Il Vescovo, il Professore e la Chiesa intollerante [PDF]
Un vescovo licenzia un professore di religione per le critiche ricevute in seguito alle sue indicazioni elettorali. Il fatto è avvenuto a Verona e solleva due domande: 1) può un vescovo dare indicazioni elettorali? 2) può un vescovo licenziare un professore di un liceo statale? Io sono convinto che alle domande sollevate si debba rispondere con due espliciti no, e ora argomento il mio pensiero.
I due protagonisti sono mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, dimissionario per raggiunti limiti di età ma ancora in carica perché il successore non è stato ancora nominato dal Vaticano, e Marco Campedelli, da 22 anni professore di religione presso il Liceo Maffei di Verona, già parroco nel centro di Verona, teologo e anche uomo di spettacolo in quanto esperto burattinaio. Mons. Zenti è noto per le posizioni conservatrici, ma su questo a mio avviso non esiste problema: in quanto libero cittadino italiano anche un vescovo può del tutto lecitamente avere le sue opinioni politiche ed è libero di manifestarle. Il punto non sono le personali idee politiche, sono piuttosto le “indicazioni elettorali” date dal vescovo in quanto supremo pastore ai fedeli della diocesi e in particolare al clero (a cui si chiede poi di raggiungere capillarmente i fedeli). Una cosa, infatti, sono le idee politiche, un’altra cosa, del tutto diversa, le indicazioni elettorali: nel primo caso si offrono elementi per pensare, nel secondo, esattamente all’opposto, si richiede l’obbedienza. Per questo un vescovo non può invitare apertamente il clero e i fedeli a votare per questa o quella precisa formazione politica, sia essa di destra o di sinistra. Però è proprio quanto ha fatto mons. Zenti qualche giorno prima del secondo turno per l'elezione del sindaco di Verona.
Immediatamente dopo le sue esternazioni a favore del centrodestra, Campedelli si è opposto, sia nel consiglio dei teologi sia pubblicamente tramite uno scritto pubblicato da una rivista specializzata che faceva rapidamente il giro della città. Le elezioni, come tutti sanno, sono finite con la vittoria del candidato non gradito a Zenti, cioè Damiano Tommasi, di cui si potrebbe parlare come di un "cattolico adulto", per riprendere la definizione che Prodi diede di sé al tempo del referendum bioetico urtando non poco il cardinal Ruini. Infine mons. Zenti si è preso la rivincita, o forse meglio, la vendetta, licenziando Campedelli …