Un poker da riscoprire: Socrate l'educatore, Buddha il medico, Confucio il politico, Gesù il profeta, non senza sorprese.
La recensione di Nicoletta Martelletto alla lectio magistralis del prof.Vito Mancuso nell’ambito del Vicenza Storia Festival Oriente|Occidente sabato 12 aprile 2025, pubblicata sul Giornale di Vicenza domenica 13 aprile 2025.
Facciamo domande alla vita [PDF]
La traversata della Storia con Vito Mancuso è filosofica e spirituale. In una scelta tutta personale, da cui ha ricavato un libro di successo per Garzanti, assegna il ruolo di guida a Socrate, Buddha, Confucio e Gesù. Non è un ordine cronologico, né alfabetico, è una priorità emotiva spiega al pubblico nella seconda lezione di ieri al Vicenza Storia Festival. Sono le stesse personalità scelte dal filosofo tedesco Karl Jaspers, dove la parola al pari della vita può essere decisiva per arrivare alla consapevolezza e alla pace interiore. Il teologo brianzolo convoca le sue letture preferite a proposito del focalizzare l'anima e dell'intelligenza su ciò che è divino dentro e fuori di noi: Hannah Arendt, Simone Weil, Etty Hillesum, curiosamente tre donne dall'inclinazione filosofica che hanno attivato le domande su cosa è umano, cosa è divino e immortale. Ma chiama in causa anche il fisico quantistico John Archibald Wheeler a proposito del fatto che i fenomeni fisici sono definiti dalla domanda che ci poniamo su di essi …
Dunque le domande. «Facciamole alla vita, prima di tutto, chiediamole di venire a cena con noi – suggerisce Mancuso – e guardiamola negli occhi, chiediamole da dove vieni, perché mi tieni e un giorno non mi vorrai più. E quale è il messaggio, la voracità, il bene egoista, oppure l'alterità, la bellezza, e insieme la sofferenza che è dovunque. Più si sale nella scala dei viventi, più c'è consapevolezza della bellezza e della sofferenza. Ma come ci si arriva? Ecco i maestri, che sono quelli che attivano le domande giuste per far scaturire una risposta immortale e divina». Sono personalità non decisive per la scienza ma per l'etica, la spiritualità, maestri cui chiedere cosa devo fare per la vita eterna che non è immortalità ma stare al mondo nel modo giusto, in armonia.
Socrate è il greco, l'educatore, senza uno straccio di scritto, narrato dai discepoli, da Platone a partire dall'Apologia: è un cercatore di sapere, con l'etica sopra ogni cosa. Siddharta-Buddha è il medico dal pensiero ordinato dai discepoli, che fa leva sulle quattro nobili verità e l'ottuplice sentiero: la sofferenza è universale, quali sono le cause, impossibile liberarsene, ma c'è una via di passi concreti per capire come soffrire di meno. Il sentiero è la retta visione, lo sguardo non uncinato per guadagnare o avere paura, è non sgomitare…è una retta concentrazione, essere padroni di sé, nella tecnica precisa della meditazione»: c'è della metafisica nel buddhismo, non c'è dogma, c'è una via.
E da Occidente ad Oriente si oltrepassa l'India e si arriva a Confucio, pensatore cinese dei dialoghi che guarda la vita come a un lungo viaggio fino ai suoi 72 anni. In ogni decennio ha capito qualcosa della vita: lo studio prima di tutto, poi l'autonomia, l'assenza di dubbi, il mandato celeste, il sentire ricettivo, i moti del cuore governati senza eccessi. Conservatore, Confucio vede il mondo secondo un principio di riordino: dal proprio paese alla famiglia, da se stessi all'intenzione interiore, al la conoscenza, all'esame delle cose.
E poi Gesù, di cui Mancuso parla con quella vena eretica che distingue l'uomo e figlio di Maria dal Cristo vittima immolata della redenzione. Fa il tifo per il primo, torna nel mondo ebraico verso Occidente, dove il profeta pensa che arrivi un regno di Dio ma dal punto di vista storico non accade: è la rivoluzione interiore che predica Gesù, un mondo che cambia logica e sapore, da ingiusto a giusto, da avido a generoso. Il regno nel vangelo di Marco 4,30 va cercato dentro se stessi, perché "dove è il tuo tesoro là è il tuo cuore"».
I quatto maestri disegnano un itinerario e ciascuno può seguirne uno o più di uno, secondo la propria stagione, le proprie emozioni vitali. Il filosofo Schopenauer, ricorda Mancuso, diceva che la differenza fondamentale tra le religioni era l'essere ottimistiche o pessimistiche, ma nessuna ha ragione o torto, ognuna segna una via allo stato di vita e al mondo cui apparteniamo, perfettamente bello o perfettamente brutto secondo come lo guardiamo.
Conclude Mancuso con la disputa tra Milano e Roma, tra il vescovo Ambrogio e il politico Simmaco: siamo tra 382 e il 384 dopo Cristo, Roma è cristiana, Ambrogio vuole che la dea Vittoria sia cancellata dagli altari. Convince l'imperatore. Ma Simmaco pensando alle tradizioni risponderà così: «Contempliano le stesse stelle, abbiamo lo stesso cielo in comune, siamo parte dello stesso universo, che importa con quale ideologia ciascuno cerca il vero, non c'è una sola via per un mistero così grande». E sono applausi.