Prossimi appuntamenti con Vito

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ASSISI (PG) sabato 26 luglio Rocca Maggiore ore 16:00

Vito Mancuso: Destinazione Speranza.

TicketOne [Link]

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MONTEPRANDONE (AP) domenica 27 luglio Piazza San Giacomo ore 21:30 

Nell’ambito della XVI edizione del Festival Letterario «Piceno d’Autore» DIALOGO TRA RAZIONALITÀ E SPIRITUALITÀ, TRA GIUSTIZIA E COSCIENZA, voci del pensiero contemporaneo. Vito Mancuso: «Destinazione Speranza» (Garzanti). Dialoga con lui la consulente aziendale Florianne Formica.

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ALBA ADRIATICA (TE) lunedì 28 luglio Parco Villa Flaiani Via Roma 32 ore 21:15

Nell’ambito del Festival Reflex, Vito Mancuso: «La Coscienza».

Alba Adriatica


ORISTANO giovedi 31 luglio Giardino del Museo Diocesano ore 21:00

Nell’ambito del Festiva Dromos 2025 Vito mancuso presenta il suo libro Destinazione Speranza, Garzanti Editore. 

https://dromosfestival.it/programma

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È ora che le religioni si convertano alla pace

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Chiediamoci perché i più religiosi tra i politici di Israele sono i più carichi di odio

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È ora che le religioni si convertano alla pace [PDF]

 

Sono usciti molti commenti al mio articolo del 13 luglio scorso, di cui tre su questo giornale, rispettivamente di Anna Foa, Elena Loewenthal e Roberto Della Rocca. L’unica che ha colto il punto della questione da me sollevata è stata Anna Foa scrivendo che “il messianismo aggressivo e fanatico dei coloni e dei partiti religiosi estremisti di Israele” è “il movente assolutamente primario di chi crede non solo di agire in nome di Dio ma anche che il suo Dio gli consenta di compiere atti terribili”. Questa è infatti la questione da me sollevata quando, commentando la proposta dell’attuale ministro del governo di Israele Itamar Ben Gvir di “una sospensione totale degli aiuti umanitari”, mi ero chiesto che tipo di religione sia mai l’ebraismo, se produce uomini che mirano a uno sterminio totale della popolazione di Gaza, ora con le bombe, ora con i proiettili (è di qualche giorno fa la notizia di bambini uccisi dall’esercito israeliano mentre erano in fila per l’acqua), ora con la morte per denutrizione. Pongo quindi di nuovo la questione: com’è possibile che proprio i più religiosi tra i politici di Israele siano i più violenti e i più carichi di odio? Se l’ebraismo è la religione della pace (shalom) e della protezione dei più deboli, tra cui gli stranieri, come spiegare che proprio i partiti religiosi siano i meno disposti alla pace e alla convivenza con gli stranieri? E viceversa, come spiegare che gli sforzi per la pace nella direzione dei due Stati provengano proprio dai politici israeliani non religiosi ma laici, quale fu per esempio Yitzhak Rabin che proprio per questo venne ucciso il 4 novembre 1995 da un fanatico religioso? …

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I due volti del fanatismo religioso

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Nazi-sionisti contro nazi-islamisti. C’è un lato oscuro nell’ebraismo che nasce dalla sua radice politica: l’israelismo.

 

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I due volti del fanatismo religioso [PDF]

Il ministro della sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben Givr non poteva essere più chiaro nel dichiarare l’obiettivo: “Una sospensione totale degli aiuti umanitari”. Motivando così l’affermazione: “Fermare gli aiuti ci porterà rapidamente alla vittoria”. La vittoria che ha in mente è indicata da questa parola ebraica: herem, “sterminio totale”, in tedesco Endlösung, “soluzione finale”, il termine che inaugurò la Shoah. Altri ministri del governo Netanyahu, premier compreso ovviamente, sono su questa linea. Ciononostante alcuni sostengono che non si può e non si deve parlare di “genocidio”. Che nome dare allora a questa volontà di far morire di fame un intero popolo? Come nominare questo sterminio sistematico? È possibile trovare un altro nome che non sia genocidio per questa ferocia perseguita lucidamente da questi nazi-sionisti con la kippah che mirano ad annientare tutta la popolazione di Gaza e ci stanno riuscendo? …

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La liturgia delle parole

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Vivere è una Lectio Divina. La letteratura é anche teologia perché comporta una profonda spiritualità. Il sacerdozio e la scrittura condividono la centralità della parola intesa come azione

Liturgia delle parole [PDF]

CampedelliChe in principio vi sia la parola vale anche per l'esistenza di ognuno di noi. Intendo dire che ognuno di noi ottiene il principio costitutivo della sua esistenza dalle parole che pronuncia e nel modo con cui le pronuncia. Il che vale anche quando si tratta di parole scritte, delle nostre scritture, che, per quanto siano profane, hanno sempre la potenzialità di risultare sacre: sacre scritture profane. 

