Prossimi appuntamenti con Vito

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FIDENZA (PR)  sabato 4 maggio Cortile Ex Orsoline Spazio Of, ore 18.00

LSD Festival propone una conversazione con Vito Mancuso dal titolo "Per una vita autentica che sappia sperimentare la gioia di vivere". Evento gratuito. Per info: https//www.lsdfestival.com

LSD

 


SAN BENEDETTO DEL TRONTO lunedì 20 maggio Teatro Concordia largo Mazzini ore 16:30

Il Prof. Vito Mancuso apre il sipario del Festival 0/100 Reti di Cura con un intervento dal titolo "Non ti manchi mai la gioia”.Ingresso libero con prenotazione obbligatoria su www.eventbrite.it

San Benedetto tronto


 

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Quel lupo universale chiamato desiderio

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Il primo episodio di #Agorà ovvero il bel dialogo dialogo tra #MarziaTomasin e #VitoMancuso a Villa Pace Tapogliano (UD).

Agorà è un progetto culturale sostenuto da Marzia Tomasin, come Utopia impresa.

Partendo dal libro “Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione” scritto da Vito Mancuso e pubblicato da Garzanti Editore, si è cercato di calare e tradurre i contenuti, le riflessioni e le suggestioni che emergono dal testo nella realtà dell’impresa.

Che cosa significa pensare l’impresa? Dove e come l’impresa può trovare un orientamento nella complessità del tempo presente? Qual è il dovere morale dell’uomo e quindi anche di chi fa impresa? La gioia può liberare l’impresa dalla trappola del mero profitto? Sono alcuni dei temi sollevati da Marzia Tomasin e posti all’attenzione e all’analisi di Vito Mancuso. Il risultato è una serie di sagge e preziose indicazioni capaci di far riflettere gli uomini e le donne d’impresa e di alimentarne l’agire.

«Tutto avrà nome potere, e il potere volontà, e la volontà desiderio, e il desiderio, lupo universale, assecondato doppiamente dalla volontà e dal potere farà dell’intero universo la sua preda per poi, alla fine, divorare se stesso». 

William SHAKESPEARE, TROILO E CRESSIDA (ATTO PRIMO, SCENA TERZA), 1602

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La speranza ci rende altruisti

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La situazione è grave, ma l'essere umano è fatto per andare oltre. Per Hannah Arendt possiamo pensare oltre ai limiti della nostra conoscenza

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La speranza ci rende altruisti [PDF]

È possibile oggi sperare? La situazione è tale che la scritta posta da Dante sulla porta dell’inferno, “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”, verrebbe collocata da molti all’interno dei reparti di ostetricia quale benvenuto ai nuovi arrivati. Siamo così in preda all’ansia che avvertiamo il mondo come una nave alla deriva carica di disperazione destinata presto a sprofondare nei gorghi del nulla. Dominati da questi neri sentimenti, è logico che il nostro cuore si restringa e che noi ci rapportiamo agli altri solo in funzione del nostro interesse, lo sguardo avido, freddo, calcolatore: ritorniamo allo stato di raccoglitori-cacciatori, ma senza nessuna meraviglia originaria. Io credo, però, che il compito del pensiero responsabile sia di opporsi a questa disperazione e per quanto mi riguarda nei reparti di ostetricia quale frase di benvenuto per i nuovi arrivati appenderei quest’altra frase di Dante: “Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorioso porto”. Occorre tornare a coltivare speranza e ad avere fiducia nella navigazione nella vita …

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Intervista a smitalia

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Impariamo a navigare nelle contraddizioni

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Intervista di Giuseppe Gazzola

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Viviamo tempi difficili. Quando arriva la diagnosi di una malattia che durerà tutta la vita, ma anche quando ci arriva la notizia dell'ennesimo drammatico femminicidio. Quando ogni giorno bambini innocenti muoiono in una delle tante guerre che devastano il mondo e ci chiediamo perché. Perché gli uomini e le donne sembrano sempre più intensamente aggressivi, soli, insensibili all'altro? Siamo ancora capaci di empatia, di vivere quella solidarietà sincera che è cuore e sangue di una società inclusiva, libera e giusta? Ne abbiamo parlato con Vito Mancuso, teologo e scrittore. In un'Italia dove nessuno legge più niente, a parte i post dei social, è uno dei pochi uomini a vivere grazie ai libri che pensa, scrive e pubblica con ottimi riscontri di pubblico. Navigando nel suo pensiero lucido e appassionato, talvolta scomodo, mai banale, cerchiamo insieme a lui una bussola per orientarci in questi tempi incerti e burrascosi, dove siamo chiamati ogni giorno a fare la nostra parte. 

Perché Vito questi sono giorni difficili? Qual è dal tuo osservatorio la grande crisi che stiamo affrontando come persone e come società? 

