Uomini e profeti

La presentazione di Dio e il suo destino a Uomini e Profeti del 14 febbraio 2016; Vito Mancuso in dialogo con Gabriella Caramore

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Qual è il “destino” di Dio nella società post-secolare? Se diamo uno sguardo alla situazione mondiale, vediamo da un lato un ripiegamento delle fedi tradizionalmente intese, sotto l’urto di una società sempre meno religiosa, dall’altro però un avanzamento dell’intolleranza religiosa nei confronti di fedi diverse o di credenze civili. Che fine fa il soggetto “Dio” in tutto questo? Ne parliamo con il filosofo Vito Mancuso, che da sempre si interroga su quale fede sia plausibile per l’umanità di oggi, in particolare per la cristianità di oggi. “Credo in Dio – dice Mancuso – ma non più nel Dio della dottrina ufficiale della chiesa cattolica. Non credo più nel Dio del Credo, il Padre onnipotente”, a cui nei secoli sono state attribuite le rappresentazioni delle varie chiese. Ma allora in quale Dio credere? È possibile a partire dalle Sacre Scritture elaborare il senso di una divinità completamente partecipe del processo umano? Confrontandoci con il sapere della storia e della scienza, proviamo a elaborare una nuova immagine di Dio.

E' possibile riascoltare la trasmissione alla pagina Rai segnalata sotto:

Dio e il suo destino a Uomini e Profeti [Link]

Vito Mancuso a Uomini e Profeti [PDF]

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Il mistero della natura ci tocca nel profondo

Intervista al prof. Vito Mancuso di Paolo Piffer per l'Alto Adige [PDF]

Schermata 2016-02-10 alle 14.53.43In vista degli spettacoli “Laika” di Ascanio Celestini (il 19 febbraio) e “Vangelo” di Pippo Delbono (il 17 marzo), che con il sacro e la sacralità dell’uomo nelle sue diverse espressioni hanno a che fare, il Centro servizi culturali S.Chiara di Trento promuove un incontro con il teologo Vito Mancuso in programma domani, al teatro Cuminetti, in via S.Croce, alle 17,30. Dialogherà con l’ospite Alberto Faustini, direttore di “Trentino” e “Alto Adige”. Mancuso rifletterà sul senso del sacro nella società contemporanea. Tra i più attenti analisti del vivere contemporaneo dell’uomo, con tutte le sue difficoltà, asperità, aspettative e tensioni spirituali, il teologo, che fu ordinato dal cardinale Carlo Maria Martini e che poi chiese di essere dispensato dalla vita sacerdotale, è saggista di successo nonché editorialista del quotidiano “la Repubblica”. Più di una sua pubblicazione ha venduto oltre centomila copie segno che i temi che approfondisce disegnano spazi che, come un sasso gettato in acqua, formano cerchi sempre più larghi, oltre la comunità dei credenti. Il che qualche frizione con le gerarchie ecclesiastiche a volte l’ha provocata. “Dio e il suo destino” è, per ora, la sua ultima produzione editoriale …

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Intervista a Greenews.info

Dio e Natura. La teologia laica ed ecologica di Vito Mancuso

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Teologo e scrittore, Vito Mancuso ha firmato diversi titoli di successo, in particolare “L’anima e il suo destino” (Raffaello Cortina, 2007), “Io e Dio. Una guida dei perplessi” (Garzanti, 2011), “Il principio passione.La forza che ci spinge ad amare” (Garzanti 2013), tre bestseller da oltre centomila copie con traduzioni in molte lingue. Il suo pensiero si distingue per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Dal 2009 è editorialista del quotidiano La Repubblica. Da marzo 2013 è docente di “Storia delle dottrine Teologiche” presso l’Università degli Studi di Padova. Il suo ultimo libro è Dio e il suo destino (Garzanti Editore, novembre 2015), che sta presentando in tour in questi giorni in varie città italiane …

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Un solo Dio di tutti i popoli

Il contributo del prof. Vito Mancuso a SETTE Corriere della Sera del 22 gennaio 2016 [PDF] Sette

Schermata 2015-07-07 alle 16.03.16Il dialogo interreligioso di cui parlano gli uomini di Chiesa, le persone comuni lo fanno dal basso, intrecciando le loro esistenze e quindi anche le loro visioni del mondo e i loro riti. Per questo, a mio avviso l’unica immagine di Dio che appare sostenibile nel futuro (e per qualcuno già al presente) è la relazione radicale che viene prefigurata dall’idea di TRINITAS. Non più un Dio che sta assiso nei cieli e che domina e controlla, e a cui occorre solo obbedire, ma un Dio che spinge i viventi all’armonia e alla giustizia delle relazioni.