La connessione tra archê (principio) e lógos (parola) è decisiva non solo per il Verbo che si fece carne nella notte santa, ma anche per ognuno di noi. Il nostro archê, il nostro principio costitutivo, è dato dal nostro lógos, vale a dire dalla logica che governa la nostra mente quale appare in modo esemplare nelle nostre parole. La letteratura, quindi, non è solo letteratura, cioè storie, racconti, narrazioni di fatti veramente accaduti o fantasiose invenzioni; no, la letteratura è anche teologia, filosofia di vita, confessione, anatomia dell’anima; è anche inconscia, e per questo ancora più profonda, spiritualità …

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L’educazione del cuore

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Giovani e futuro: nuova speranza, nuova prospettiva. È necessario non considerare più secondaria la dimensione emotiva e meta-razionale di ognuno di noi: questo risultato si raggiunge massimamente tramite il metodo della gioia. 

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L'educazione del cuore  [PDF]

Invitato a trattare il tema “Giovani e futuro: una nuova speranza e una nuova prospettiva”, io ne intuisco facilmente il motivo: credo che esso risieda nell’ansia, non di rado nell’angoscia, che sempre più avvolgono questo mondo, soprattutto quello giovanile, e che pervade un po’ tutti noi facendoci sentire con una fitta al cuore che il nostro futuro è in realtà senza speranza e senza prospettiva, se non quella di una durissima lotta di sopravvivenza in cui l’unica cosa che conta davvero è la forza: o del denaro, o del potere, o dell’intelligenza e della bellezza pronte a vendersi, in ogni caso di un’espressione della forza. Prodotta dai muscoli del corpo, o da quelli del portafoglio, o da quelli della mente, la forza appare come l’unica regina incontrastata che oggi sempre più fa scempio del diritto, dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge, degli ideali di bene e di giustizia, del senso di umanità e di solidarietà, della verità e dell’onestà: di quell’utopia di un mondo nuovo che quand’ero ragazzo sembrava poter davvero rinnovare la società. Oggi invece il mondo è ritornato vecchio. Tecnologicamente nuovo, moralmente vecchio: quel vecchio mondo della storia la cui logica già Tucidide aveva descritto alla perfezione: “I più potenti agiscono, i deboli si flettono” …

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La Gioia prima della Gioia

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PASSIGNANO – Barberino Tavernelle (FI) giovedì 28 – sabato 30 agosto 2025

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Programma «La Gioia nella Gioia» 28 – 30 Agosto 2025

Ritiro di riflessione e meditazione 

«La gioia prima della gioia», così il filosofo Filone d’Alessandria definiva la speranza: sentimento irriducibile che anticipa ciò che promette, vigilia che raccoglie in sé la dolcezza dell’attesa e l’emozione della festa, il segreto del seme e lo splendore del fiore. 

Muovendo da qui, il teologo Vito Mancuso propone un percorso di riflessione attraverso la natura profonda della speranza e delle molte domande che solleva: nel nostro tempo vorace e dissennato, c’è spazio per sperare? Come dissotterrare la sorgente di armonia che scorre in noi libera e incondizionata? Quali doni, presenti e futuri, porta in dote la coltivazione della propria vita spirituale?

Ad affiancare la parola, le esperienze di silenzio affidate all’insegnante di meditazione Gabriele Goria, che introduce i partecipanti ai benefici dell’antica ginnastica posturale cinese Pa Tuan Chin e conduce un ciclo di pratiche meditative della tradizione buddhista – Anapana (concentrazione sul respiro), Vipassana (osservazione equanime), Metta-Bhavana (gentilezza amorevole) – per esercitare la visione introspettiva e la capacità di relazione con se stessi e il mondo.

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Fine vita e libertà

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PERCHÈ SUL FINE VITA LA DIGNITÀ È LA LIBERA SCELTA

 

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Fine vita e libertà  [PDF]

La questione del fine-vita si determina considerando con onestà intellettuale “il fine” della vita. È cioè il fine, inteso come scopo, a disciplinare la fine, intesa come cessazione, quando si tratta della vita. E qual è il fine della vita? Lo chiedo ai politici che devono dare finalmente una legge a questo paese che l’attende da anni: ministri, onorevoli, senatori qual è, secondo voi, il fine della vita? Perché siamo qui? Perché la natura ci ha generati, nell’attesa prima o poi di degenerarci? Ognuno di voi sicuramente avrà le idee chiare al riguardo, ma il punto è che la penserà a modo suo, diversamente non solo dagli avversari politici, ma molto probabilmente anche dagli stessi colleghi di partito. Quando si tratta della questione più importante di tutte che è il senso o il non-senso, e quale senso e quale non-senso, del nostro essere qui, ci ritroviamo così diversi tra noi, persino all’interno della propria famiglia. Il vostro compito, però, è di dare una legge ai cittadini italiani in modo che essa possa essere davvero la legge di tutti, in modo che davvero cioè, come stabilisce una delle tre massime fondamentali del diritto romano, a ciascuno sia concesso ciò che gli spetta: “Unicuique suum”, “A ognuno il suo” (le altre due massime sono: “Alterum non laedere”, e “Honeste vivere”) …

