L’antigiudaismo e la necessità di un’ecologia della mente cristiana

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Il nuovo antisemitismo e le “pietre d’inciampo” scritte nei testi sacri. Qualche domanda ancora da porsi

Nella Prefazione a I sommersi e i salvati Primo Levi scriveva che il suo libro intendeva rispondere a una “domanda più urgente”, che poi egli esplicitava così: “Quanto del mondo concentrazionario è morto e non ritornerà più, come la schiavitù e il codice dei duelli? Quanto è tornato e sta tornando? Che cosa può fare ognuno di noi, perché in questo mondo gravido di minacce, almeno questa minaccia venga vanificata?”. Era il 1986 e da allora a oggi la tripla domanda di Levi è diventata ancora più urgente. Il 10 dicembre a Roma nel quartiere Monti sono stati divelti e sottratti venti speciali sanpietrini denominati pietre d’inciampo in quanto dotati di una targhetta in ottone con il nome, la data di nascita e quella di morte di alcune vittime della Shoah, ultimo fatto di una serie crescente di ostilità antisemite in tutta Europa, tra cui da noi una maglietta con la scritta a caratteri disneyani Auschwitzland di un’allegra signorina durante una manifestazione a Predappio (28 ottobre) e una statuetta di Hitler in un presepe di Napoli (9 dicembre) …

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Laicità e fine vita

 A dieci anni dalla scomparsa di Eluana Englaro riproponiamo le riflessioni sul fine vita fatte dal prof. Vito Mancuso nel luglio 2008, in cui, partendo dal caso Englaro, ha affrontato "teologicamente" il delicato tema.

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Tre premesse fondamentali.

La prima è che io, personalmente, sono contrario a che si interrompa l’alimentazione di Eluana, e se mi trovassi a vivere una condizione del genere, vorrei rimanere al mio posto di combattimento, anche con la sola vita vegetale ma comunque al mio posto nel grande ventre dell’essere: nessun accanimento terapeutico, ma vivere fino in fondo la vita, secondo la tradizionale visione cattolica della morale della vita fisica. La seconda premessa è che adesso non si tratta di me ma di Eluana, e che ciò che è un valore per me non è detto che lo sia per lei: ciò che per uno può essere edificazione, per un altro che la pensa diversamente si può tramutare in tortura. Una diversa concezione della vita produce una diversa etica, e da una diversa etica discende una diversa valutazione delle situazioni concrete. La terza premessa è che lo stato laico deve produrre, a partire dalle diverse etiche dei suoi cittadini, un diritto unico, tale da essere per quanto possibile la casa di tutti, dove tutti vedano riconosciuta la possibilità di vivere e di morire secondo la propria concezione del mondo, realizzando con questo la giustizia, che, com’è noto, consiste nel dare a ciascuno il suo. La distinzione tra etica e diritto è decisiva.

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A scuola di Etica

Con VITO MANCUSO, STEFANO BOLOGNINI e Mons. ZUPPI

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Il 16 gennaio il teologo e filosofo Vito Mancuso e lo psicoanalista Stefano Bolognini, insieme all'Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, sono stati ospiti della Fondazione MAST di Bologna per un incontro dedicato all’etica e al ruolo delle virtù cardinali nella coscienza sociale. L’evento è stata l’occasione per presentare la nuova iniziativa che vedrà i due pensatori protagonisti di un laboratorio dedicato al tema, un "corso di approfondimento" nato per rispondere alla crescente esigenza di riflessione e consapevolezza nella società contemporanea, che la Fondazione MAST ospiterà dal 4 febbraio.

Mancuso, bolognese d’adozione, e Bolognini, felsineo doc, si incontrano per la prima volta in una formula sperimentale che "debutta" nella “loro” città: un corso dedicato a chi vuole approfondire il ruolo delle virtù cardinali nella coscienza sociale dei nostri giorni.

Il "laboratorio di etica" è una nuova proposta formativa ideata proprio per rispondere all'esigenza di approfondimento e riflessione della contemporaneità, e promuovere la riscoperta dei fondamenti di una "vita dedicata al bene": è alla luce di queste finalità che Mons. Zuppi, il "prete di strada e di altare" – come lo ha definito Mancuso in un'intervista – ha accolto con favore questa iniziativa e ha voluto essere presente all’incontro di apertura.

Il laboratorio, in cinque lezioni (4 e 18 febbraio, 4 e 18 marzo, 1 aprile, dalle ore 18.00 alle 20.00.) sarà ospitato negli spazi della MAST Academy. Ogni incontro si aprirà con una introduzione filosofica di Mancuso, cui seguirà uno sviluppo dal punto di vista psicoanalitico a cura di Bolognini. A seguire i due si confronteranno sul concetto preso in esame per poi aprire il dibattito al pubblico, che potrà così approfondirne ogni aspetto.

L’evento è aperto al pubblico fino ad esaurimento posti. 


UFFICIO STAMPA ELASTICA Barbara Mazzocco M. +39 347 950 7832 – T. +39 051221411

barbaramazzocco@elastica.eu  press@elastica.eu  http://elastica.eu

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Intervista a Il Secolo XIX

«Il nostro compito è togliere violenza per combattere la malattia dell’odio».

