Papa Francesco e la profezia

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IL PROFETA “FINO A UN CERTO PUNTO” E IL CAMBIAMENTO LASCIATO A METÀ

 «In ambito ecclesiastico, dove aveva effettivamente la possibilità di decidere e di cambiare, egli quell’ultima e decisiva parola che avrebbe reso la profezia realtà non l’ha mai pronunciata».

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Papa Francesco e la profezia [PDF]

Negli articoli precedenti su papa Francesco ho usato il termine “profeta” per contraddistinguere la sua figura complessiva, così diversa dal teologo che fu Benedetto XVI e dal grande uomo di governo che fu Giovanni Paolo II. Ora però aggiungo che Francesco, a mio avviso, è stato profeta “fino a un certo punto”. Quale punto? Quello nel quale l'ultima parola in ordine alla decisione spettava ad altri e non a lui. Quando invece toccava a lui dover dire l'ultima decisiva parola per mettere in moto il processo di cambiamento, la sua profezia sistematicamente cedeva il passo alla diplomazia ed egli da profeta si trasformava in uomo di governo. Con tutti i limiti, ma anche con i pregi, dell’uomo di governo. E con questa osservazione non intendo per nulla avanzare una critica verso di lui, ma osservare le cose come si presentano e proporre una riflessione al fine di trarre una lezione, metodologica e contenutistica al contempo. Su cosa? Sulla concretezza del reale con cui gli ideali profetici devono fare, volenti o nolenti, i conti. Sia nella Chiesa, sia nel grande mondo della politica altresì chiamato Storia …

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Papa Francesco, comunicatore e profeta

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Il teologo Mancuso: «Papa Francesco é stato un riformista, ha saputo parlare con il suo popolo, ma la spinta non si è tradotta in dottrina».

«Papa Bergoglio è stato un grande comunicatore e un profeta». Sui diritti: «Ha aperto agli omosessuali, ma sulle donne la Chiesa è rimasta indietro». Intervista di Christian Seu per il NordEst.

Intervista a Nord Est [PDF]

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De mortuis nihil nisi bonum. Ovvero: dei morti niente si dica, se non bene. Ma in questa cornice – persino ovvia, scontata, se il defunto è il Papa – non è illecito provare ad analizzare il pontificato che s’è appena concluso. La premessa, con tanto di adagio latino, è di Vito Mancuso, teologo e filosofo, oggi docente del master in meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine.

«È stato un grande comunicatore, un grande profeta», sottolinea in prima battuta. «Per quanto attiene invece al governo effettivo della Chiesa, beh, non è stato capace secondo me di tradurre in dottrina, in articoli, in leggi l’indubbia spinta verso le riforme» …

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Francesco, il Papa della misericordia

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L’ADDIO NEL LUNEDÌ DELL’ANGELO DOPO ESSERSI MOSTRATO UOMO

Consapevole di essere vicino alla fine, Francesco ha guardato in faccia la morte. In carrozzella, nelle ultime sue uscite, ha voluto dirci: sono come voi.

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Francesco il Papa della misericordia [PDF]

Chissà se gli esseri umani hanno il potere o meno di scegliere quando andarsene. Di sicuro alcuni no, vengono strappati dall'esistenza in modo inaspettato e improvviso per un incidente o per un’altra delle mille fatalità. Altri però hanno la possibilità di guardare in faccia la morte, quasi di parlarle, in quanto divenuti consapevoli di essere entrati in una fase di non-ritorno e tuttavia non ancora arrivati alla fine. È stata la situazione di papa Francesco, ricoverato d’urgenza il 14 febbraio scorso e da allora fino a ieri alle prese con la prossima fine. È quindi possibile pensare che gli abbia “scelto” di andarsene? E che l'abbia fatto proprio nel giorno di Pasquetta o Lunedì dell'Angelo, quasi per farsi portare proprio dall'Angelo nelle braccia del suo Signore? È possibile. Anche un altro grande gesuita morì durante le festività pasquali, nel suo caso proprio nella domenica di Pasqua, il 10 aprile 1955: era Pierre Teilhard de Chardin, di cui i nipoti testimoniarono che aveva detto qualche tempo prima: “Mi piacerebbe morire nel giorno della risurrezione”…

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Francesco, il primo profeta della teopatia

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«Non ha pensato Dio, lo ha patito».

