Gridi e preghiere

POESIE DAL CARCERE

Schermata 2019-04-15 alle 21.01.14

Gridi e preghiere [PDF]  Gridi e preghiere copertina [PDF]

Prefazione a "Gridi e preghiere"

Un nuova raccolta di poesie che hanno l’anima di nuda preghiera. Poesia è captare il fermento magmatico della vita, teso fino al delirio nella ricerca di un ritmo, di un ordine, di senso – ritmo del mondo, di un luogo o di un evento, e tradurlo in scrittura di parola… La scrittura poetica in certo modo è creazione obbediente al Soffio percepito dentro. Nell’interiorità del cuore, dentro le cose. La scrittura poetica, quando è in verità distillato della vita, ha una scaturigine orante, poiché è parola che invoca Altri.

Per l’invenzione poetica, il punto da cui sgorga poesia è l’incanto di trovare l’accordo impossibile: il tempo interno che rivela le irrisolte armonie  celate nell’esteriorità. Lo scavo interiore della vita rivela una sintonia mirabile con il fermento che agita il mondo della vita …

Un’accordatura segreta del tempo interiore con un’esteriorità che resiste, urta come un muro ostile, come un’aria di irrespirabile estraneità. Come un’invalicabile barriera.

Poesia è capacità di cogliere il suono del silenzio dentro l’assordante muro dell’estraneità sospettosa. E quale condizione più propizia per questo essenziale lavoro di armonia, che la cella di reclusione? Ivi è possibile raggiungere le radici delle cose e scavare riconciliazione insperata.

La condizione di detenzione pare, in tal senso, paradossalmente propiziare questa ascesi dello sguardo che consente di scoprire e nominare in parola le nascoste, paradossali armonie: “il mondo, l’umanità / la propria vita / fioriti dalla parola / la limpida meraviglia / di un delirante fermento” – come scriveva il poeta Ungaretti.

Non è opera puramente estetica, ma è processo di maturazione dell’anima, per consonanze tra mondi abissalmente lontani. Consonanza, sommovimento come un pianto – come una preghiera.

La grazia del ritiro inverante, generato da una conversione del cuore, è grazia che irrompe da Lontano. Dice Dio.

Che rapporto allora, tra poesia e preghiera?

Non tutte le preghiere sono poesia, perché a volte rimangono al balbettìo inespresso oppure ripetono formule rituali. Ma in ogni vera poesia – io credo – c’è una segreta preghiera: la parola poetica dice di Dio e, ultimamente, è detta a Dio. Anche se fosse un grido, o addirittura una delirante maledizione.

In questa seconda raccolta antologica, “Gridi e preghiere" in forma di poesia, creazione di persone detenute che frequentano il Laboratorio di lettura e scrittura creativa nel carcere di Opera, si raggiunge spesso quell’intensità di vissuto e di espressione che fa mirabilmente, della preghiera, poesia.

Testimonianza toccante di quanto il silenzio e la costrizione possano divenire il luogo del sorgere della parola poetica. Preghiera non rituale. Parola liberata e liberante. Per tutti.

Accogliamo con commozione questa nuova raccolta che, nella varietà degli accenti e dei toni, mirabilmente testimonia e sostiene ricerca inesausta di libertà. Ci incoraggia a resistere nella speranza, col presagio del nuovo, giacché “il tempo libero scorre / segnando le ore”.

Madre Maria Ignazia Angelini, monaca di Viboldone

Abbazia di Viboldone, 8 marzo 2019, “Venerdì delle ceneri”