La paura della modernità

papiLa questione preliminare sollevata dalla prima enciclica di papa Francesco riguarda la sua effettiva paternità. Chi è il vero padre del testo da oggi noto con il titolo classico di Lumen fidei, “Luce della fede”? Sarà compito degli studiosi futuri stabilire con precisione quanto vi sia di Ratzinger e quanto di Bergoglio in questo importante documento, ma, come si può leggere nello stesso testo, già oggi è noto che è stato scritto per la gran parte da papa Benedetto («egli aveva già quasi completato una prima stesura»), mentre papa Francesco dice di aver contribuito aggiungendo «alcuni ulteriori ritocchi». L’origine a più mani del testo non costituisce di per sé una novità per il papato, perché sono molti i testi del magistero quali encicliche, esortazioni apostoliche, catechesi o semplici discorsi, che hanno alle spalle un autore diverso rispetto al Romano Pontefice che poi li ha firmati, né penso che potrebbe essere altrimenti vista l’ampia esposizione a cui oggi un Papa è quotidianamente chiamato. Decisamente nuovo però è il fatto che, dietro a un testo solenne come un’enciclica, di pontefici ve ne siano due, visto che Benedetto XVI ha scritto le pagine oggi firmate da papa Francesco quando ancora il papa era lui. A quale pontefice quindi attribuire la sostanza degli insegnamenti contenuti nella Lumen fidei? E chi tra i due papi ha scelto il titolo, che in un’enciclica ha sempre tanta importanza?….

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Margherita la signora delle stelle

Intervista a Vito di Giovanni Panettiere per il Resto del Carlino 

Margherita-Hack-e-Vito-Mancuso-300x267

L’ultima volta che si sono incontrati vestivano entrambi i panni dell’avvocato. Lui di Dio, lei del matematico statunitense Stephen Hawking, icona dell’ateismo contemporaneo. Il teologo Vito Mancuso torna con la memoria sul palcoscenico del Teatro Olimpico di Vicenza, allo spettacolo ‘Dio e Hawking’, nel quale, un anno e mezzo fa, si confrontò con l’astrofisica Margherita Hack. L’ombra dell’emozione incombe e il ricordo è tutto declinato al presente.

Giovanni : Come andò quel ‘dibattimento’?

Vito: «Mi sono confrontato varie volte con intellettuali atei. Ho toccato con mano la chiusura e la sicumera di alcuni, l’apertura al dialogo degli altri. La Hack ha un estremo rispetto e una grande attenzione per gli argomenti di chi pensa diversamente da lei»…..

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Un Paese dove la virtù deve chiedere perdono

bandieraI fatti di Firenze riportati ieri da questo giornale (“Assessori, escort e coop, i segreti hard di Firenze”) non sono certo un caso isolato nel nostro paese, anzi sono convinto, e con me penso lo sia la gran parte degli italiani, che ogni nostra città o cittadina presenti una realtà più o meno analoga. Si tratta di una constatazione abbastanza inquietante, almeno per me che sono spesso chiamato a parlare di etica. Ne ho parlato l’altro giorno in una tavola rotonda promossa da Conad in occasione dell’assemblea di bilancio, all’inizio di questo mese ho tenuto uno specifico corso di etica ai futuri commissari presso la Scuola Superiore di Polizia, molte volte sono stato invitato a discuterne nei licei del nostro paese, nelle aule universitarie, nelle piazze che ospitano manifestazioni culturali. Ricordo una volta a Roma nell’aula magna della Luiss, l’Università della Confindustria, di aver dovuto rispondere alla domanda sul perché il bene dovrebbe essere sempre meglio del male se il male talora risulta più efficace, sul perché si dovrebbe essere onesti e leali anche quando è possibile non esserlo, e non esserlo risulta più conveniente. Devo dire che ogni volta, prima di prendere la parola, ho sentito sorgere dentro di me una sorta di sottile disagio, procurato dal fatto di percepire sui volti che mi osservavano il disinteresse e la noia per quell’argomento di cui stavo per parlare….