Francesco

Papa Francesco e la Teopatia [PDF]

Il termine teologia mal si adatta al pensiero e direi anche alla vita di Jorge Mario Bergoglio. Occorre piuttosto coniare un altro termine al fine di illustrare adeguatamente il suo aver parlato di Dio, il suo averlo rappresentato, il suo essere stato (per riprendere la celebre definizione del Papa data da santa Caterina da Siena) “il dolce Cristo in terra”. Questo neologismo, non bello ma a mio avviso efficace, è il seguente: teopatia. Non teo-logia, ma teo-patia. Esattamente come si parla di simpatia e di empatia per contrassegnare il risuonare dell’emotività di fronte a un altro essere umano o a una situazione di vita, così, per il pensiero di Dio espresso da papa Francesco negli scritti e soprattutto nella vita occorre parlare di teo-patia. Egli non ha pensato Dio, lo ha patito. Non è stata la logica, è stata piuttosto la passione a costituire la sigla del suo incontro con il Mistero del mondo capace di produrre Amore a cui ci si riferisce tradizionalmente dicendo Dio. Questo incontro passionale tra il Mistero da un lato e la sua coscienza e le sue viscere dall’altro ha prodotto in papa Francesco sia la dolcezza, lo slancio e l’entusiasmo, sia l’indignazione, la protesta e talora anche la rabbia. Esiste infatti un lato oscuro, una “Dark Side of the Moon” come cantavano i Pink Floyd, anche della passione per Dio. 

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Pasqua, la festa e attorno il carico di morte

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SOLO DENTRO DI NOI TROVIAMO SPERANZA

Davanti agli occhi del mondo ci sono gli orrori della crisi, c’è il bambino di Gaza senza braccia. Il compito del pensiero non è registrare l’esistente, ma far fiorire la vita e cercare giustizia».

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Pasqua [PDF]

Tutti siamo consapevoli dei problemi del nostro tempo, lo siamo a tal punto che ne siamo assediati, inutile farne anche qui l’ennesimo elenco e schiacciare ancor più le nostre coscienze sotto il peso della loro realtà. Dopotutto oggi è Pasqua, si festeggia la vittoria della vita e almeno oggi si dovrebbe coltivare l’ottimismo. Ma perché solo oggi è Pasqua? Perché non anche domani e dopodomani, e persino tra tre mesi quando tutti ci lamenteremo del caldo che non ci farà respirare? Perché non pensare che la logica della Pasqua riguardi ogni giorno e così guardare alla vita con uno sguardo diverso? Perché legare questa gioiosa prospettiva della vittoria della vita solo a un giorno in un anno intero, e non anche a tutti gli altri 364? Cosa ci impedisce di affrontare sempre la realtà con la convinzione che sia la vita a trionfare, e non la morte? …

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Nel nome una missione

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Nel ricordo di Papa Francesco riproponiamo l’articolo pubblicato su Repubblica del 14 aprile 2013

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Forse è la volta buona. Forse oggi, a distanza di mezzo secolo, il rinnovamento all’insegna del Vangelo che papa Giovanni XXIII e il Vaticano II avevano voluto e intrapreso, può finalmente diventare realtà. Forse i cardinali elettori hanno veramente ascoltato lo Spirito Santo, operazione che non contiene nulla di magico, ma è solo la pura disposizione della mente e del cuore a volere sempre e solo il bene, perché quando un uomo dispone la sua mente e il suo cuore nella ricerca del bene lo Spirito della santità agisce in lui, sia egli credente o non credente. E questo io sento che i cardinali elettori hanno fatto, allontanando ogni calcolo politico o diplomatico, ogni ragionamento all’insegna del potere, e scegliendo un uomo di Dio. Si è trattato di una scelta assolutamente inaspettata, il nome di Jorge Mario Bergoglio non figurava quasi mai tra le liste dei principali papabili. Ma si è trattato soprattutto di una scelta completamente innovativa: da ieri abbiamo il primo papa non europeo, il primo papa latino-americano, il primo papa che ha scelto di presentarsi al mondo come “vescovo di Roma” e soprattutto il primo papa che ha scelto di chiamarsi Francesco….

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La nuova Moschea di Torino

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I VERI CRISTIANI SIANO FELICI SE APRE UNA NUOVA MOSCHEA. 

 

SIAMO TUTTI IN CERCA DI DIO. 

 

Il teologo Vito Mancuso firma la lettera in favore del centro in costruzione a Torino: «Solo in questo modo si attenua il conflitto tra Islam e Occidente. Va riconosciuto il sentimento di sfiducia ma poi bisogna capire che è antistorico e immaturo».

