Una prorompente visione della vita

LA RECENSIONE DE "IL PRINCIPIO PASSIONE" (GARZANTI)

Lunedì, 30 settembre 2013 – Alessandra Peluso  Affaritaliani.it [Link]

"Vigorosa concisione, calma e maturità – quando trovi in un autore queste qualità, fermati e festeggia una lunga festa in mezzo al deserto: per molto tempo non ti capiterà più una simile fortuna"

(F. Nietzsche, Umano troppo umano)

E così, si deve festeggiare, ma in primis contemplare, prima di addentrarsi nel tempio sacro e culturalmente inviolabile di Vito Mancuso, occorre spogliarsi delle proprie inezie, togliersi i calzari e cominciare a contemplare in religioso silenzio."Il Principio Passione" è un'opera che contiene una prorompente visione della vita con un'analisi particolareggiata che Mancuso offre al lettore da una prospettiva circolare comprendente i settori della teologia, filosofia, storia, quindi l'essenza dell'esistenza che appartiene all'essere umano, agli animali, alle piante, al pianeta.

Vito Mancuso conduce per mano, aiuta a far luce sui misteri nel tempio della vita, muovendo dal principio, come gli antichi filosofi si chiede da dove abbia avuto inizio l'Universo, quale sia stato il principio, l'essere energia che lo abbia generato, le due forze antagoniste di "caos e logos", la necessità di pensare la vita. Spiega cos'è la materia, enucleando i diversi punti di vista teologico e scientifico. Si va dal "logos" ai quanti, ai bosoni, alla spiritualità divina. Materia incandescente e ipnotizzante, anche in assenza di gravità si vive questo libro da ogni punto di vista.

Spiega come la vita sia intrinsecamente abitata da una logica tendente alla relazione che conduce a nuove aggregazioni; sicuramente vi sono momenti di conflitto – afferma l'autore – ma la vita non è riconducibile al conflitto, anzi prima di tutto è relazione aggregante (p. 158), mossa dal "principio passione". "Noi siamo passione. E il nostro essere passione può essere sia distruttivo che costruttivo, tutto dipende da come siamo in grado di incanalare questa forza passione che ci costituisce e che ci domina" (p. 190). Incisive e quantomai vere queste riflessioni che danno solidità a consistenza a quella materia di cui è fatto l'Universo. La materia è energia e con un sillogismo indiscutibile di materia ed energia, Mancuso giunge alla conclusione che "se si spegne la passione, si spegne la vita".

Chi ha l'ardire di affermare il contrario? Come dar torto a  Vito Mancuso che svela il mistero della vita.
Affascinante, mistico, spirituale, scientifico, razionale è tutto questo e altro ancora "Il Principio Passione". Scandaglia l'animo umano, l'essere, l'esistenza, la materia, il pensiero con una chiarezza e nitidezza straordinariamente sorprendenti.

È una contemplazione dalla quale non si trova ragion d'uscita, la grandezza del tempio non spaventa, né disorienta perché è presente costantemente la personalità del filosofo e teologo che fornisce punti di riferimento, fonti attendibili alternate da più considerazioni. Con la chiave della sapienza, come sommo grado di conoscenza, apre le porte della vita, dimostrando in particolare come l'amore umano riproduca e porti a compimento la logica del mondo.

Il principio costitutivo del mondo, ciò che svela la logica mediante in cui la vita sorge, si evolve, è la passione, il "pathos". (p. 89).

Tuttavia la passione si può chiamare amore ma anche croce: ognuno di noi è chiamato prima o poi ad avere una croce, sono le parole del Papa Francesco, alla quale non bisogna fuggire, ma tutt'altro,  affrontarla, supportarla perché dalla "croce", dal dolore, dalla sofferenza, possa scaturirne un elemento di forza per se e per l'Altro. E ciò che è singolare la spiegazione di come il "caos", o "satana" non siano peccati, da demonizzare e rifiutare, ma accettare come possibilità necessarie perché si possano superare, attuando – potremo dire la volontà di Schopenhauer – fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio, mai stabile ovviamente perché la vita non è stabilità, certezza, staticità, ma è in continuo e perenne movimento, è contingenza.

"Il Principo Passione" di Vito Mancuso è un'opera di gran mole, è l'humus che permette di germogliare in più terreni, anche quelli apparentemente aridi. È da leggere perché appassiona, accende, e soprattutto incoraggia a credere che l'amore che comporta l'ambivalenza – passione e croce – è ciò che muove la vita umana e l'Universo. Pertanto deve nascere la responsabilità in ognuno a relazionarsi con l'altro, a creare un legame come una sorta di connessione necessaria, inevitabile, insostituibile ad ogni sola individualità che non comporterebbe certo un'evoluzione in alcun senso la si prospetti.   

Considerare la passione come principio primo significa perciò avere fiducia nell'essere umano, dare la possibilità a se stesso e all'altro di riscatto, miglioramento; mentre identificare nella relazione un senso di speranza, fede offre un'importante crescita culturale che oggi più che mai si necessita visto che le relazioni sociali sono continuamente bistrattate da un'etica utilitaristica tendente ad un osannato opportunismo.
Vito Mancuso dona la speranza a credere e ad aver fiducia proprio in quanto mossi dal "Principio Passione" e non solo ed unicamente dal principio denaro e dall'individualismo.