La sostenibile pesantezza dell’essere cattolici

Concili. Una storia affascinante tra passato e futuro

 Intervento di Vito alla presentazione del libro di Luigi Sandri [PDF]

sandriPer quanto concerne il libro di Luigi Sandri, io non posso che sottolineare che ci troviamo di fronte ad un’opera riuscita. Perché un libro sia riuscito ci devono essere due elementi almeno che si amalgamano molto bene: contenuto e forma. Il contenuto è corretto: soprattutto quando si tratta di una materia così vasta, così complessa, labirintica, se uno segue Luigi non si perde. Anzi: cammina abbastanza spedito, ha la possibilità di vedere dall’alto panorami complessi… E poi la forma. Ciò che fa un libro è l’unione di questi due aspetti. La forma che sa dire le cose in una certa maniera e che fa sentire al lettore la sua voce. A me piacciono i libri nei quali si sente la voce dell’autore, la sua personalità, il fatto che prenda decisioni, il fatto che dica «io penso… io sono d’accordo… io non sono d’accordo». Insomma: quando si incontra un uomo che pensa, che decide, che ha una personalità. Chi legge questo libro incontra tutto questo, quindi è una bella avventura leggerlo. A me ha fatto bene, mi ha messo in ordine tante idee, vi ho trovato tanto materiale utile…

Continua a leggere

Pubblicato in Home

L’ossessione nordica

Invito Ossessione nordica PADOVA

Relazione introduttiva di Vito alla conferenza di presentazione

della mostra 

L’OSSESSIONE NORDICA 

Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana 

Università di Padova, venerdì 24 gennaio 2014

 

www.mostraossessionenordica.it [Link]

 

audio-Mancuso-128-Kps.mp3     

 


Pubblicato in Home

Mutare la dottrina, si può e si deve

Vaticano, Papa Francesco incontra seminaristi e novizi“Se non entrerà in gioco il concetto di famiglia, non so a cosa possa servire il Sinodo. La questione di fondo è proprio questa, l’ha detto anche Maradiaga nella recente intervista concessa al quotidiano tedesco Kölner Stadt-Anzeiger”. Il teologo Vito Mancuso è rimasto impressionato dalle parole del porporato honduregno, “mi ha colpito la libertà della mente che il suo incedere aveva, e di questo c’è molto bisogno, soprattutto nella chiesa”, dice al Foglio. “Serve parresìa, franchezza nel dire le cose, pur avendo sempre rispetto verso la persona verso cui le si dice. C’è necessità di dire le cose in maniera netta, franca. Cosa che oggi non si vede più troppo spesso”. Maradiaga parla di nuova èra, si richiama al Vaticano II, “quasi ci fosse bisogno di riprendere quella musica dopo l’ouverture interrotta. E’ penetrante quell’immagine dell’aria fresca”, aggiunge Mancuso. Il cuore della faccenda è che “il genere di famiglia descritto dalla Familiaris Consortio, l’esortazione giovanpaolina del 1983, non esiste quasi più. Ci sono altre situazioni, oggi, che ambiscono ad avere la qualifica di famiglia, e ciò sarebbe opportuno e giusto”. Maradiaga, nell’intervista, parla di genitori separati, famiglie allargate, genitori single. Cita il fenomeno della maternità surrogata, i matrimoni senza figli, le unioni tra persone dello stesso sesso. “Più queste forme di unione vengono stabilizzate, più gli individui interessati ne trarranno del bene. Ricordiamo che il compito ultimo della chiesa è proprio quello, il bene. Ecco perché – aggiunge il teologo – il concetto di famiglia deve entrare nel dibattito sinodale. E questo senza paura di aprirsi troppo né di mostrarsi sempre necessariamente accondiscendenti verso la realtà”.

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Lezioni di leggerezza: Vito Mancuso

Intervista a Vito di Laura Crespi (LA STAMPA blog)

Laura: Alzandoci e osservando il pianeta dall’alto, lo scenario in cui recita il mondo pare essere composto essenzialmente da due elementi: storia e natura. Concetti dicotomici: da un lato storia, cioè l’uomo e il suo passato, una serie di eventi accaduti, che, possono essere raccolti, compresi, controllati dalla mente; dall’altro natura – da nascitura, participio futuro del verbo nascere, quella che è per generare – rappresenta il futuro, il salto nel buio, ciò che non si può com-prendere. Il mondo non lascia un gran che di scelta, nessuno può decidere di vivere fermo nel passato e di non essere trascinato avanti; come si può accettare questa dinamicità forzata senza esserne insofferenti?  

Vito: Di tutto questo occorre vederne la dimensione positiva oltre che negativa: gli esseri umani sono portati da sempre a pensare al tempo in negativo, ad esempio l’assonanza tra kronos, il tempo, e Kronos, il dio che divora i suoi figli, è notevole e rimanda a una dimensione di insicurezza ed impotenza, oppure penso ad una predica di S. Agostino in cui, parlando di kras, il domani, ai suoi fedeli di Ippona, afferma: “kras, kras, vox corvina”. D’altra parte però, Giordano Bruno asserisce, “il tempo tutto toglie e tutto dà”, ricordando la duplice faccia del tempo: infatti senza toglimento non ci sarebbe creazione, evoluzione, generazione e gioia del nuovo. La fede pone nell’uomo il pensiero che la dimensione generativa sia superiore a quella degenerativa producendo fiducia in questo processo evolutivo, pur ammettendo l’esistenza di entrambe. Non a caso la festa della Nascita, della vita nuova, il Natale, è posta nel momento più buio dell’anno: interessante contrasto…