In realtà, se guardiamo alla storia dell'umanità, dobbiamo dire che non ci sono stati mai giorni facili per nessuno. I testi che sono giunti a noi dall'antico Egitto, dalla Mesopotamia o anche i testi ebraici e greci, come quelli di Esiodo, ci dicono che è sempre stato difficile, però ogni epoca ha la sua difficoltà. Il grande problema del nostro tempo e della nostra civiltà è la mancanza di un orientamento, uno scopo, una visione che non sia solo quella del traguardo contingente che ciascuno raggiunge, potere, piacere, ricchezza che oggi sembrano la meta cui un po' tutti tendono. Siamo sulla nave, riusciamo a pescare pesci e a nutrirci, andiamo avanti in qualche modo, ma dove stiamo andando non lo sappiamo, soprattutto i giovani avvertono il bisogno di una prospettiva che va dal di là del piccolo cabotaggio della. Immediata …

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Il fine vita è nella Bibbia

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INVITO I PRELATI CONTRARI A UN DIBATTITO PUBBLICO
Intervista di Rosalba Carbutti al prof. Vito Mancuso, pubblicata sul Resto del Carlino il 03.03.2024
 
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I vescovi dell'Emilia-Romagna che "scomunicano" Stefano Bonaccini per la delibera sul fine vita? "Non li capisco", dice il teologo Vito Mancuso. Per questo, apre al dialogo:
"Ragioniamone insieme in pubblico. Discutiamone".
 
Da cattolico, quindi, lancia un dibattito con i vescovi?
 
"Se essere cattolico significa obbedire sempre e comunque all'etica e alla dottrina del magistero da tempo non lo sono. Preferisco dire credente. E da credente di fronte al suicidio medicalmente assistito specifico che entrano in gioco due principi decisivi: la coscienza e la dignità, cardini attorno ai quali ruota il mio pensiero. Se i prelati volessero discuterne con me, in armonia, ci sono. Il tema è delicato, non esistono certezze" …
 

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Perchè negare questa libertà?

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Intervista di Silvia Bignami al prof. Vito Mancuso sul tema del fine vita, pubblicata su Repubblica Bologna del 14 febbraio 2024
 
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«Io credo che uno Stato debba garantire di vivere in libertà anche l'ultimo momento della vita, che è la morte. In questa libertà sta la sacralità della vita stessa. Se essere cattolico significa negare questa libertà, se significa solo obbedienza al magistero, allora io sono credente, ma non sono più cattolico." Il teologo Vito Mancuso è favorevole al fine vita e ragiona sul travaglio dei cattolici, anche tra gli eletti in consiglio regionale, decisi a votare no alla legge proposta dall'associazione Luca Coscioni. "La morte è l'ultima pagina del libro della nostra esistenza – spiega Mancuso – perché non dovremmo consentire a ognuno di viverlo come crede? O dobbiamo costringere le persone a buttarsi dal balcone, come ha fatto Mario Monicelli? Non tutti ne hanno il coraggio».
 
Mancuso, la Regione ha approvato le linee guida per il fine vita con una delibera, ma non ha fatto una legge. Doveva almeno provarci?
 
«Non prendo posizione su questo aspetto, non è mio compito e non ne ho le competenze. Tanto più in un mondo in cui tutti prendono posizione su tutto, io le dico che non so se lo strumento sia quello giusto. Quello su cui posso dire qualcosa è invece il tema etico di fondo. E su questo io credo sia giusto che uno Stato garantisca di vivere in libertà anche la morte, che conceda il libero arbitrio su se stessi».
 

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Astinenza e castità

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Francesco

Astinenza e castità [PDF]

Nella sua ultima catechesi pubblica papa Francesco ha distinto astinenza e castità sorprendendo non pochi. Ma come? Non sono la stessa cosa? Fare “voto di castità” non significa “astenersi” da ogni relazione sessuale? E poi, seconda obiezione: non sarebbe meglio che la Chiesa smettesse di fare la morale agli altri in materia sessuale, visto che la pedofilia del clero è diffusa dai semplici preti ai cardinali in tutto il pianeta? I temi quindi sono due: 1) astinenza e castità; 2) legittimità della morale sessuale ecclesiastica.  

Sul primo aspetto il Papa non ha fatto altro che riprendere una distinzione tradizionale, già il concilio Vaticano II infatti dichiarava che “gli atti con i quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onorevoli e degni” (Gaudium et spes, 49). Si può dare quindi unione sessuale (cioè assenza di astinenza) e “insieme” castità. La castità non coincide sempre con l’astinenza. Vi coincide per coloro che hanno fatto voto di castità, ma per gli altri essa indica lo stile con cui praticare l’unione sessuale, praticata non all’insegna dello sfruttamento e della rapina ma di quella donazione reciproca da cui deriva “casta intimità” …

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La solitudine di Francesco

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Intervista di Giovanni Panettiere per 

Quotidiano.net [Link]

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Non c’è solo la proverbiale ironia di papa Francesco dietro quel suo riconoscersi solo alla luce di scelte pastorali coraggiose, da ultima il via libera alle benedizioni delle coppie gay. «Traspare anche una certa paura, mista ad amarezza, per il rendersi conto che ampie fette della Chiesa, quelle più praticanti, non lo stanno seguendo», è il teologo Vito Mancuso a mettere il dito nella piaga della crescente solitudine di Bergoglio sullo sfondo dell’apparizione di quest’ultimo al programma Che tempo che fa.

Anche a livello internazionale gli appelli del Papa per l’ambiente e la pace cadono regolarmente nel vuoto, non trova?

Assolutamente sì, ma, pur se non viene dato seguito ai suoi moniti, non esiste al mondo altra autorità morale e spirituale eccetto la sua. E questo disturbare il potere politico ed economico, anche a costo di fallire, rappresenta la sorte stessa di Francesco.

Un destino da 3 milioni di spettatori rimasti incollati l’altra sera alla tv per ascoltare le sue parole… 

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