Francesco, tre anni di pontificato

"Un grande profeta ma ha poco coraggio nel governo della Chiesa. Il problema è che i gesti sono radicali ma non lo è altrettanto l'azione di riforma. Le perle del pontificato? L'impegno per i poveri, per la giustizia sociale, per l'ecologia. Ma ora temo l'effetto boomerang". 

La semplice tunica bianca con cui si affaccia alla loggia di San Pietro. Quel saluto – "buonasera" – rivolto alla folla in piazza. La scelta del nome. La rinuncia all'appartamento nel Palazzo apostolico. In poche ore, tre anni fa, Francesco "travolge" il mondo con gesti che appaiono rivoluzionari. In tanti salutano il nuovo corso come un felice incontro tra la Chiesa e la modernità, nella scia del Concilio. Ma cosa è stato di quelle aspettative, tre anni dopo? Vito Mancuso – teologo vicino alle posizioni espresse nel cattolicesimo dal cardinale Carlo Maria Martini – fa un pausa prima di rispondere a questa domanda. "Non credo sia la modernità la chiave per interpretare il pontificato", dice scuotendo la testa. "Forse era più moderno Paolo VI, con la sua propensione a sentire l'inquietudine, la capacità di distinzione, i dubbi tipici della modernità. Francesco invece è molto più attento alla dimensione cristiana, nel senso profetico e radicale del termine" …

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Dalla dimenticato, ora tocca al Comune, la famiglia è assente

Il teologo nel settembre 2010 visse per quasi due mesi in casa del cantautore: "Il sindaco fa bene a stigmatizzare una certa inerzia da parte degli eredi nel dar vita a quello che Lucio avrebbe voluto, in primis la Fondazione per lanciare giovani talenti". Intervista di Valerio Varesi Repubblica Bologna 5 marzo 2016

d6bebeMancuso, crede che il ricordo di Dalla si sia affievolito?
"A quattro anni dalla morte è fisiologico che accada. Quest'anno, per esempio, non sono stati organizzati concerti come in precedenza, ma io credo che si debba passare dal ricordo basato sugli eventi alla istituzionalizzazione del ricordo stesso. È su questo che è mancata la fattività perché le forze si sono disperse mentre avrebbero dovuto unirsi".
 
 
Come si potrebbe invertire la tendenza?
"È grave che non sia partita la Fondazione a cui Lucio teneva tanto, proprio per la dispersione di cui parlavo. Ciascuno ha badato un po' troppo al suo 'particulare' e tuttavia gli eredi devono rendersi conto che Dalla è un patriomonio non solo loro, ma della città e del Paese. Credo che il Comune potrebbe mettere gli eredi di fronte al fatto compiuto e organizzare un 'festival dell'inedito' per scoprire e lanciare nuovi talenti musicali. Era questo quello che voleva fare Dalla"…
 

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Qual è il senso della vita ben oltre la malattia

Schermata 2016-02-29 alle 15.21.58Una tavoletta cuneiforme dell’antica Babilonia racconta di un padre che ricevendo tra le braccia il figlio per dargli il nome, dopo averne osservato il corpo lo chiama Mînaarni, cioè: «Qual è il mio peccato?». L’aspetto di quel neonato è facilmente immaginabile. Oggi qui non parliamo di malattie comuni, del fatto cioè che se prendo freddo mi viene il raffreddore. A tema qui oggi vi sono le malattie rare, ovvero quelle disposizioni illogiche della natura da cui provengono malattie spesso inguaribili senza nessuna motivazione nel comportamento precedente. Sto parlando in particolare delle malattie genetiche, che rappresentano l’80% delle malattie rare e che sorgono nel periodo che va dal concepimento alla nascita. Quello che le malattie genetiche portano alla luce è la falsità delle visioni tradizionali e l’indicazione della prospettiva evolutiva quale unica sostenibile rappresentazione della vita. Esse ci liberano definitivamente dalla metafisica e dal corrispondente teismo, e insieme, se attentamente considerate, ci salvano dal nichilismo e dalla disperazione.