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Il blog di Lele Jandon

Disputa fra un liberale kantiano e un totalitarista ideologico:

"Il nuovo libro di Vito Mancuso è, come sempre, un evento culturale"

La recensione a "Il caso o la speranza, un dibattito senza diplomazia 

di LELE JANDON

dialogo_editoriale

 

Vito Mancuso non è solo un eccellente professore (è stato mio docente di Teologia Moderna e Contemporanea e di Storia delle Tradizioni e delle Identità Cristiane), né è solo un prolifico scrittore; é anche, a mio avviso, il più grande filosofo italiano vivente…

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Un nuovo Papa, un Papa nuovo

Intervista a Vito su Papa Francesco : L'INATTUALE di Paolo Calabrò

papa-lampedusa

Il nuovo papa è stato eletto e a tempo di record. Qual è la Sua impressione?
Direi che è stata una bella dimostrazione di unità da parte del Collegio cardinalizio. Per il resto, si tratta appunto ancora di impressioni, non ci sono in effetti ancora elementi “depositati” (atti, decisioni, documenti…) sulla cui base si possa riflettere con cognizione di causa. Ancora abbiamo a che fare con emozioni, sentimenti, piccoli e grandi segnali…

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Video-commento a “Il caso o la speranza?”

Gianandrea Giacoma e Gianluca Bocchi commentano il testo "Il caso o la speranza Un dibattito senza diplomazia" di Paolo Flores D'Arcais e Vito Mancuso

Gianluca Bocchi importante filosofo della scienza e uno dei massimi esperti della sfida della complessità in Italia.  Gianandrea Giacoma psicologo di formazione junghiana indaga le logiche della complessità e negli ultimi anni anche il dharma del buddha.

Pubblicato in Home

Evoluzione e creazione

Ciclo di conferenze in occasione del II centenario della nascita di Darwin : "Evoluzione e creazione"
Modena Venerdì 15 maggio 2009, Accademia Nazionale di Scienze – Lettere e Arti

Pubblicato in Home

Le persone e le cose nelle economie del futuro

OLYMPUS DIGITAL CAMERA«La vera natura della crisi che stiamo vivendo, prima ancora che economica e finanziaria, è di tipo filosofico-spirituale. Dopo decenni di fede cieca nella libertà dell’io come motore della crescita, oggi l’Occidente comincia a interrogarsi sui limiti di questo approccio». È la convinzione di Vito Mancuso, docente di Storia delle dottrine teologiche all’Università di Padova, nonché autore di numerose pubblicazioni sui temi della religione, che hanno suscitato ampio dibattito. Il teologo ha espresso il concetto nel corso della tavola rotonda “Le persone e le cose nelle economie del futuro”, organizzata nei giorni scorsi da Conad a Bologna. Un appuntamento che ha visto confrontarsi esperti di diverse materie e orientamenti sul futuro dei consumi e sulla necessità di riportare la persona al centro dell’economia. Un tema che da sempre appartiene alla tradizione cattolica, all’economia civile, al movimento cooperativo e al terzo settore in generale, ma che in una fase come questa di recessione prolungata viene rivalutato anche in altri ambiti sociali ed economici. Nella convinzione che da una crisi sistemica si possa uscire solo rivedendo a fondo il modello di crescita finora adottato, e che evidentemente non è più in grado di dare risposte adeguate. Per Mancuso, ripartire da zero, riscrivendo le priorità non è un miraggio: «Dovremmo avere tutti la consapevolezza che, allo stato attuale delle cose, non abbiamo un grande futuro davanti a noi», è la sua convinzione. «Il termine societas sta a indicare un insieme di soci, ma noi abbiamo smesso da tempo di guardare all’interesse d’insieme. Cambiare in maniera netta non è certo facile, ma non abbiamo alternative».

