica ed educazione morale, se si torna a fare questo – e io lo metterei come qualcosa di assolutamente decisivo che deve avere la stessa importanza dell’italiano, matematica e inglese – allora si cura la coscienza morale che è malata. Non ho dubbi in proposito che la coscienza morale dell’italiano medio sia gravemente malata; o si fa questo, o la malattia procederà con tutto quello che ne potrà seguire.