FESTIVAL DEL PRESENTE – FORME DEL CAOS Bologna – Castelfranco Emilia
Lunedì 6 ottobre 2025 Centro San Domenico Bologna
Tutto quello che finora ho imparato sulla gioia di vivere [PDF]
Tema: Vito Mancuso esplora la "gioia di vivere" non come felicità passeggera, ma come una condizione interiore profonda, raggiungibile attraverso il lavoro su di sé e l'unificazione delle proprie dimensioni, persino in un mondo segnato dal caos e dall'incertezza. Sintesi relazione su schema della conferenza secondo gli appunti di Anna Maria Ghera, che ringraziamo”. Punti chiave e argomentazioni:
1. Il Caos: Origine e Reazione Umana
Definizione di Caos: non è primariamente disordine, ma "voragine, abisso, spazio vuoto" da cui nasce il nuovo e il creativo. Esiste un caos esterno (eventi mondiali, conflitti, incertezza politica) e un caos interiore (paura persistente, ansia).
Reazioni umane al Caos: di fronte alla paura e all'indefinitezza, gli esseri umani reagiscono in tre modi (simili agli animali):
- Fuga: Impossibile, a meno di "uscire dal mondo" (togliersi la vita).
- Aggressione: Si manifesta in un aumento dell'aggressività sociale quotidiana, radicata nella paura.
- Raccoglimento: "Fingersi morti", ovvero ritirarsi in sé stessi, ascoltarsi e lavorare interiormente per non soccombere alla violenza e alla cattiveria esterne.
2. Le cose imparate sulla Gioia di Vivere:
- La Gioia esiste nel mondo caotico: è possibile sperimentare la gioia anche in un mondo di incertezza, predatori e antinomie irrisolvibili dalla ragione (bene/male, giustizia/ingiustizia, bellezza/relatività).
- L'Essenza della Gioia è l’Unificazione.
- La logica dell'essere è aggregativa e relazionale. Siamo "impastati" da questa logica.
- Quando mettiamo in atto momenti di unificazione, la nostra natura gioisce profondamente.
- Unificazione di sé con sé: armonia tra mente e corpo, emozioni e pensieri (richiamo al mito della biga alata di Platone – equilibrio tra cavallo nero, cavallo bianco e auriga, cioè tra dimensione irrazionale e razionale/ideale). Mancuso critica sia l'eccessiva repressione del "Superego" (superato) sia la sua assenza (anarchia delle passioni).
- Unificazione interpersonale: L'amore, la complicità, la fusione a livello fisico, psichico e spirituale. Può estendersi anche all'amore per un'idea, una passione, un'arte, una città.
- Unificazione con il mondo/il divino: Vedere il mondo non solo come caos, ma come abitato da un Logos, Dharma, Tao o Sophia, ovvero una logica profonda o un Mistero. Questo avviene per via mistica (anche in una mistica naturale, come quella di James Lovelock con la Terra).
3. Il Paradosso della ricerca della Gioia:
- Tutti la cercano, ma ciascuno a modo suo; ciò che è gioia per uno è noia per un altro.
- Pochissimi la trovano: più si conosce il mondo e sé stessi, più si vedono le sofferenze (richiamo a "Dukkha" del Buddha e alle conversazioni di Goethe che si dichiarò felice solo per 11 giorni).
- La vera gioia umana deve guardare in faccia il dolore e la realtà, non basarsi su un'illusoria spensieratezza (critica la felicità del "gregge" di Leopardi).
4. La Gioia dipende dall'Idea di Essere Umano (Antropologia):
- Mancuso Critica l'antropologia "unidimensionale" (materialista, riducendo tutto al corpo e alla chimica) e quella "spiritualista" dualista (corpo vs. anima).
- Propone un'antropologia tripartita: Corpo, Psiche e Spirito.
• Il Corpo prova Piacere.
• La Psiche prova Felicità (un'emozione, transitoria e dipendente da fattori esterni, come cantava Lucio Dalla).
• Lo Spirito prova Gioia (il risultato di un lavoro interiore, duraturo, indipendente dalle circostanze.
Lo Spirito è la dimensione della libertà (atti consapevoli, creativi e responsabili), spesso in contrasto con l'istinto di sopravvivenza del corpo e della psiche. L'esempio di Rosario Livatino che rifiuta la scorta per non mettere a rischio altri, dimostra un atto di libertà spirituale. Il termine "spirito" (latino spiritus, greco pneuma, ebraico ruach) significava originariamente "vento", simbolo di imprevedibilità e libertà.
5. Condizione indispensabile per la Gioia: La Solitudine (Raccoglimento):
- Se la gioia è il risultato di un lavoro interiore, richiede una condizione: la solitudine.
- Hannah Arendt nel suo saggio su Socrate, parlando dei totalitarismi, sottolinea come il loro primo interesse sia "eliminare qualunque possibilità di solitudine".
- Questa solitudine non è isolamento (negativo), ma raccoglimento: il dialogo con sé stessi, l'esame di coscienza (praticato già da Pitagora). Permette di conoscersi, unificarsi e lavorare sul proprio pensiero.
- Nelle lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana si legge gioia in assenza di felicità, frutto di un'unificazione profonda con la propria coscienza, i propri valori (Dio, Patria, Famiglia).
Conclusione: è fondamentale ritrovare la spiritualità e il lavoro interiore. Questo raccoglimento su di sé genera una condizione di pace e gioia profonda, essenziale per gli esseri umani per apprezzarsi e non soccombere alla cattiveria di un mondo caotico.
