«Etica e spiritualità riguardano ogni essere umano: sono la nostra garanzia di sopravvivenza»; intervista di Elena Nieddu per il Secolo XIX, 30 maggio 2019
Noi siamo il nostro linguaggio [PDF] Intervista a Il Secolo XIX [PDF]
Senza etica e senza spiritualità non c’è sopravvivenza». Parola di Vito Mancuso, teologo e giornalista, fra gli ospiti del Festival della Parola, a Chiavari fino a domenica. Oggi alle 18.30 in piazza N.S. dell’Orto, intervistato da Luca Ubaldeschi, direttore di Il Secolo XIX, Mancuso apre la sezione “Il dialogo fondamento di nuova umanità” curata da Goffredo Feretto e Helena Molinari.
Mancuso, la “retta parola” è, per il buddhismo, uno dei raggi del sentiero verso la liberazione. In che modo parlare bene ci rende persone migliori?
«Oggigiorno, noi esseri umani abbiamo pochi punti fermi. Sono venuti meno quelli della religione e delle ideologie politiche. La scienza ci pone soprattutto delle domande, mentre la tecnologia ci offre scenari inquietanti di controllo. Inoltre, continua l’inquinamento progressivo del Pianeta. Uno dei punti fermi è, quindi, la parola, intesa nel senso di “termine”. Le parole non mentono. Possono mentire le frasi, i discorsi composti da frasi, i libri fatti di discorsi, non le parole».
Quale tipo di sicurezza possiamo trovare nel verbo?
«Quella di cui hanno bisogno i viventi per sentirsi veri. Confucio parla di “rettificare i nomi”, ovvero fare in modo che le parole tocchino in modo diretto le sostanze. Questo è un lavoro spirituale che non riguarda soltanto la religione, bensì ogni essere umano» …