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Papa Leone XIV e le sfide della Storia

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 IL DIFFICILE EQUILIBRIO TRA GUIDA SPIRITUALE DEL MONDO E PASTORE DELLA CHIESA

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Leone e le sfide della Storia [PDF]

È passato solo un mese da quell'8 maggio della sua elezione e già sento alcuni tra i cattolici più impegnati e più attenti alla dimensione sociale del messaggio cristiano lamentarsi di Papa Leone dicendo che non ha la forza, l'incisività, il coraggio di Papa Francesco, pronti a scommettere che, per l'intenzione dell'attuale Papa di armonizzare e accontentare tutte le diverse correnti della Chiesa, assisteremo a un pontificato, se non di basso profilo, certamente all'insegna di un inevitabile effetto-camomilla. Sarà così? Trovare il punto di equilibrio tra le diverse forze centrifughe e centripete significa raggiungere il centro preziosissimo denominato «giusto mezzo» da Aristotele e «aurea mediocritas» da Orazio, ma non bisogna dimenticare che non di rado questa nobile intenzione ha spesso storicamente prodotto solo mediocrità, l'inevitabile esito di una serie di compromessi e di colpi ora al cerchio ora alla botte. Papa Leone cerchiobottista? …

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Innamorato del Mondo

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La Chiesa riscopre Pierre Teilhard de Chardin gesuita a lungo ostracizzato e proibito per le sue idee eterodosse sul peccato originale. Oggi è esempio di un nuovo cammino di fede perché credeva nella bontà originaria dell’universo e nella sintesi tra scienza e spirito.

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Screenshot 2025-05-27 alle 11.59.22La professione di fede di questo straordinario gesuita, a lungo “proibito” e oggi citato con favore da Papi e Cardinali (la cui biografia più recente, opera della studiosa francese Mercè Prats, è appena stata pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana) era nel Mondo. Non in Dio, non in Cristo, non nello Spirito, tanto meno nella Chiesa, ma nel Mondo, che qui scrivo al maiuscolo come faceva lui. Ed era a partire dal Mondo quale suo unico punto fermo che poi egli risaliva a Dio, a Cristo e allo Spirito. 

Un giorno del 1934, mentre si trovava esiliato in Cina a causa delle sue idee eterodosse sul dogma del peccato originale, un monsignore parigino gli richiese la stesura della sua professione di fede ed egli scrisse in cosa veramente credeva, non la religione ufficiale del Credo composto da altri tanti secoli fa, ma quella del suo cuore, intima ed esistenziale (il che è un esercizio spirituale consigliabile a tutti: scrivere nero su bianco in cosa veramente crediamo, per cosa veramente viviamo) …

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Lasciare il sacerdozio per amore

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Recensione del prof. Vito Mancuso al libro di Agnese Pini “La Verità è un Fuoco” (Garzanti)

La verità è un fuoco

Agnese Pini racconta la storia dei suoi genitori che si sono conosciuti quando il padre faceva il prete e per la madre ha abbandonato tutto e seguito un’altra vocazione. Un romanzo su come solo verità e libertà ci permettono di essere chi siamo.

Lasciare il Sacerdozio per Amore [PDF]

Il protagonista di questo libro è l'amore, più precisamente l’amore che chiede di essere riconosciuto e proclamato, che esige pubblicità nel senso primordiale di esporre al pubblico, come le pubblicazioni che si affiggono alle porte delle chiese prima del matrimonio. Il protagonista di questo libro è l'amore che bussa con insistenza e che chiede di essere pubblicato e che per questo diventa un libro. Questo libro. 

L'altra protagonista è la verità, che, come il fuoco, brucia. Il rapporto con la verità può essere bruciante. Non lo è quando si tratta di un dato che va imparato e memorizzato; lo è quando si tratta di una evento che ci riguarda e che, ri-guardandoci, proprio come se avesse degli occhi costantemente puntati su di noi, ci disvela, ci spoglia, ci mette a nudo, secondo l'etimologia del termine verità che in greco (alétheia) è proprio “svelare”. La verità svela e denuda perché illumina, ma, illuminando al contempo brucia, come il fuoco. È quello che Agnese legge sotto la riproduzione del quadro di Klimt “Nuda Veritas” all’ingresso dello studio del dottor F., psicanalista di scuola freudiana: “La verità è un fuoco, e parlare di verità significa illuminare e bruciare”…

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