La Chiesa accolga i gay

"Vedo un dirigismo e una volontà di controllo difficilmente conciliabile con il senso di apertura dell'inizio del pontificato di Bergoglio. Queste uscite sono colpa della Curia cattiva che fa sgambetti al Papa buono? Non ha senso dopo otto anni di papato”.

VITO MANCUSO

La Chiesa accolga i gay [PDF] il fattoquotidiano.it 22.06.2021

«La Chiesa dovrebbe accogliere le persone omosessuali senza nostalgia per i roghi del passato, e invece vuole persone che sostanzialmente si castrino nella loro sessualità». Ne è convinto Vito Mancuso, teologo e filosofo apprezzato a livello mondiale, che a ilfattoquotidiano.it commenta l’intervento del Vaticano contro il ddl Zan, pur precisando di non aver letto il disegno di legge contro l’omotransfobia.

Professore, cosa pensa della protesta della Segreteria di Stato che accusa l’Italia di violare l’accordo di revisione del Concordato e di attentare alla libertà di pensiero dei cattolici?

Mi chiedo il motivo che ha spinto la Santa Sede a richiamarsi al Concordato e rimango stupito dal modo contraddittorio con cui la Chiesa agisce. Soprattutto vedo un papato paragonabile a quello di Pio IX, perché ricordo che ai tempi in cui lo si studiava, questo Pontefice era diventato per molti aspetti la bandiera dei patrioti, dai quali veniva inneggiato per le sue aperture a favore dell’Unità d’Italia, ma che poi si è rivelato il più chiuso dei conservatori col Sillabo e non solo …

È preoccupato per quello che sta avvenendo?

Io sono preoccupato per questo tipo di involuzione. Anche per quanto riguarda l’ultima riforma del Codice di diritto canonico. Si può essere anche contrari all’ordinazione delle donne e va bene, ma porre questo tema accanto ai delitti di pedofilia, a mio avviso, lascia molto perplessi. Così come l’ulteriore presa di posizione, che ritengo proprio un’ingerenza: quella secondo la quale il leader di un’associazione di fedeli dopo dieci anni è obbligato a presentare le dimissioni, togliendo così la libertà a questa realtà. Ciò mi sembra un dirigismo, una volontà di piegare le cose, di controllarle, difficilmente conciliabile con quel senso di apertura, di libertà, di partecipazione e rinnovamento con cui si era aperta la stagione della Chiesa di Papa Francesco. Anche adesso questo intervento sul ddl Zan va in questa direzione.

Chi è il responsabile di tutto ciò?

Leggevo sui social che il mio amico Alberto Maggi (altro importante teologo “progressista”, frate dell’Ordine dei Servi di Maria) diceva che questo è uno sgambetto che la Curia avrebbe fatto a Papa Francesco. Ma, insomma, delle due l’una. Se è uno sgambetto, a questo punto dopo otto anni noi ci ritroviamo un Pontefice che non è in grado di governare, e quindi siamo punto e a capo. Esattamente a quel punto in cui Ratzinger aveva dato le dimissioni perché non riusciva a governare perché uscivano i corvi, sparivano carte e ricomparivano, insomma sappiamo bene il clima di otto anni fa. Quindi o c’è incapacità di governo, o non c’è incapacità di governo ed è proprio Francesco che vuole una cosa di questo tipo. Ma francamente, dal punto di vista chiamiamolo fisiologico, questa continua distinzione tra la Curia cattiva e il Papa buono non ha senso dopo otto anni di papato. Può avere senso i primi sei mesi, il primo anno perché uno deve mettere ordine in una Curia che non ha voluto, ma a questo punto Francesco è pienamente responsabile della Curia che ha dopo otto anni di governo.

Perché sui gay la Chiesa continua ad alzare muri?

Questa serie di segnali, incluso anche quest’ultimo, mi sembra assolutamente inspiegabile, anche alla luce delle premesse con cui il pontificato era cominciato. Se c’è una materia nella quale occorrerebbe particolare solidarietà, capacità di comprensione, è che la Chiesa esprimesse anche a livello legislativo quello che il colonnato del Bernini in piazza San Pietro esprime a livello architettonico; cioè la volontà di abbracciare le persone, ogni persona. In altri tempi i soggetti discriminati da accogliere integralmente erano le donne e gli operai. Nel nostro tempo sicuramente lo sono le persone omosessuali. Da questo punto di vista ancora oggi la Chiesa si dimostra incapace di accettare un dato di fatto, e cioè che queste persone si qualificano come gay, cioè felici, come indica il termine inglese, pacificate con sé stesse e orgogliose di essere quello che sono. Qualcuno può anche pensare ai tempi passati con nostalgia, ma immagino e spero che nessuno oggi pensi all’imprigionamento, addirittura a persecuzioni nei loro confronti come è avvenuto in passato. Però la Chiesa da loro si attende o la natura angelica o una natura pentita, cioè persone che sostanzialmente si castrino nella propria sessualità, oppure vorrebbe dei pubblici peccatori che ripetano continuamente “mea culpa, mea culpa”. Ma una persona che è felice di essere come la natura (e per chi crede Dio) l’ha creata, che accetta la mano di Dio in modo sereno, gioioso su di sé, crea tuttora alla Chiesa cattolica, anche a quella di Papa Francesco, una tale orticaria intellettuale che produce questi girotondi a mio avviso inspiegabili.

Intervista di Francesco Antonio Grana 22 giugno 2021