Intervista al di Francesco Munafò su La Stampa di lunedì 14 aprile 2025

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Nuova Moschea Torino [PDF]

«Soprattutto i veri cristiani dovrebbero essere contenti, perché Dio non lo possiede nessuno e siamo tutti impegnati a cercarlo. Per Vito Mancuso, teologo, scrittore e firma de La Stampa, l'apertura di una moschea nei locali dell'ex fonderia Nebiolo a Torino va accolta come un'ottima notizia. Una parte della società civile, però, nelle scorse settimane ha reagito tirando fuori rabbia e reticenza. Forse per diffidenza, forse per paura. E per rispondere soprattutto a loro che i redattori della rivista cattolica torinese Tempi di fraternità hanno scritto una lettera aperta di appoggio al progetto: «Non c'e nulla da temere da fedi e culture diverse dalle nostre dicono, e la moschea sarà simbolo di speranza e unità. A firmare l'appello, quindici tra teologi, giornalisti, accademici e associazioni del mondo cristiano cattolico e protestante. Tra i firmatari, anche Vito Mancuso. 

Perché la costruzione di una moschea genera diffidenza? 

«Non è sempre stato così, ma a partire dal dopoguerra l' Islam è diventato un mondo problematico e ha esportato la propria problematicità. Penso alla questione israelo-palestinese, che ha generato in molti musulmani l'idea di essere stati usati dall'Europa per risolvere un certo complesso di colpa legato alla Shoah. Oppure al fatto che una parte del mondo islamico percepisca le società occidentali come una minaccia per le proprie strutture familiari e sociali. Da un lato, quindi, la preoccupazione di pezzi di società civili europee è legittima, perché il rapporto della modernità occidentale con l'islam è in generale più travagliato che con le altre religioni. Dall'altra, l'Occidente è oggi abitato da tantissimi cittadini di fede musulmana. Tutto sta nel capire cosa fare di fronte a questa situazione …

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Prossimi appuntamenti con Vito

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REGGIO EMILIA sabato 17 maggio Mercato Ortofrutticolo dalle ore 9:00

«Mi Riguarda. Costruiamo insieme un uovo modello di welfare», con Vito Mancuso. Workshop tematici / eletronic town meeting. Introduce Gino Mazzoli.Partecipa il tuo punto di vista è prezioso! 

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BADIA DI PASSIGNANO Barberino Tavernelle (FI) domenica 25 maggio ore 9:30

Nell’ambito del convegno: «Simone Weil: un cristianesimo altro?» Vito Mancuso: «Simone Weil e Gesù».

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ROMA domenica 29 giugno Foro Romano Clivio di Venere Felice ore 21:00

«LA GIOIA INTERIORE» Evento speciale in occasione dell’inaugurazione del Festival nell’anno del Giubileo. Conferenza del prof. Vito Mancuso; LAGRIME DI SAN PIETRO Madrigali spirituali a 7 voci di Orlando di Lasso. Interventi in live electronics di Vittorio Montalti.

Opera Roma Biglietto acquistabile al [Link] indicato

Roma


ASSISI (PG) sabato 26 luglio Rocca Maggiore ore 16:00

Vito Mancuso: Destinazione Speranza.

TicketOne [Link]

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Torniamo ad obbedire alla voce della coscienza

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Intervista al prof. Vito Mancuso di Laura Solieri per La Gazzetta di Modena 15 marzo 2025

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Modena [PDF] [PDF]

Domenica 16 marzo 2025 il Bper Forum di Modena ospita Vito Mancuso, teologo, scrittore ed editorialista de La Stampa, che presenta il suo ultimo libro "Destinazione Speranza" (Garzanti). In un presente dominato da terribili conflitti, disastri ambientali e inquietudini diffuse, guardare al futuro. con ottimismo sembra un'impresa sempre più ardua: ripiegandosi su se stesso, l'uomo sta a poco a poco perdendo la speranza in un domani migliore. Viene dunque da chiedersi: Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa mi è lecito sperare?». Cercando di rispondere a queste tre fondamentali domande, formulate per la prima volta dal filosofo Immanuel Kant, Mancuso guida i lettori alla ricerca del significato più profondo e autentico della nostra vita. Togliendo alla ragione ogni pretesa di possedere un sapere su Dio e sull'avvenire, "Destinazione Speranza” rifonda il senso della nostra esistenza su un presupposto inedito e dirompente: la libertà di obbedire. Se saremo in grado di essere noi stessi in relazione con gli altri, di resistere all'egoismo favorendo la solidarietà, di ridare valore alla dimensione morale al fine di agire con responsabilità, allora non tutto sarà perduto: solo così, infatti, potremo definirci donne e uomini davvero liberi e guardare con speranza, ragionevole e fondata, al futuro che ci attende …

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Il metodo Kant

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Il nuovo libro del filosofo teologo dedicato alle domande di Kant sul significato profondo dell’esistenza umana. Solo la cultura ci aiuta ad arricchire la nostra interiorità.