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Vangelo e Zen

Il buco nero del riduzionismo, il tremito originario della coscienza. Testo di padre Luciano Mazzocchi

Corso Il tempo e l'interiorità dell'uomo 2015 – 2016 [PDF]

Schermata 2016-02-25 alle 11.35.08La quaresima con il suo richiamo liturgico e anche stagionale – accade sempre al varco fra l'inverno e la primavera – è il tempo propizio per guardare in faccia il nostro facile e quieto dirci che le cose vanno così, e quindi va bene così. Da giorni mi rimuginano nella mente alcune considerazioni che qui cerco di mettere assieme. Non pochi mi confidano che dalle poche cose che narro nelle lettere trovano un incoraggiamento alla loro personale ricerca. Se la ricerca assieme aumenta il rumore, allora è superficiale. Se invece aumenta il silenzio, allora è profonda. Grazie.

I messaggi o notizie che in questi giorni rimuginano nella mia mente sono tre: 1) alcune scoperte astrofisiche, 2) le vicende politiche italiane, in particolare la legge sulle coppie di fatto, 3) il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, che ha aperto il cammino quaresimale. Rimuginano in me non tanto come tre voci che mi giungono da fuori, ma come un trio dell'unica domanda di fondo che emerge dal fondo di me. E' possibile essere veri? C'è un criterio per discernere ciò che è vero e ciò che è illusorio?

 Gli astrofisici hanno registrato l'esistenza di un buco nero “a 300 milioni di anni luce da noi nell'ammasso della Chioma… Questo gigante misura qualcosa come 21 miliardi di volte la massa del Sole. Per dare un'idea delle proporzioni basti pensare che, se fosse al posto della nostra stella, il suo "orizzonte degli eventi" (il confine oltre il quale tutto, anche la luce, viene risucchiato dalla sua immensa forza di gravità) sarebbe posto a una distanza 15 volte superiore all'orbita di Nettuno, cioè 150 miliardi di chilometri dal suo centro…” (da La Repubblica 19 febbraio 2016)

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Il Dio della Bibbia e il Dio del Corano: analogie e differenze

intervento del prof. Vito Mancuso al convegno
“LE RADICI ISLAMICHE DELL’OCCIDENTE, LE RADICI OCCIDENTALI DELL’ISLAM”
organizzato da Marco Mazzeo, ricercatore in fisica al dipartimento di matematica e fisica "E. De Giorgi", Fabio Ciracì, ricercatore in storia della filosofia presso il dipartimento di studi umanistici, Andrea Ventura, ricercatore in fisica al dipartimento di matematica e fisica "E. De Giorgi" Lecce, 23 settembre 2015. Moderano: Marco Mazzeo e Fabio Ciracì Riprese e montaggio video di Marco Conoci. Vito Mancuso conferenza Il Dio della Bibbia, il Dio del Corano [PDF]

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Una vecchia immagine del divino troppo antropomorfa

Maschile e femminile sono caratteri psichici contenuti in ogni mente

Schermata 2016-02-25 alle 21.22.32La modalità in cui solitamente si pensa il divino corrisponde, in fondo, ad una immagine antropologica e antropocentrica in quanto un tempo si credeva e tuttora molti credono, anche a causa della tradizione ereditata dai testi sacri, che il fine ultimo della creazione fosse solo ed esclusivamente l’essere umano. La Natura impersonale madre della vita, rimanda al femminile e alla Materia. Dio, invece, prende forma come un concetto personale e maschile che rimanda alla paternità e allo Spirito. Oggi però sappiamo che il pianeta in cui viviamo e la vita contenuta in esso sono solo un piccolo frammento in una enormità che dal punto di vista quantitativo non riusciamo più neanche ad immaginare. Con il crollo dell’idea antropocentrica del cosmo cade di conseguenza anche l’idea maschile e femminile legata al divino, ovvero, maschile e femminile restano legati alla sola immanenza della vita in un rapporto di dialettica e dualità, ma l’idea di trascendenza principio e fine dell’Essere il concetto proprio di “Dio", si libera completamente da caratteri antropomorfi diviene sovra/personale, imperscrutabile, non riducibile al solo archetipo maschile/femminile e rimanda quindi all’indeterminatezza e al mistero. Il pensiero cade sempre nell’antinomia e nella libertà che ne consegue.

Marco Feruglio

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