Intervista a San Paolo Store

Nell’introduzione del suo ultimo libro, Conversazioni con Carlo Maria Martini, ha evidenziato i valori comuni tra credenti e non credenti: quali sono quelli che uniscono e quali quelli che dividono?

L’elemento decisivo è il metodo, molto  più che non  singoli contenuti che possono anche dividere,  e talora di fatto dividono credenti e non credenti . In questo libro specifico Scalfari e Martini dimostrano nelle loro conversazioni di essere divisi da alcune narrazioni del senso della vita e naturalmente da questioni come la resurrezione di Gesù o l’importanza della Chiesa, ma tutto questo è secondario perché non impedisce loro di sentirsi profondamente uniti. Questa unità certamente è data da alcuni contenuti che riguardano il primato dell’etica,  un certo giudizio morale sulla politica e altre cose, ma al fondo è data dal metodo, cioè dalla modalità con cui la mente, e direi anche il cuore – forse il cuore ancor più che la mente – con cui l’intelligenza e la volontà si dispongono di fronte all’altro, di fronte alla vita, andando a cercare il bene concreto nella situazione concreta. Questo metodo di profonda onestà intellettuale nell’analisi del reale può portare a unire profondamente le persone. Poi può accadere che le risposte siano diverse e che ci si renda conto che, nell’esercizio di questo metodo, i risultati siano diversi, ma questo non impedisce di sentire un’unità che è più importante della differenza e che è data precisamente dalla disposizione di fondo della coscienza, del cuore, della mente di fronte alla realtà: il metodo insomma ….. 

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Vito all’Istituto Pontano di Napoli

I Lontani… l'esperienza del Cardinale Carlo Maria Martini alla luce del Concilio Vaticano II

Relatori : Vito Mancuso (Teologo), Bartolomeo Sorge sj (Direttore emerito di Aggiornamenti Sociali)

Introduzione: Prof.ssa Assunta Moccia (Rettore del Pontano),Prof. Angelo Maiello (Responsabile del Caffé Letterario),Dott. Franco Roberti (Presidente dell' Associazione ex-alunni),Saluto: P. Vitangelo Denora sj (Delegato del Provinciale per i Collegi Ignaziani)


 

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Scola, lo Stato laico e la libertà religiosa

È tradizione che i discorsi tenuti il giorno di Sant’Ambrogio dagli arcivescovi di Milano siano caratterizzati da una profonda attenzione all’attualità sociale e politica. È il caso anche del discorso tenuto ieri a Milano da Angelo Scola, nel quale il cardinale è giunto a pronunciare parole molto pesanti. Parole a mio avviso poco fondate, su un tema di straordinaria delicatezza quale quello della laicità e della aconfessionalità dello Stato. Scola è partito da molto lontano, dall’anno 313, visto che l’anno prossimo saranno 1700 anni da quell’Editto di Milano con cui Costantino e Licinio posero fine alle persecuzioni contro i cristiani. Scola non esita a celebrare tale editto come “l’atto di nascita della libertà religiosa”. È doveroso chiedersi per chi tale libertà nacque, e la risposta corretta è per i cristiani, i quali, da perseguitati sotto alcuni imperatori romani (in particolare Decio, Valeriano e Diocleziano) iniziarono a godere libertà di culto e poterono professare pubblicamente la loro religione ….

 

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Ho sognato una Chiesa

 

 

Quattro grandi sguardi su un uomo eccezionale:

 

Monsignor Luigi Bettazzi, don Andrea Gallo,

Vito Mancuso e Giuliano Pisapia

 

raccontano un cardinal Martini «profondamente uomo, ma così lontano da ciò che è semplicemente umano». Hanno avuto modo di conoscerlo durante la propria vita e qui offrono la loro testimonianza sulla figura e l’eredità del cardinale, affrontando attraverso il suo ricordo i temi più attuali del dibattito civile e religioso contemporaneo.