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Il metodo Kant

Per ognuno di noi la vita ha una direzione orizzontale e una direzione verticale. La direzione orizzontale riguarda la natura e la storia dentro le quali ci ritroviamo inseriti e che ci trasportano in avanti come un interminabile tapis roulant. La direzione verticale riguarda noi stessi nella nostra singolarità, dal giorno in cui siamo nati fino al giorno in cui moriremo scomparendo dal tapis roulant della natura e della storia che in nostra assenza continuerà a scorrere imperterrito esattamente come aveva fatto prima del nostro arrivo. 

Le domande, a questo punto, sono due. La prima: che senso ha il continuo scorrere in avanti dell’interminabile tapis roulant della natura e della storia? C’è un fine che lo guida, uno scopo, una tensione verso una meta, o è solo un meccanismo insensato, un gioco beffardo con qualche risata e qualche guizzo di intelligenza, ma il cui unico vero risultato complessivo è solo un mare di lacrime e di sangue? …

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Destinazione Speranza

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VITO MANCUSO – DESTINAZIONE SPERANZA 

in libreria per Garzanti editore il 15 ottobre 2024

Mancuso - Destinazione speranza

Vito Mancuso Destinazione Speranza [PDF]

In un presente dominato da terribili conflitti, disastri ambientali e inquietudini diffuse, guardare al futuro con ottimismo sembra un’impresa sempre più ardua: ripiegandosi su se stesso, l’uomo sta a poco a poco perdendo la speranza in un domani migliore. Viene dunque da chiedersi: «Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa mi è lecito sperare?». Cercando di rispondere a queste tre fondamentali domande, formulate per la prima volta dal filosofo Immanuel Kant, Vito Mancuso ci guida alla ricerca del significato più profondo e autentico della nostra vita. Togliendo alla ragione ogni pretesa di possedere un sapere su Dio e sull’avvenire, Destinazione Speranza rifonda il senso della nostra esistenza su un presupposto inedito e dirompente: la libertà di obbedire. Se saremo in grado di essere noi stessi in relazione con gli altri, di resistere all’egoismo favorendo la solidarietà, di ridare valore alla dimensione morale al fine di agire con responsabilità, allora non tutto sarà perduto: solo così, infatti, potremo definirci donne e uomini davvero liberi e guardare con speranza, ragionevole e fondata, al futuro che ci attende.

 ISBN: 8811010624 – Casa Editrice: Garzanti – Pagine: 288 – Data di uscita: 15-10-2024 – Edizione cartacea 18,00€

Garzanti [Link]  Feltrinelli IBS [Link]  Il Libraio [Link]

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Capisco Martina il corpo tortura

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Secondo il teologo, la donna triestina di 49 anni, tetraplegica, ha ragione. Ha denunciato l'azienda sanitaria dopo i no al suicidio medicalmente assistito.

Intervista di Valeria Pace a Vito Mancuso 

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Capisco Martina Il corpo tortura [PDF]

Rispettare la sacralità della vita, compito che ogni persona di retta coscienza deve sentire come proprio, significa rispettare la sacralità della libertà, che è il luogo dove il vivere si manifesta nel modo più intenso. Il filosofo e teologo Vito Mancuso non ha dubbi, è d'accordo con Martina Oppelli, l'architetta triestina di 49 anni resa tetraplegica dalla sclerosi multipla che chiede di poter accedere al suicidio medicalmente assistito, e dopo i ripetuti dinieghi ha scelto di denunciare l'azienda sanitaria (Asugi) per tortura … 

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La nazionalità non fa i cittadini. I popoli nascono dalla cultura.

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Nessuno Stato può "fare" esseri umani affermando la propria ideologia. Solo i regimi autoritari hanno sostenuto la coincidenza tra Stato e nazione

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Nazionalità [PDF]

 

“Fatta l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”, si dice che dichiarò Massimo D’Azeglio all’indomani della proclamazione dello Stato unitario nel 1861. Da allora il processo del “fare” gli italiani non è mai terminato e giustamente la politica in questi giorni sta discutendo sulla sorgente che conferisce a un essere umano lo stato giuridico di cittadino italiano. Il tema è urgente, anzi improcrastinabile, sia perché direttamente riguarda molte persone che vivono in Italia che non sono cittadini italiani e lo vorrebbero essere, sia perché indirettamente riguarda tutti gli attuali cittadini italiani in quanto chiarificatore (in questi tempi così confusi) della loro identità. Cosa significa essere cittadini italiani? In che modo “si fanno” gli italiani? Per essere un cittadino italiano è necessario essere di nazionalità italiana? Qual è il rapporto tra cittadinanza e nazionalità?

