Questo è Amore

Per presentare il nuovo cd di Lucio Dalla faccio quello che so fare, cioè costruire pensiero, articolare riflessioni filosofiche e teologiche, e inizio col chiedermi perché gli esseri umano facciano musica. Perché da un essere biologicamente determinato è nata l’esigenza, è sorto il desiderio, di fare qualcosa di così poco biologico e di così poco determinato come la musica? Per rispondere alla domanda è utile sapere da dove viene il termine “musica” e perché l’arte del suono si chiami proprio così, musica, in moltissime lingue del mondo (persino in basco, finlandese, turco, filippino, swahili).

Viedo della conferenza alla Feltrinelli di Bologna su Youtube

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«Il mio Dio si chiama libertà»

"I suoi libri vendono decine di migliaia di copie. Qui ragiona sulla sua visione della spiritualità. Facendo un netto distinguo tra fede e Chiesa". Intervista di Vito al "Mattino" di Padova 

di Silvia Ferrari.

È un teologo filosofo che sa come dialogare con i lettori, siano essi credenti o atei. Uno scrittore dalla prosa schietta, un pensatore dalla dialettica immediata. I suoi libri raggiungono ogni volta un successo editoriale sconcertante: l’ultimo, Io e Dio. Una guida dei perplessi, edito da Garzanti, ha raggiunto in meno di sei mesi otto edizioni e più di centomila copie vendute. Vito Mancuso è stato definito «il teologo che vuole rifondare la fede» per le sue posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, ma sa rassicurare e guidare anche chi nella fede non trova consolazione. È in questi giorni in Veneto per presentare il suo ultimo libro: dopo Vicenza e Bassano del Grappa, è passato a Venezia alla Fondazione Giorgio Cini per un seminario della «Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri»; poi a San Donà di Piave alla libreria Moderna; e sarà a Belluno nell’aula magna dell’Istituto Catullo mercoledì 1 febbraio alle 18. 

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Quell’addio disperato al volto di Gesù

Sono stato al teatro Parenti di Milano a vedere l’opera Il concetto di Volto nel Figlio di Dio del regista Castellucci. Quello che mi ha colpito arrivando è stata anzitutto la polizia, tantissima, quale nessuno si aspetta davanti a un teatro. La minaccia da cui doveva difendere direttrice, regista, attori e forse anche noi spettatori era una miscela di fanatismo religioso e di violenza fascista. …..

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La fede non sia segno di forza

Il teologo Vito Mancuso sulle forme tradizionali di evangelizzazione.

Il pellegrinaggio, ad esempio.

 

di Aldo Bertagni

 

Tornerà tra i fedeli dopo ben 63 anni. Sei tappe e la prima è in agenda il prossimo 5 febbraio. La Madonna del Sasso tornerà dunque pellegrina come nel 1949, a guerra finita e ben oltre la semplice “discesa” a Locarno come capitò nel 2009.Già tre anni fa si comprese quanto è forte il legame mariano, quanto ancora sa trasmettere entusiasmo e valori. Per contro c’è chi sussurra (perché a dirlo anche solo a voce moderata si passa per “eretici”) che forse non è proprio questa la strada per ringiovanire il messaggio cristiano, l’evangelizzazione. Si sussurra nelle parrocchie e anche in alcuni ambienti clericali. La secolarizzazione è lì da vedere e sono tempi difficili per ogni diocesi europea. Lugano non fa eccezione. Se poi si considera la fase di transizione con il vescovo Pier Giacomo Grampa in attesa di un segnale dal Vaticano (se continuare o meno, dati i limiti d’età), non sono pochi gli elementi che indurrebbero a una riflessione pacata, non “esibita”. Cosa significa oggi portare tra la gente l’effigie mariana?

L’abbiamo chiesto a Vito Mancuso

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