Luigi Dell'Olio  articolo completo Repubblica.it (Link)

Pubblicato in Home

La verità che si fa

In questa intervista Vito riepiloga i temi fondamentali della sua teologia, dalla natura pratico-vitale e non teoretica della fede alla valorizzazione della misericordia come superamento della giustizia retributiva e alla necessità di pensare una morale non “autoritaria”.

vito-mancuso-1

Il Rasoio di Occam, 7 giugno 2013 [Link]
 
Intervista di Carlo Crosato 

Carlo : Vorrei iniziare con una questione “teoretica”, in modo da accordarci su certi elementi che possono poi tornare utili. La questione teoretica centrale è quella del rapporto tra l’atteggiamento fideistico e la conoscenza epistemica. Tra la fede e il sapere filosofico, potremmo dire. Pongo questa prima questione perché è di capitale importanza: se anche il senso comune accorda alla conoscenza fondata su evidenza la massima legittimità, nessuno può vivere esclusivamente ordinando la propria condotta su una simile conoscenza. È infatti inevitabile vivere fidandosi di qualcosa, fosse anche la sola certezza infondata e induttiva che domani mattina il sole sorgerà. La fede religiosa, però, si presenta in maniera ulteriormente problematica, cioè come dotata di una stabilità che, però, proprio in quanto fede – quindi in quanto «argomento che rende visibile l’invisibile», come «sacrificium intellectus» diceva Tommaso –, non può vantare. Lei, in un recente lavoro a quattro mani col direttore Flores D’Arcais, parla della fede come di un «pensiero del cuore». Il dilemma che le pongo è: la fede, per presentarsi come atteggiamento legittimo e non cieco, è costretta necessariamente a scegliere tra l’essere gnosi o l’essere un sentimento contraddittorio? ….

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Il caso o la speranza? Un dibattito senza diplomazia

Garzanti Editore

Paolo Flores D'Arcais – Vito Mancuso

saggi 160 pagine € 14.00 In libreria dal 9 marzo 2013 

«L'ateismo, almeno il mio, non è una fede ma una constatazione. Io mi fermo al nostro comune sapere, senza aggiungere né togliere nulla.» Paolo Flores D'Arcais

«Credere è una particolare declinazione del pensare. Io ne parlerei come di un pensare con il cuore, di un pensare al senso globale dell'esistenza parteggiando per il bene e la giustizia.» Vito Mancuso

Come possono conciliarsi fede e scienza? Il bene e la dimensione etica dell'uomo sono naturali o innaturali? Cosa resta di noi e delle nostre coscienze una volta spente tutte le funzioni del cervello? E soprattutto: nell'universo è possibile rintracciare un fine capace di sottrarre le nostre vite alla casualità che pare dominarle? Su questi fondamentali interrogativi il filosofo ateo Paolo Flores D'Arcais e il teologo credente Vito Mancuso si confrontano senza esclusione di colpi in un dialogo aspro, fatto di parate e affondi, memore delle dispute medioevali. Da prospettive che appaiono inconciliabili, Il caso o la speranza? affronta i grandi temi della nostra esistenza in maniera originale e profonda: gli autori dialogano con passione, scegliendo di non eludere le profonde differenze tra i loro diversi punti di vista, ma al contrario di scandagliarle e di esporle alla critica l'uno dell'altro. Li anima un autentico rispetto personale. E li guida la ferma convinzione che – come dice Mancuso – «dialogare… è esporre se stessi alla forza e al rigore del ragionamento»; e che – nelle parole di Flores D'Arcais – «la filosofia è un dialogo, ininterrotto».

Paolo Flores D'Arcais è filosofo e pubblicista, direttore della rivista «MicroMega». Collabora a «Il Fatto Quotidiano», «El País», «Gazeta Wyborcza». È tra gli organizzatori e i leader del movimento studentesco del Sessantotto. Tra i suoi libri: Etica senza fede (1992), L'individuo libertario (1999), Il sovrano e il dissidente (Garzanti 2004), Dio esiste? (2005), Hannah Arendt (2006), Atei o credenti? (2007).

Vito Mancuso è stato dal 2004 al 2011 docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano. È autore, tra gli altri libri, di L'anima e il suo destino (2007), Disputa su Dio e dintorni (con Corrado Augias, 2009), Obbedienza e libertà (2012) e Conversazioni con Carlo Maria Martini (con Eugenio Scalfari, 2012). Dal 2009 è editorialista del quotidiano «la Repubblica». Per Garzanti ha firmato nel 2011 Io e Dio. Una guida dei perplessi, giunto alla ottava edizione.

Intervista a RaiEdu Filosofia


 

Pubblicato in Home