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Il vero problema non è il patriarcato ma il culto della forza di cui siamo schiavi

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In piazza gli slogan contro l’uomo al centro della società, ma la radice del male è la venerazione del potere. Quella che aveva Margaret Thatcher e non Gandhi. A uomini e donne dico: l’unica liberazione è la cultura. 

Il vero problema non è il patriarcato [PDF]

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L’altra sera, invitato da mia figlia, ho partecipato con lei e il suo ragazzo alla manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata a Bologna da “Non Una di Meno”. C’erano diverse migliaia di persone, per lo più giovani, in maggioranza donne, ma anche noi uomini non eravamo pochi, ho persino intravisto alcuni signori definibili, come me, “di una certa età”. Cartelli, fischietti, alcune trombe, qualche pentola e relativi cucchiai, insomma le solite cose usate da sempre nelle manifestazioni per fare baccano e farsi notare. Di nuovo, per lo meno per me, c’erano le chiavi di casa, agitate da molte ragazze per simboleggiare con il loro tintinnio che neppure in casa si sentono sicure. Le agitava anche mia figlia, però con l’altro braccio si stringeva a me, quindi quel suo gesto non mi preoccupava. Al di sopra ovviamente svettavano gli slogan, gridati con forza e passione dalle giovani donne. Il più ripetuto era il seguente: “Lo stupratore / non è malato, / è figlio sano / del patriarcato” …

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Invitiamo a cena la vita e facciamole domande

Un poker da riscoprire: Socrate l'educatore, Buddha il medico, Confucio il politico, Gesù il profeta, non senza sorprese. 

La recensione di Nicoletta Martelletto alla lectio magistralis del prof.Vito Mancuso nell’ambito del Vicenza Storia Festival Oriente|Occidente sabato 12 aprile 2025, pubblicata sul Giornale di Vicenza domenica 13 aprile 2025. 

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Facciamo domande alla vita [PDF]

La traversata della Storia con Vito Mancuso è filosofica e spirituale. In una scelta tutta personale, da cui ha ricavato un libro di successo per Garzanti, assegna il ruolo di guida a Socrate, Buddha, Confucio e Gesù. Non è un ordine cronologico, né alfabetico, è una priorità emotiva spiega al pubblico nella seconda lezione di ieri al Vicenza Storia Festival. Sono le stesse personalità scelte dal filosofo tedesco Karl Jaspers, dove la parola al pari della vita può essere decisiva per arrivare alla consapevolezza e alla pace interiore. Il teologo brianzolo convoca le sue letture preferite a proposito del focalizzare l'anima e dell'intelligenza su ciò che è divino dentro e fuori di noi: Hannah Arendt, Simone Weil, Etty Hillesum, curiosamente tre donne dall'inclinazione filosofica che hanno attivato le domande su cosa è umano, cosa è divino e immortale. Ma chiama in causa anche il fisico quantistico John Archibald Wheeler a proposito del fatto che i fenomeni fisici sono definiti dalla domanda che ci poniamo su di essi …

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Osservatorio autoritarismo

NASCE “OSSERVATORIO AUTORITARISMO” NUOVE FORME DI RESISTENZA CULTURALE

Una serie di incontri nelle grandi città per tenere viva la democrazia. Testo di Daniela Padoan pubblicato su La Stampa del 28 marzo 2025

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Un gruppo di centocinquanta intellettuali, studiosi e docenti italiani e stranieri, da Giorgio Parisi a Jean-Claude Monod, da Nancy Frazer a Judith Butler, da James Galbraith a Gustavo Zagrebelsky, hanno deciso di dar nascita all'Osservatorio Autoritarismo, uno spazio di analisi e testimonianza sul rischio di progressione verso forme autoritarie in Italia viste nel contesto europeo e globale: una costellazione di luoghi di incontro e presa di parola, raccolta documentale, messa agli atti storiografica del tempo che stiamo vivendo, che ci interpella e che ci affida una responsabilità davanti alle manifestazioni degenerative dell'autorità legittima. Una rete di "isole benedettine", si potrebbe dire, che, nelle principali sedi universitarie, si propone di dar vita a giornate di studio aperte alla cittadinanza per custodire e diffondere i fondamenti della cultura democratica in un paese che, secondo l'ultimo rapporto di Liberties (Civil Liberties Union For Europe) si colloca tra i cinque paesi europei «demolitori dello Stato di diritto insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia …

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