La manifestazione della divinità del Cristo quest’anno coincide con i conflitti e la paura di un mondo fuori controllo ma occorre risvegliarsi alle meraviglie quotidiane
Epifania letteralmente significa “manifestazione” e nel suo uso tradizionale il termine rimanda alla triplice manifestazione della divinità di Cristo, iniziata con l’omaggio a Betlemme dei Magi e compiuta nel battesimo al fiume Giordano e nel miracolo alle nozze di Cana. La radice di epifania proviene dal verbo greco “phaíno”, che significa “apparire, portare alla luce, manifestarsi”, da cui deriva anche il sostantivo “fenomeno”. Ben al di là dell’uso colloquiale con cui noi designiamo una cosa o una persona straordinaria dicendo per esempio “lei è un fenomeno”, il termine fenomeno indica ogni oggetto della nostra conoscenza sensibile, nel senso che noi possiamo conoscere solo “fenomeni”: non cioè le cose e le persone per quello che sono veramente in se stesse, ma solo per quello che appaiono a noi. La nostra conoscenza è sempre necessariamente fenomenica. Derivato di fenomeno è “epifenomeno”, termine strettamente collegato a epifania e che indica non ciò che costituisce l'essenza vera e propria della realtà ma solo ciò che appare alla superficie quale manifestazione secondaria. “Epì”, infatti, in greco significa “su, sopra”, quindi l'epì-fenomeno è ciò che appare sopra, in superficie, e che, come tale, è superficiale, mentre l’essenza vera e propria che costituisce il significato della realtà sta sotto, nel fenomeno originario …