IL PROFETA “FINO A UN CERTO PUNTO” E IL CAMBIAMENTO LASCIATO A METÀ
«In ambito ecclesiastico, dove aveva effettivamente la possibilità di decidere e di cambiare, egli quell’ultima e decisiva parola che avrebbe reso la profezia realtà non l’ha mai pronunciata».
Papa Francesco e la profezia [PDF]
Negli articoli precedenti su papa Francesco ho usato il termine “profeta” per contraddistinguere la sua figura complessiva, così diversa dal teologo che fu Benedetto XVI e dal grande uomo di governo che fu Giovanni Paolo II. Ora però aggiungo che Francesco, a mio avviso, è stato profeta “fino a un certo punto”. Quale punto? Quello nel quale l'ultima parola in ordine alla decisione spettava ad altri e non a lui. Quando invece toccava a lui dover dire l'ultima decisiva parola per mettere in moto il processo di cambiamento, la sua profezia sistematicamente cedeva il passo alla diplomazia ed egli da profeta si trasformava in uomo di governo. Con tutti i limiti, ma anche con i pregi, dell’uomo di governo. E con questa osservazione non intendo per nulla avanzare una critica verso di lui, ma osservare le cose come si presentano e proporre una riflessione al fine di trarre una lezione, metodologica e contenutistica al contempo. Su cosa? Sulla concretezza del reale con cui gli ideali profetici devono fare, volenti o nolenti, i conti. Sia nella Chiesa, sia nel grande mondo della politica altresì chiamato Storia …