Non più un Dio di un popolo o di un libro solo, ma un Dio di tutti i popoli, di cui tutti i libri sacri manifestano un aspetto che va integrato con altri. Sincretismo? Questo termine deriva dall’usanza degli antichi cretesi di unirsi tra loro, a fronte di un’invasione esterna superando le loro usuali divisioni. Penso che questa sia la situazione dell’umanità: Unirsi superando le divisioni di fedi e dottrine, per sostenere la minaccia del nichilismo, e scoprire il primato della relazione quale prima categoria dell’essere. (Vito Mancuso)

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I confini della misericordia

Ma davvero la famiglia della dottrina ecclesiastica corrisponde al disegno di Dio? 

Schermata 2016-01-23 alle 18.38.24Contrariamente a molte altre volte, il Papa non ha sorpreso nessuno con il discorso di ieri al Tribunale della Rota Romana, un testo del tutto secondo copione, il medesimo che non solo Benedetto XVI e Giovanni Paolo II ma anche tutti gli altri 263 Papi avrebbero potuto tenere. Francesco ha detto che «non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione», perché la famiglia tradizionale (cioè quella «fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo») appartiene «al sogno di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell'umanità». Vi è quindi un modello canonico di famiglia, rispetto al quale tutte le altre forme di unione affettiva e permanente sono livelli più o meno intensi di quanto il Papa ha definito «uno stato oggettivo di errore». È per questo che solo la famiglia della dottrina ecclesiastica merita il nome di famiglia, mentre a tutte le altre spetta il termine meno intenso di «unione» …

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Il nome di Dio è Misericordia

Il commento al libro del Papa scritto con il vaticanista Andrea Tornielli 

Schermata 2016-01-10 alle 23.00.21Non si deve chiedere quello che non può dare a questo libro-intervista di Papa Francesco con Andrea Tornielli, delle cui 120 pagine a stampa più di un terzo sono bianche o di strumenti redazionali. Quello che il libro può dare e dà effettivamente è la saggezza vissuta di un uomo di Dio che crede profondamente nel Vangelo e nella sua capacità di rinnovare la vita. Dalla sua lunga esperienza il papa trae una serie di aneddoti, uno più fresco dell’altro, raccontati sempre con grazia e delicatezza. C’è la vecchietta argentina che dice che Dio perdona sempre perché altrimenti il mondo non esisterebbe, la donna sola che per mantenere i figli si prostituisce e che ringrazia di essere chiamata comunque “signora”, l’uomo devoto che non perde una messa e ha una relazione con la cameriera e si giustifica dicendo che le cameriere ci sono anche per questo, la donna che non si confessa da quando aveva 13 anni perché allora il prete le chiese dove teneva le mani mentre dormiva, la signora cui vengono richiesti per prima cosa 5.000 dollari per la causa di nullità matrimoniale, la ragazza che nel postribolo incontra l’uomo che forse la sposerà e che per questo si reca in pellegrinaggio, e altri vividi esempi di concretissima umanità …

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Utopia: il principio speranza oltre i calcoli della ragione

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A proposito di utopia occorre sempre ricordare quanto scriveva Oscar Wilde nel 1891: «Una carta geografica che non comprenda l’isola di Utopia non merita nemmeno uno sguardo, perché escluderebbe l’unico paese al quale l’Umanità approda in continuazione» (L’anima dell’uomo sotto il socialismo). La capacità di utopia però, chiamata da Ernst Bloch «il principio speranza», è imparentata con un superamento della ragione calcolante e per questo all’uomo coi piedi per terra appare spesso irrazionalità e follia. Non è quindi un caso che, qualche anno prima del capolavoro di More, Erasmo da Rotterdam avesse dedicato a lui l’Elogio della follia (1509), composto proprio nella casa londinese di More.

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Natale per me

Mancuso-Augias, confronto tra un credente e un non credente

Corrado Augias e Vito Mancuso riflettono insieme sul significato del Natale. Come viverlo in una società sempre più multietnica? Quali i sentimenti condivisi e le diversità da rispettare? E poi: quale rapporto con le altre religioni? Come comportarsi con i bambini e nelle scuole? Conduce Silvia Garroni.

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