Tutto è relazione

di Antonello Pasini. Testo preso da Le Scienze Blog

Schermata 2015-08-27 alle 15.12.00Lo schema che troverete in fondo al testo è relativo alle interazioni dinamiche che vi sono tra la sfera di noi umani (antroposfera) e il resto del sistema Terra. Ogni cambiamento nei singoli rettangoli si propaga in maniera non lineare in tutto il sistema e noi siamo nella delicata posizione di “raccordare” i nostri comportamenti in maniera armonica con ciò che accade altrove per evitare cambiamenti traumatici. Ciò evidenzia, in particolare, quanto sia inappropriata la concezione che considera l’uomo come attore unico nei confronti di una materia inerte e plasmabile a piacere. L’ambiente che ci circonda ha in realtà una sua dinamica che risponde sempre alle nostre azioni e dunque la nostra evoluzione sul pianeta non può che essere una co-evoluzione relazionale…

Questa concezione dinamica è tipica, ovviamente, della moderna scienza dei sistemi complessi, e dei sistemi ambientali ed ecologici in particolare. Tuttavia, mi pare di capire che la “categoria” relazione venga assunta come fondamentale in vari ambiti del pensiero contemporaneo. Avevo già fatto notare che a livello di fisica fondamentale la realtà sia sostanzialmente interazione. Oggi, leggendo un libro di filosofia (”Questa Vita” di Vito Mancuso), scopro che l’autore afferma:

“Occorre prendere coscienza del legame che unisce tutte le cose, dell’interconnessione di ogni ente con il tutto e dell’interdipendenza che ne discende, visione traducibile in filosofia dicendo che la prima categoria dell’essere non è la sostanza ma è la relazione” (p. 136).

Nella visione di Mancuso le relazioni che scopriamo oggi tra l’uomo e l’ambiente in cui vive sono solo la manifestazione attuale della co-evoluzione relazionale congiunta con una Terra che ha “dato vita” alla vita. La vita stessa quindi non è un “incidente di percorso” sul pianeta, ma nasce come conseguenza e in armonia con il suo ambiente, che ne è la culla. Le relazioni possono essere anche di lotta, ovviamente. La lotta tra le varie specie esiste, è innegabile, ma fatemi aggiungere che oggi sappiamo come gli ecosistemi più ricchi e con più biodiversità siano quelli in cui le varie specie giungono ad equilibri dinamici che consentono la loro coesistenza. Su questo dobbiamo puntare, soprattutto oggi che vediamo chiaramente come la salvezza nostra su questo pianeta così interconnesso non possa essere che una salvezza comune: siamo tutti sulla stessa barca…

Non voglio ovviamente entrare in discussioni filosofiche su questi punti: non ne sarei in grado. Vorrei però sottolineare come questa concezione porti ad una precisa visione dei rapporti ambientali. In particolare, Mancuso afferma che l’accento posto in passato sulla lotta tra le specie è direttamente correlato alla visione capitalistica dei rapporti tra gli esseri umani, impostati all’insegna di una lotta per il profitto che premia i più scaltri. Oggi, invece, la concezione sistemica e relazionale del sistema Terra dovrebbe spingere a considerare un atteggiamento di “raccordo armonioso” nei comportamenti, come nei sistemi ecologici ad alta biodiversità ed interdipendenza.

So già che a qualcuno sembrerà che si tratti una trattazione astratta e poco utile ai fini ambientali, ma, a questo proposito, lo stesso Mancuso ammonisce:

“Gli errori sulla natura a livello ideale sono alla radice degli errori con la natura a livello reale. Non sarà quindi possibile ripristinare un rapporto corretto con il pianeta a livello ecologico se prima non risaniamo la mente sulle idee che abbiamo della natura a livello filosofico” (p. 16).

Sono sostanzialmente d’accordo, e aggiungerei che un’altra tara da cui dobbiamo liberarci è quella della distinzione cartesiana tra res cogitans e res extensa. Allora l’idea dominante era quella di una netta separazione, anche qualitativa, tra uomo e natura, con tutto ciò che ne consegue: l’uomo ha ben diritto di far ciò che vuole a causa della sua differenza/superiorità. Oggi sappiamo che le dinamiche specifiche naturali e umane nascono da un’origine comune, vengono sempre più ad interagire, in maniera quasi inestricabile, e vanno considerate in maniera congiunta.

Insomma, “risanare” la nostra mente può essere un modo per iniziare a risanare il nostro pianeta.

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