CHARLIE HEBDO, LA DERISIONE DEL DIVINO E LA MALATTIA SPIRITUALE DELL’UOMO MODERNO
La risata ha un valore liberatorio, benefico, ma può essere legata anche ad aggressività, violenza, fino al bullismo. Prendere in giro Dio nasce dalla disperazione di chi ha perso la possibilità di sperimentare il senso del mistero.
NOTA PREVIA. Come giustamente mi è stato fatto notare da alcuni lettori che ringrazio per la loro attenzione, il mio articolo contiene un’inesattezza linguistica in quanto il termine usato da Dante nel passo del Convivio da me citato, cioè “corruscazione”, significa sì manifestazione luminosa come ho scritto, o ancora meglio “lampeggiamento”, “bagliore di luce”, come scrive l’Enciclopedia dantesca, ma non ha nulla a che fare con “corrugamento”, come invece io ho scritto nell’articolo. Se avessi avuto a disposizione l’Enciclopedia dantesca e gli altri strumenti della mia biblioteca, credo che non sarei incorso nell’errore, ma non è stato questo il caso quando lavoravo a questo articolo, scritto di fretta dietro sollecitazione del direttore durante un tour di conferenze in una stanza d’hotel poco prima di prendere il treno. Gli errori, in ogni caso, sono errori ed è bello, per quanto sempre un po’ doloroso, riconoscerli ed emendarli, come sto facendo ora. Rimane comunque del tutto intatta la sostanza contenutistica dell’articolo che per questo ripropongo qui tale e quale. Vito Mancuso
Volendo considerare la questione del concorso satirico su Dio bandito da Charlie Hebdo dal punto di vista filosofico, occorre dire che i concetti in gioco sono due: il nostro ridere e il nostro rapporto con il divino (non necessariamente con il Dio unico dei monoteismi, ma con il divino; ovvero l’alto mistero che gli esseri umani da sempre hanno avvertito rispetto al loro esistere su questo pianeta) …