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Non avrai altro Dio. Processo al monoteismo “è sinonimo di violenza”

cappella-sistina-3La Commissione Teologia Internazionale (Cti) è un organismo di 30 teologi di ogni parte del mondo scelti dal Papa in quanto «eminenti per scienza, prudenza e fedeltà verso il Magistero della Chiesa» con l’incarico di «studiare i problemi dottrinali di grande importanza» (così gli statuti ufficiali). Pochi giorni fa è stato pubblicato su Civiltà Cattolica l’ultimo suo lavoro, disponibile anche nel sito della Santa Sede, dal titolo: Dio Trinità, unità degli uomini. È però il sottotitolo che chiarisce l’argomento: Il monoteismo cristiano contro la violenza. Lo scritto prende infatti spunto da una tesi sempre più diffusa in occidente secondo cui vi sarebbe «un rapporto necessario tra il monoteismo e la violenza», con la conseguenza che il monoteismo, prima considerato la forma più alta del divino, ora viene ritenuto potenzialmente violento. Le religioni monoteistiche sono ebraismo, cristianesimo e islam, ma secondo la Cti è soprattutto il cristianesimo a essere sotto tiro da parte di ampi settori dell’intellighenzia occidentale definiti «ateismo umanistico, agnosticismo, laicismo», i quali invece risparmierebbero l’ebraismo per rispetto della shoà e perché privo di proselitismo, e legherebbero l’intolleranza islamica più a motivi politici che teologici. Il che per la Cti dimostra l’aria anticristiana che tira in occidente, ingiustificabile anche alla luce del fatto che è proprio il cristianesimo la religione che oggi cerca di più il dialogo con la cultura laica…

 

Continua a leggere

Pubblicato in Home

IL PRINCIPIO PASSIONE la forza che ci spinge ad amare

MancusoPASSIONE-1.inddIn questo grande libro Vito Mancuso assume la passione come prospettiva da cui leggere il mondo. Il problema in particolare è l’amore, il suo posto nel mondo e nella logica che lo regge. Quando si ama, quando si vive per il bene e per la giustizia, si rafforza il nostro essere natura, oppure lo si indebolisce estinguendone la forza vitale? Mancuso ritiene che quando amiamo mettendo la passione al servizio dell’armonia delle relazioni raggiungiamo la pienezza dell’esistenza, perché il nostro amore riproduce una più ampia logica cosmica tesa da sempre all’armonia relazionale. La tesi va a toccare i fondamenti stessi del vivere e viene illustrata attraverso un confronto con le grandi tradizioni religiose, con le filosofie e con la scienza, toccando questioni di cosmologia, biologia, fisica, fino a discutere il senso filosofico del bosone di Higgs o «particella di Dio». Ma come si concilia questa visione con l’universale esperienza del male? Nell’affrontare questo tema da sempre presente nel suo pensiero, Mancuso chiama sulla scena i Mostri, le Signorie cosmiche e le Potenze sataniche di cui parla la Bibbia, in una specie di corpo a corpo metafisico con le radici stesse del negativo. Il risultato è la denuncia dell’infondatezza del dogma del peccato originale mediante cui la Chiesa ancora oggi interpreta il caos come peccato, finendo per generare inevitabili e infiniti sensi di colpa. In realtà, sostiene Mancuso, il caos non è peccato, ma l’indeterminatezza necessaria per il nascere della libertà, a sua volta condizione per la maturità dell’amore. Affascinante racconto di una profonda avventura intellettuale, Il principio passione con la sua «formula del mondo» (Logos + Caos = Pathos) si offre alla mente perplessa come una nuova guida per rinnovare in modo responsabile la fiducia nella vita, e nell’amore quale suo scopo supremo.

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Il peccato nella Chiesa di Francesco

Scalfari-papa-francescoNell’editoriale di domenica scorsa Eugenio Scalfari ha sostenuto che papa Francesco è un Pontefice «rivoluzionario » e che la sua rivoluzione consiste nella «abolizione del peccato». A mio avviso si tratta di una tesi che contiene un’intuizione importante ma che ultimamente non può sussistere. Non lo può anzitutto perché è troppo presto per stabilire se Francesco sia davvero rivoluzionario o anche solo schiettamente riformista visto che la sua azione si deve ancora sostanziare in concreti atti di governo (in primis nomine dei vescovi e reale libertà di insegnamento teologico) e in concrete decisioni disciplinari (in primis effettiva promozione della donna e concessione dei sacramenti ai divorziati risposati). Ma la tesi di Scalfari a mio avviso non regge soprattutto perché l’ipotetica rivoluzione bergogliana non potrà mai consistere nella abolizione del peccato. «Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli che ho molto peccato»: così comincia, dopo il saluto del celebrante, la Messa cattolica, ricordando a ogni fedele di percepirsi anzitutto come peccatore, anzi, come uno che ha «molto» peccato «in pensieri, parole, opere e omissioni». Lutero a sua volta insegnava pecca fortiter sed crede fortius (pecca forte, ma più forte credi), legando l’atto di fede all’esperienza del peccato. E secondo il Vangelo le prime parole di Gesù furono: «Il regno di Dio è vicino, convertitevi» (Marco 1,15). Per il cristianesimo quanto più ci si avvicina alla luminosa sorgente del bene, tanto più aumenta la percezione dell’indegnità per il male prodotto dall’ego, una situazione molto simile al chiaroscuro di Caravaggio e di Rembrandt…

Continua a leggere

Pubblicato in Home