Dalla dimenticato, ora tocca al Comune, la famiglia è assente

Il teologo nel settembre 2010 visse per quasi due mesi in casa del cantautore: "Il sindaco fa bene a stigmatizzare una certa inerzia da parte degli eredi nel dar vita a quello che Lucio avrebbe voluto, in primis la Fondazione per lanciare giovani talenti". Intervista di Valerio Varesi Repubblica Bologna 5 marzo 2016

d6bebeMancuso, crede che il ricordo di Dalla si sia affievolito?
"A quattro anni dalla morte è fisiologico che accada. Quest'anno, per esempio, non sono stati organizzati concerti come in precedenza, ma io credo che si debba passare dal ricordo basato sugli eventi alla istituzionalizzazione del ricordo stesso. È su questo che è mancata la fattività perché le forze si sono disperse mentre avrebbero dovuto unirsi".
 
 
Come si potrebbe invertire la tendenza?
"È grave che non sia partita la Fondazione a cui Lucio teneva tanto, proprio per la dispersione di cui parlavo. Ciascuno ha badato un po' troppo al suo 'particulare' e tuttavia gli eredi devono rendersi conto che Dalla è un patriomonio non solo loro, ma della città e del Paese. Credo che il Comune potrebbe mettere gli eredi di fronte al fatto compiuto e organizzare un 'festival dell'inedito' per scoprire e lanciare nuovi talenti musicali. Era questo quello che voleva fare Dalla"…
 

A quel punto crede che anche gli eredi potrebbero ricompattarsi?
"Trainati dall'istituzione non avrebbero scelta. Il Comune potrebbe coinvolgere la Rai, dare lustro nazionale a questa manifestazione. E soprattutto occorrerebbe coinvolgere anche Marco Alemanno. Com'è possibile escluderlo? Credo che non viva nemmeno più a Bologna. Lui non era solo il compagno, ma anche il manager. Lucio lo chiamava scherzosamente 'il mio produttore'. Negli ultimi anni rappresentava la sua famiglia affettiva e professionale. Gli faceva da segretario, era la sua memoria. È stato un professionista a fianco di un grande artista".
 
La casa di Dalla potrebbe diventare un museo?
"Lì di cose da vedere ce ne sono tante e tutte testimonianze significative per una storia della canzone italiana. Io che ho vissuto in quelle stanze per un po' di tempo, sono del parere che potrebbero ospitare un allestimento utile e diventare un patrimonio aggiuntivo della città se valorizzato al meglio".
 
Come le successe di essere ospite della casa di Dalla?
"Un giorno mi arrivò una mail di un tal Domenico Sputo. Pensai a uno scherzo, ma leggendola, l'autore si rivelava essere Lucio. Siamo diventati amici. Mi diceva di non prendere alberghi se capitavo a Bologna visto che aveva una casa molto grande. Quando decisi di trasferirmi, la ditta tardò coi lavori a casa mia cosicché Lucio si offrì di ospitare me, mia moglie e due figli da lui. Una generosità infinita".