Nell’introduzione del suo ultimo libro, Conversazioni con Carlo Maria Martini, ha evidenziato i valori comuni tra credenti e non credenti: quali sono quelli che uniscono e quali quelli che dividono?
L’elemento decisivo è il metodo, molto più che non singoli contenuti che possono anche dividere, e talora di fatto dividono credenti e non credenti . In questo libro specifico Scalfari e Martini dimostrano nelle loro conversazioni di essere divisi da alcune narrazioni del senso della vita e naturalmente da questioni come la resurrezione di Gesù o l’importanza della Chiesa, ma tutto questo è secondario perché non impedisce loro di sentirsi profondamente uniti. Questa unità certamente è data da alcuni contenuti che riguardano il primato dell’etica, un certo giudizio morale sulla politica e altre cose, ma al fondo è data dal metodo, cioè dalla modalità con cui la mente, e direi anche il cuore – forse il cuore ancor più che la mente – con cui l’intelligenza e la volontà si dispongono di fronte all’altro, di fronte alla vita, andando a cercare il bene concreto nella situazione concreta. Questo metodo di profonda onestà intellettuale nell’analisi del reale può portare a unire profondamente le persone. Poi può accadere che le risposte siano diverse e che ci si renda conto che, nell’esercizio di questo metodo, i risultati siano diversi, ma questo non impedisce di sentire un’unità che è più importante della differenza e che è data precisamente dalla disposizione di fondo della coscienza, del cuore, della mente di fronte alla realtà: il metodo insomma …..