Il principio di tutte le cose

"Il principio di tutte le cose esprime movimento, lavoro, creazione, anche un certo senso di gioco unito a un senso di dramma e di passione." 

Vito Mancuso, in Obbedienza e libertà. 

Cosa muove l'animo umano a uscire da sé per incontrare qualcosa cui legarsi con fiducia, cui dedicarsi con passione, da coltivare con pazienza? 
Il principio… un mondo nuovo e antichissimo cui sentiamo di appartenere non appena sorge l'insoddisfazione di esser stati 'gettati' in un luogo inospitale, in un luogo estraneo; perché nonostante il ventre da cui nasciamo sia lo stesso che ha generato la terra, avvertiamo uno squilibrio di fondo, che se rimane latente può esser giustificato e sanato in vari modi dalle scienze specialistiche, ma se portato al discernimento può guarire nella presa di coscienza che lo scarto tra la purezza dell'anima e la grossolanità del mondo deriva dalla necessità di coltivare il Principio: far vivere il Principio in ogni cosa, come "respiro dell'essere", movimento, uscita da sé, dai propri interessi, per vedere realmente, osservare, sentire, percepire – senza voltare lo sguardo, senza banalizzare o sporcare la bellezza, né chiudendosi alla sofferenza propria e altrui , cosicché la vita possa penetrare attraverso la pelle fin dentro l'anima, e attraverso i sensi fin sù allo Spirito, guardare in faccia il grande squarcio di dolore e beatitudine, disperazione ed estasi in cui siamo stati posti. 
Quell'"ottimismo drammatico" è la possibilità sempre aperta, sempre prossima, presente, di rispondere Sì, mantenendosi fragili e mutevoli senza resistenze o difese, pronti a cogliere in uno sguardo, in un cielo stellato, in una notte di primavera, in un respiro, l'Universale, la parte immortale che già da sempre ci abita, che risiede nella quiete, nella pace, nella tranquillità che da sempre caratterizza ciò che perdura oltre ogni tempo. 

Laura Marchese