La scienza e la sapienza

A quanto pare Stephen Hawking ha perso la partita con Peter Higgs, visto che aveva scommesso sulla non esistenza della particella subatomica oggi mondialmente nota come “bosone di Higgs”. Ma il richiamarlo ora ha un altro motivo, cioè il fatto che il suo libro più noto, Dal Big Bang ai buchi neri (1988) si conclude così: “Se riusciremo a trovare la risposta a questa domanda decreteremo il trionfo definitivo della ragione umana: giacché allora conosceremmo la mente di Dio”. Hawking ha affermato che è stata questa frase finale a fare del suo libro un bestseller mondiale, e non a caso la medesima trovata è presente in molti altri libri di divulgazione scientifica, tra cui Paul Davies, La mente di Dio (1992); Riccardo Chiaberge, La variabile Dio (2008); Margherita Hack Il mio infinito. Dio, la vita e l’universo (2011); Edoardo Boncinelli, La scienza non ha bisogno di Dio (2012). La logica che ha condotto a denominare il bosone di Higgs “particella di Dio” è la medesima che muove l’industria editoriale.

Ma perché la connessione tra religione e argomenti scientifici risulta così efficace? Per due motivi a mio avviso…

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Le cose che ci tengono insieme

La Repubblica delle idee. Bologna 16 Giugno 2012

Vito racconta un viaggio alla ricerca delle cose che fanno sì che un popolo sia una vera comunità e non una somma di individui in competizione. E quindi l'individuazione non soltanto del sistema di regole alla base di un pacifico stare insieme ma soprattutto dei valori che lo sottendono.

 
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Il futuro dell’uomo non è solo scienza

Non guardo con sfavore al progresso scientifico, dei cui benefici godo come essere umano e le cui acquisizioni teoretiche cerco di introdurre nella mia modalità di vedere il mondo (filosofia e teologia) e di coltivare la dimensione contemplativa della vita (spiritualità). Però diffido della scienza e della tecnologia quando manifestano un complesso di superiorità culminante in una sorta di gelosa autarchia che si può riassumere così: gli scienziati hanno il potere di intervenire sulla natura umana, l’umanità si deve fidare perché grazie a loro la vita sarà migliore.

Ho fatto questa riflessione leggendo l’articolo di Umberto Veronesi che parlava del futuro che ci aspetta. Egli riconosce che di fronte agli scenari aperti dalla scienza e dalla tecnologia “oggi siamo per lo più spiazzati eticamente e giuridicamente”, ma fa capire che ormai non è più possibile tornare indietro, e afferma: “L’incertezza è soltanto quando e come, e la sfida è fare in modo che sia realizzata a puro vantaggio dell’uomo”. Ritornerò poi su cosa vuol dire, e che conseguenze teoretiche comporta questo “a puro vantaggio dell’uomo”… 

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“Libri e libertà” Venezia, Isola di San Giorgio Video

Testo completo dell'intervento di Vito alla fondazione Giorgio Cini di Venezia, nell'ambito del XXIX Seminario di perfezionamento della scuola per librati Umberto ed Elisabetta Mauri Sala di San Giorgio Maggiore.

"Libri e Liberà" Venezia 27 Gennaio 2012 PDF

L’assonanza libri-libertà che l’italiano deriva dal latino dove è ancora più intensa (liber-libertas) è il tema che la “Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri” mi ha dato l’onore e l’onere di sviluppare a conclusione di questo XXIX Seminario di Perfezionamento. Dico l’onore in riferimento al prestigio di questa iniziativa, al luogo in cui si celebra e ai nomi illustri che qui mi hanno preceduto. E dico l’onere in considerazione dell’ampiezza e della profondità del tema e del pubblico esigente di fronte a cui devo parlare.
Pensando a libri e libertà si presentano alla mia mente una serie ricca e confusa di suggestioni. La prima è legata al luogo in cui ci troviamo, l’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, che a me, in quanto teologo e scrittore chiamato a riflettere su libri e libertà, richiama l’enciclica di Pio VII Diu satis videmur (letteralmente: “A lungo abbastanza ci sembra”), scritta e pubblicata proprio in questo luogo il 15 maggio 1800. Il papa si trovava qui a San Giorgio perché qui si era tenuto il conclave che due mesi prima l’aveva eletto, dato che Roma era occupata dalle truppe napoleoniche. In questa sua prima enciclica Pio VII prende posizione a proposito di libri e libertà con queste precise parole: “La salute stessa della Chiesa, dello Stato, dei Principi e di tutti i mortali, salute che dobbiamo considerare molto più cara e più importante della nostra vita, esige che questo potere sia tutto da Noi esplicato nel distruggere quel mortale flagello dei libri (peste librorum) … E non parliamo soltanto di strappare dalle mani degli uomini, di distruggere completamente bruciandoli quei libri nei quali si avversa la dottrina di Cristo apertamente; ma anche e soprattutto bisogna impedire che arrivino alle menti e agli occhi di tutti quei libri che operano più nascostamente e più insidiosamente (…) Su questo punto, venerabili fratelli, non possiamo chiudere gli occhi, né tacere, né essere troppo indulgenti.” (Enchiridion delle Encicliche, vol. 1, n° 782-783). 

 

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Vito e il Dalai Lama a Udine

Martedì 22 Maggio al Palazzo dello Sport "Primo Carnera" di Udine, 

Vito ha partecipato alla conferenza/dibattito nell'ambito della visita di Sua Santità il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso al capoluogo friulano. Tema dell'incontro : 

“Dall’aggressività e dalle tante forme di violenza alla non violenza attiva e all’amorevole compassione"

1. Onnipresenza della forza e della violenza Capire quanto la forza e la violenza ci circondano, entrano dentro di noi e giungono a impastare il nostro essere, può essere terribile…

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Obbedienza e libertà

Recensione di Roberto Celada Ballanti Università di Genova

 

Può l’obbedienza, nel dominio del religioso, predicarsi della libertà? Si può essere religati e, in tale religamen, restare liberi? La diade che dà il titolo all’ultimo libro di Vito Mancuso reca in sé questo plesso problematico, questa res, sgomentante appena se ne misuri il peso, l’intima portata: non solo tale da concernere densamente il destino e la destinazione etica di ciascuno ma, più universalmente, tale da riguardare uno dei nodi – forse il nodo per eccellenza – della religiosità occidentale….

 

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Io e Dio

Recensione di Roberto Celada Ballanti Università di Genova

1. Dislocazioni e antinomie «Mi alzo con la mente in un punto al di sopra del pianeta e lo guardo dall’alto, come se fosse la prima volta, come quando vedo un film e mi chiedo quale è il suo messaggio. Qual è il messaggio della vita degli uomini sulla terra? Con la mente là in alto, libera dai consueti schemi mentali, nuda di fronte al mistero dell’essere, in questo momento, immagine di ogni altro momento della storia, guardo gli uomini miei simili alle prese con il mistero dell’esistenza» (p. 13)…..

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