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Intervista al prof. Vito Mancuso di Elena Nieddu per IL SECOLO XIX, 11 gennaio 2019

Intervista a il Secolo XIX 11.01.2019 [PDF]

Saremo salvati da un giardino, nel fondo del nostro cuore, curato così come insegnava Etty Hillesum, intellettuale olandese ebrea uccisa ad Auschwitz nel 1943: «Più pace c'è in noi, più pace ci sarà nel nostro mondo turbolento». È questo il primo passo verso un mondo senza odio, malattia curabile, al centro dell'incontro che il teologo Vito Mancuso terrà sabato 12 gennaio 2019 alle 18.45 al festival della criminologia, a Palazzo Ducale. Odio che si esplicita, in chi lo provoca, anche in uno sguardo curvo, deformato, sul mondo.

Professor Mancuso, il tema dello sguardo, degli occhi, ricorre spesso nelle religioni, dal cristianesimo al buddhismo. Perché è così importante?

Lo sguardo retto vede che il conflitto, psicologico, economico, storico, sportivo, inerisce strutturalmente al mondo. Vede il conflitto e sa vivere all'interno di un contesto in cui esistono armonia e disarmonia, concordia e discordia. Viceversa, lo sguardo deformato, immaturo, tipico dell'odio, trasforma i conflitti strutturali in inimicizie profonde che generano la patologia dell'odio…

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Lo spazio del pensiero

Educare vuol dire insegnare a pensare, porsi le grandi domande sul senso del nostro essere al mondo.

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Intervista al prof. Vito Mancuso a cura di Maurizia Butturini e Chiara Tacconi

Intervista a Scuola dell'infazia Giunti [PDF]

La libertà, pensare, la solitudine, la ricerca spirituale… Sono questi alcuni dei temi della sua ricerca. Ritiene che possano entrare a far parte dei percorsi educativi, a cominciare dai bambini piccoli?

Possiamo “dare forma” (a noi stessi, ai bambini) se abbiamo un modello a cui ispirarci. Chi vogliamo formare? Qual è il modello di essere umano che abbiamo in mente? L'idea di scuola attualmente prevalente riflette il “clima culturale”, quello che Hegel chiamava “lo spirito del tempo”: siamo portati a pensarci come funzionali all'ingranaggio produttivo. Parliamo di istruzione e non di educazione (infatti abbiamo un Ministero dell’Istruzione) perché ci pensiamo come homo faber, come diceva il filosofo Herbert Marcuse: un uomo schiacciato su un’unica dimensione, la produttività; tutto deve essere utile, deve servire, deve essere funzionale…

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Il mio Natale “naturale”

Cosa fa nascere e rinascere continuamente il mondo, facendo sì che in realtà ognuno dei 365 giorni dell’anno sia un dies natalis? Una contro-tesi sulla Natività.

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Quanti anni avete? Quanti essi siano, nessuno di noi è più bambino, abbiamo smesso da tempo di credere a Babbo Natale e alla sua slitta tirata dalle renne carica di doni, così come abbiamo smesso di credere a Gesù Bambino che nella notte avrebbe portato quei regali che trepidanti gli avevamo chiesto nella letterina insieme alle promesse di essere più buoni e di obbedire alla mamma e al papà. Ma a cos’altro abbiamo smesso di credere? A cosa, invece, crediamo ancora? …

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La Bellezza a Uomini e Profeti

Quattro appuntamenti con Vito Mancuso a Rai Radio3

Schermata 2018-12-09 alle 14.14.56Che cos’è la bellezza e qual è il suo messaggio ? Inizia un percorso snodato in quattro incontri con il teologo e filosofo Vito Mancuso :  La bellezza è innanzitutto una via da percorrere per la coltivazione della vita spirituale, la condizione per una vita in cui l’umanità si dispieghi a pieno, una vita nuova, innovativa, eticamente sensibile, creativa, ispirata e ispiratrice, passa attraverso la cura della bellezza in ogni aspetto della nostra vita.

Riascolta le trasmissioni ai seguenti Link: 

Uomini e Profeti – «La Bellezza» Prima puntata 9.12.18 [Link]

Uomini e Profeti – «La Bellezza» Seconda puntata 16.12.18 [Link]

  Uomini e Profeti – «La bellezza» Terza Puntata 23.12.18 [Link]

Umoni e Profeti – «La Bellezza Quarta 30.12.18 [Link]

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“Sentinella, quanto resta della notte?” (Isaia 21,11)

La Lettera di Natale 2018 del Centro Balducci

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Balducci Lettera Natale 2018 [PDF]

Nell’iniziare questa Lettera avvertiamo l’esigenza dell’umiltà e del coraggio: la prima come ascolto, condivisione e partecipazione di tante storie e di diversi percorsi; il secondo perché, nel tempo presente, sentiamo con particolare evidenza che la neutralità è impossibile, che è urgente esserci, riflettere, prendere posizione con parole e azioni credibili.

Parole e germogli di speranza

Pur vivendo una preoccupazione che ci addolora, una lettura veritiera della realtà ci consegna alcune esperienze che diventano ragioni di speranza capaci di giustificare l’impegno di ciascuno di noi. È lo stesso profeta Isaia che ci invita a rimanere in attesa vigile del momento in cui le oscurità si diraderanno per lasciare spazio alla flebile luce dell’aurora, che illuminerà quei piccoli germogli di speranza che già intravediamo nel tempo presente. A partire dalle tante persone che nei diversi ambiti e situazioni personali e comunitarie, di volontariato e di responsabilità professionali e istituzionali, si dedicano e si impegnano ogni giorno con onestà, rettitudine e coerenza, anche al di là del compito strettamente inteso con umanità e credibilità ammirevoli …

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