Dalla Bibbia a Nietzsche la vera felicità è nell’infanzia

Così dottrine spirituali diversissime tra loro concordano sulla necessità di diventare grandi restando bambini

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Platone nel “Timeo” riferisce di un sacerdote egizio molto anziano che si rivolge a Solone dicendo: «Voi greci siete sempre fanciulli, un greco che sia vecchio non c’è!», intendendo sottolineare la gioventù spirituale di coloro che noi (ironia della sorte) chiamiamo “antichi greci”. Ma non c’è solo la possibilità di essere spiritualmente giovani, vi è anche quella, non meno coinvolgente, di essere spiritualmente bambini. All’infanzia spirituale è dedicato uno dei testi più belli della Bibbia ebraica, il salmo 131: «Signore, non si esalta il mio cuore / né i miei occhi guardano in alto; / non vado cercando cose grandi / né meraviglie più alte di me. / Io resto quieto e sereno: / come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, / come un bimbo svezzato è in me l’anima mia»…

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Noi siamo e non siamo il nostro corpo

Intervista a cura di Gianfranco Brevetto per la rivista EXàgère – Exagere [Link] – Noi siamo e non siamo il nostro corpo – Intervista a Vito Mancuso [PDF]

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– Professore, lei ha dedicato una delle sue opere più apprezzate all’anima. Pur essendo un concetto usato di frequente, il suo vero senso spesso sembra sfuggire. Ci può aiutare a precisarlo? In che relazione è con il corpo?

– Io penso che si possa facilmente riassumere in poche righe. L’anima è uguale alla vita, lo spirito è uguale alla libertà. Prima ancora c’è il corpo e, in una condizione di possibilità, direi corpo uguale struttura. Detto questo, occorre chiarire queste apparentemente semplici eguaglianze. Nel caso di corpo uguale struttura, noi diciamo di qualunque oggetto che è un corpo. La poltrona sulla quale ora sono seduto e tutto ciò che vedo sono corpi fisici; gli enti, per presentarsi al mondo, sono dotati di un corpo materiale, questa è un’evidenza. Il termine anima è sorto nella gran parte delle tradizioni per designare i corpi che si muovono da sé in quanto dotati di vita. In questo senso anima uguale vita, si ha, infatti, nel vivente una disposizione dell’energia tale da far si che il totale dell’energia che costituisce il corpo non sia racchiusa integralmente nel corpo fisico. Esiste un’eccedenza di energia libera, un surplus di energia libera. A partire dal primo organismo vegetale, dai primi organismi animali e salendo in tutte le forma di vita più complesse, noi abbiamo che l’energia totale è maggiore a quella che è propria della massa corporea. E questo fa sì che il corpo sia animato…

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Tettamanzi innovando superò la tradizione e se stesso

Vito Mancuso ricorda l'ex arcivescovo di Milano morto all'età di 83 anni: «Una vita dalla parte dei più deboli e delle minoranze».Intervista di Laura Carcano

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«L'arcivescovo emerito Dionigi Tettamanzi seppe superare se stesso andando oltre l'approccio di conservazione che per anni nel suo impegno nella Chiesa aveva incarnato su temi come il matrimonio, la sessualità e la bioetica». È Vito Mancuso, teologo, a ricordare così l'ex arcivescovo di Milano, nato in Brianza, che si è spento all'età di 83 anni, dopo essersi posto dalle parte dei più deboli e delle minoranze, con gesti dal forte valore simbolico come la visita di Natale nel carcere milanese di San Vittore e la coraggiosa proposta di una moschea in ogni quartiere della città …

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Nacqui Ortica Selvatica

Laboratorio di Scrittura e Lettura Creativa - POESIE DAL CARCERE 

a cura di Silvana Ceruti e Alberto Figliolia. Prefazione di Marco Garzonio  collana Agape 156, pagine 180, prezzo € 15.00  

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«Quando Margherita Lazzati e Silvana Ceruti mi hanno chiesto di scrivere una prefazione per questo libro di poesie, mi ha preso un forte senso di pudore. Mi sono chiesto che cosa avrei mai potuto dire io che non fosse superfluo di fronte a una raccolta poetica che è una MINIERA DI SENTIMENTI E DI VISSUTI. Mi sono risolto ad accingermi a quella che vivevo proprio come un’impresa difficile quando mi sono affidato alle bozze, che facevo scorrere lentamente, senza sapere dove sarei arrivato e se sarei riuscito a scrivere. Titoli e versi mi hanno rimandato a poco a poco ai pensieri, alle situazioni, agli incontri, al lavoro che mi hanno abitato in questi ultimi tempi. Allora ho avvertito esigente il bisogno di restituire qualcosa, di condividere una ricchezza straordinaria di esperienze che ho avuto la fortunata opportunità di vivere. Scrivere queste poche righe sarebbe stato il modo di corrispondere da parte mia al dono che mi veniva fatto di essere messo a parte degli esiti intensi, ricchi, profondi che il Laboratorio di Lettura e Scrittura Creativa sta producendo.»

dalla prefazione di Marco Garzonio

LABORATORIO DI LETTURA E SCRITTURA CREATIVA È stato fondato venti anni fa da Silvana Ceruti che continua ad animarlo con Alberto Figliolia – a livello di volontariato. Insieme a loro altri fedeli amici-collaboratori e occasionali ospiti offrono alle persone detenute che frequentano il Laboratorio un contributo di amicizia e di cultura. Il fine fondamentale di questo Laboratorio è infatti “fare un pezzo di strada insieme” tra persone “dentro” e persone “fuori”, scoprire sentimenti propri e altrui e linguaggi per esprimerli. 