 

Carlo Maria Martini è nato a Torino nel 1927. Dal 1979 al 2002 è stato arcivescovo di Milano, attento a temi di drammatica contemporaneità come l’eutanasia, le coppie di fatto, le diseguaglianze di genere, aprendo la discussione sulla necessità per la Chiesa di riconoscere i propri errori e percorrere un cammino di radicale cambiamento. Esperto di esegesi biblica e teologia, ha dedicato grande attenzione anche al dialogo con le altre religioni, in particolare con l’ebraismo. È morto a Gallarate il 31 agosto 2012. Ai suoi funerali hanno partecipato oltre ventimila persone, tra religiosi e laici, e molte di più hanno omaggiato la sua salma. Elisa Rinaldi è nata e vive a Genova, dove si è laureata in filosofia. Attualmente collabora come volontaria con don Andrea Gallo alla Comunità San Benedetto al porto di Genova.

 

 

DATI TECNICI: formato 10,5 x 16,5 – brossura con bandelle – Isbn: 9788866260479 – pp. 112 – € 9,50

Aliberti editore Srl – Sede operativa: Via Meuccio Ruini, 74 42100 Reggio Emilia – Tel 0522 272494 Fax 0522 272250 Sede legale:via dei Cappuccini, 27 00187 Roma www.alibertieditore.it

 


 

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Quei racconti diversi sull’infanzia del Cristo

IL BAMBIN GESU’ DEL PAPA 

Con il volume intitolato "L’infanzia di Gesù" che arriva oggi in libreria nei principali paesi del mondo, si conclude l’opera complessiva di quasi mille pagine in tre volumi dedicata da Joseph Ratzinger a Gesù di Nazaret. Con essa egli intende far tornare i cattolici a identificare narrazione evangelica e storia reale come avveniva fino a qualche decennio fa, prima dello sviluppo della moderna esegesi storico-critica. Raggiunge l’autore il suo obiettivo? A mio avviso no, perché si tratta di una mission impossible….

 

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Quel che resta del sacro

Il cristianesimo, l'etica e l'Occidente

Umberto Galimberti, Cristianesimo La religione dal cielo vuoto (Feltrinelli)

 

A chi prega ogni giorno «Padre nostro che sei nei cieli» non fa probabilmente piacere veder qualificata la propria fede come «la religione dal cielo vuoto», secondo quanto recita il sottotitolo dell’ultimo libro di Umberto Galimberti appena uscito da Feltrinelli. Consapevole dell’affondo, l’autore avverte di non aver voluto essere «provocatorio e nemmeno offensivo », ma non per questo rinuncia a ribadire: «E tuttavia il cielo del cristianesimo è vuoto». Il libro di Galimberti è ampio, sinuoso, profondo, apre e chiude scenari con magistrale disinvoltura. Il credente che lo legge può affogare, ma può anche imparare a nuotare tra pericolose correnti. Tra le questioni sollevate vi è quella del senso, se cioè questa categoria non sia solo un traballante rifugio della mente, vi è la connessione tra l’Occidente e la sua religione («l’Occidente di cristiano non ha solo le radici, ma il tronco, i rami, le foglie, i frutti, tutto è cristiano in Occidente»), vi è l’immancabile trattazione della tecnica e della psiche, la figura della fede filosofica e molte altre cose…. 

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A Vito il premio Rhegium Julii “I.Falcomatà”

Intervista di Josephine Condemi

Vito Mancuso è a Reggio Calabria, vincitore del Premio Rhegium Julii “I.Falcomatà” dedicato alla saggistica con il volume Obbedienza e libertà. Parlare con Mancuso è immergersi nei suoi silenzi, disimparare le regole ordinarie di conversazione per reimpararne di nuove, seguendo un ritmo meno sincopato, più ampio, disteso, profondo.Nel volume afferma che la sua è una teologia laica: potrebbe sembrare un ossimoro…

La laicità non è uno stato della persona: ci sono dei preti o dei monaci perfettamente laici e viceversa dei laici perfettamente clericali o anticlericali (la stessa cosa in positivo o negativo). La teologia laica è quella modalità di intendere e sviluppare il discorso teologico non per appartenere a una istituzione, quindi non per essere funzionale a una struttura di potere, ma per servire la verità per se stessa, così come si manifesta nella coscienza umana. E’ una teologia che si potrebbe esemplificare con la frase di Albert Schweitzer, “la sincerità è il fondamento della vita spirituale”: una teologia che ama la verità e da questo amore prende il coraggio di fare emergere tutte le aporie del discorso tradizionale, cercando di risolverle e sapendo che solo così si può servire la coscienza contemporanea…

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