Prefazione Poesie dal carcere [PDF]  Scheda Nacqui Ortica Selvatica [PDF] 

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Le Dolomiti? Così belle da diventare forme dello spirito

Intervista al prof. Vito Mancuso di Fausta Slanzi

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«Noi abbiamo a che fare con una concezione individualista, soggettivista della bellezza, la cultura dominante dice, “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”. Io non penso sia così. La bellezza è oggettiva e non soggettiva» afferma Vito Mancuso.

L’essere umano come si rapporta al valore della bellezza?

«Come si conosce la bellezza? Per qualcosa che sta di fronte a noi, è qualcosa che non produce la mente, ma la produce nel momento in cui ha dei criteri che esistono già. E quali sono, questi criteri? Io faccio riferimento a Tommaso d’Aquino: claritas, integritas, debita proportio-armonia. La bellezza ha a che fare con la chiarezza, non devi ragionare per capirla. Non a caso in greco il significato di estetica è qualcosa che prende i sensi, sei rapito dalla bellezza. Il senso di trascendenza che la bellezza comunica – quando sei di fronte a qualcosa di bello, un paesaggio, il mare, le montagne, le Dolomiti, un volto, una musica – è che ci si sente piccoli. La bellezza, quella vera, è grande e tu ti senti piccolo rispetto alla bellezza della montagna, del mare: sei al cospetto di qualcosa che trascende da te. La bellezza ti porta a fare un’ esperienza spirituale, è un incanto; ti porta al di là di te. Le Dolomiti sono lì e se a qualcuno non piacciono è un problema del suo rapportarsi a un valore, ad una epifania dell’ essere che esiste e che ci fa dire che le Dolomiti sono belle a prescindere dal riconoscimento UNESCO.Tutte le persone formate riconoscono la bellezza nelle Dolomiti, nel mare della Sardegna, nei templi greci, nella musica dei grandi come Bach; questo vuol dire che contrariamente a quanto sostiene la cultura dominante, la bellezza è oggettiva e non soggettiva»…

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La bellezza salverà il mondo?

Presso la Corte di Adelio ad Erba (CO), martedi 13 giugno si e' tenuto l'incontro-dibattito ''LA BELLEZZA SALVERA' IL MONDO?'', organizzato dall'Associazione Ancora Onlus. Relatori: Gherardo Colombo, Donato Bettega, Carlo Sini, Maurizio Ferretto e Vito Mancuso. Accompagnamento musicale: Sulutumana

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Conversazione con Vito Mancuso

La libertà è il coraggio di dire no a se stessi

meditazione-trascendentale

Vorrei essere libero, libero come un uomo. […] 
La libertà non è star sopra un albero 
Non è neanche il volo di un moscone, La libertà non è uno spazio libero 
Libertà è partecipazione

Ascolta l'intervista a Vito Mancuso al [Link] La 27^ora

Questa è la libertà secondo Giorgio Gaber; non a caso da quattro anni è l’inno della nostra iniziativa Il Tempo delle Donne, e Vito Mancuso rilancia: «Siamo al mondo per diventare liberi». Ottima definizione di quello che è uno scopo per la vita che ha sicuramente a che fare con la felicità. Ma cosa intendiamo per libertà? O meglio ancora: cosa significa essere liberi? E tu: ti ritieni libero? Credi che la libertà sia qualcosa di interessante per la tua vita? Quante domande. Ma la filosofia prima di tutto deve interrogarci, come faceva Socrate, perché nell’interrogarci, il nostro pensiero prima e la nostra esistenza poi prendono forma, più saputa e consapevole. 

Anche Mancuso, noto teologo e filosofo, autore di vari saggi di successo di cui il primo L’anima e il suo destino, ci pone parecchie domande che ci guidano in un’ indagine della nostra condizione esistenziale nel suo Il coraggio di essere liberi (Garzanti 2016). La questione della libertà, come della felicità, è quindi molto concreta: «Abbiamo il coraggio di essere liberi? Crediamo che si possibile essere liberi?» Il coraggio di diventare più consapevoli della nostra condizione esistenziale e quindi anche del nostro sguardo che gettiamo sul mondo, insieme al coraggio di essere e restare sempre creativi, per trasformare la realtà che ci è data, là dove possibile, con le nostre stesse mani, è ciò che serve per sperimentare la libertà. Inizialmente noi non siamo liberi, dice Mancuso: «Siamo condizionati e determinati da educazione, cultura, stato di nascita … pertanto la libertà nasce prima di tutto da un atto voluto di liberazione, dal coraggio di dire di NO e di iniziare ad orientare i nostri desideri e gli obiettivi della nostra vita».

La felicità, in questa visione – facendo riferimento anche ad Aristotele – non è solo divertimento, ma è vivere in maniera piena, facendo sì che ci sia «accordo del nostro essere materia necessitata con il nostro essere capaci di scelta e di creatività, cioè di libertà». Quindi prendiamo la nostra realtà e cerchiamo di trasformarla creativamente, con la passione per la vita stessa, con il gusto di esistere che possiamo provare ogni giorno.

Laura Campanello

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