La quarta età della memoria

Ogni fase della vita è caratterizzata da una attività e per Bobbio nella vecchiaia è decisivo ricordare. Coltivare lo stupore di fronte alla capacità della mente di rimembrare è il modo migliore per stare al mondo.

Bobbio - Donzelli-2

La quarta età della memoria [PDF]

“Equilibrio termodinamico”, così Erwin Schrödinger, fisico, premio Nobel e uno dei padri della meccanica quantistica, definisce, nelle sue lezioni sulla vita, la morte. Ne consegue che la vita è disequilibrio termodinamico, e che il vivere consiste in una questione di passaggio di calore, sia fisico sia emotivo, il quale tanto più passa quanto meno regnano stasi e uniformità. Schrödinger parla anche di “entropia negativa”, affermando che è esattamente ciò di cui la vita si nutre. Tutto infatti tende verso lo stato caotico detto entropia che è assenza di struttura e di ordine (l’entropia massima è la morte), ma vivere significa contrastare questa tendenza al disordine introducendo dentro di sé entropia negativa, ovvero ordine. Scrive: “Ciò di cui si nutre un organismo è l’entropia negativa”. Ne viene un curioso paradosso: morire è un disordinato equilibrio, vivere è un’ordinata assenza di equilibrio. Vivere cioè, per riprendere la nota metafora, è come andare in bicicletta: perdere l’equilibrio con la pedalata destra per riprenderlo subito dopo con la pedalata sinistra, mentre il voler stare perennemente in equilibrio significherebbe cadere …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Confini da superare

Dal valico di Rafah all’Ungheria le frontiere vengono chiuse da barriere che dividono i sommersi dai salvati. Il compito non è abbatterle ma renderle permeabili garantendo la diversità e la protezione. 

Confine-egitto_lintellettualedissidente.it14102023

Confini [PDF]

Agli inizi degli anni Settanta John Lennon cantava “Imagine”, e quanto ci invitava a immaginare con la sua splendida canzone era che non vi fossero più paesi (“Imagine there’s no countries”) e che tutti gli esseri umani condividessero l’intero mondo (“Imagine all the people sharing all the world”). L’abbattimento di ogni confine, quindi. Chissà quante altre volte, prima e dopo di lui, la libera immaginazione degli esseri umani ha sognato l’abbattimento delle barriere territoriali auspicando un super trattato di Schengen a livello planetario. Eppure oggi le cose vanno decisamente nella direzione opposta. Ben nove paesi europei, tra cui l’Italia per il confine con la Slovenia, hanno ristabilito la chiusura delle frontiere sospendendo chissà fino a quando la libera circolazione sancita da Schengen, del quale temo sia più realistica la futura abolizione che non la piena applicazione. Altri paesi in questi anni hanno costruito a protezione dei loro confini muri e recinzioni di filo spinato alte diversi metri: oggi nel mondo ne esistono almeno una sessantina, tra cui i muri costruiti da Israele in Cisgiordania, il muro tra Stati Uniti e Messico, le recinzioni di cui Orban ha circondato l’Ungheria. Gli unici continenti che ne sono privi sono, per motivi facilmente comprensibili, l’Oceania e l’Antartide. Ma c’è un confine che in questi giorni è più di ogni altro il simbolo della maledizione e della benedizione rappresentata dalle frontiere, per il destino di vita e di morte di chissà quante migliaia di persone che esso rappresenta: il valico di Rafah …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Lavorare al tempio interiore

Intervista di Alan Conti per BznNews24.it, 4 novembre 2023

5F2920C2-60FB-490F-A408-81E9392B81FA-scaled

Bznews24.it [Link]

Un viaggio dentro se stessi. Dall’origine della vita sino alle più intime convinzioni passando per quei parallelismi che uniscono le religioni e le spiritualità. Questa mattina Vito Mancuso ha preso per mano un pubblico folto all’Eurac per portarlo a guardarsi dentro. All’edificazione del proprio tempio interiore. Un evento organizzato dal Grande Oriente d’Italia. 

Quando si lavora al tempio interiore? 

“Qui e ora. Adesso. Ogni momento è quello possibile per la costruzione di un tempio interiore. Per elevarsi. Uno dei grandi pericoli da cui dobbiamo proteggersi è l’appiattimento della nostra multidimensionalità” 

Lavorare alla costruzione interna è l’antidoto? 

“Sì, fare questo significa custodire la nostra natura che è elevata. A più dimensioni. Questo progresso, però, è qui e ora. Si costruisce nel momento” …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Neanche Francesco riesce a fare le riforme

Intervista di Giovanni Panettiere per il Quotidiano Nazionale, 29 Ottobre 2023

Schermata 2023-10-31 alle 22.31.30Città del Vaticano, 29 ottobre 2023 – "Neanche con papa Francesco nella Chiesa riescono a passare le riforme sul ruolo delle donne, la contraccezione, le nozze dei preti, tutte ormai improcrastinabili, se si vuole evitare di perdere il treno della storia e il contatto con gli uomini del nostro tempo. Nonostante le promesse dei primi anni di pontificato, permane una situazione di stallo, dettata da una certa paura e ambivalenza anche da parte dello stesso Pontefice che, per esempio, rispondendo ai dubbi dei cardinali tradizionalisti, legittima un approfondimento teologico sul nodo del sacerdozio femminile e poi, in un recente libro, rispondendo col cuore alle domande degli autori, boccia del tutto l’ipotesi delle donne-prete". Guarda oltre la prima parte del Sinodo, che si chiude oggi con la messa presieduta dal Papa, il teologo Vito Mancuso. Oltre un documento di sintesi dei lavori che in sostanza lascia ancora aperte le questioni più spinose. E quello del pensatore di scuola martiniana è uno sguardo più incline al realismo e al pessimismo che alla fiducia.

Il Sinodo non propugna né il diaconato femminile, né l’ordinazione di uomini sposati: che ne pensa?

"Va bene che l’organismo è consultivo, visto che le decisioni definitive spettano al Papa, ma qui si trattava di avanzare solo delle proposte. L’impressione è che in quasi un mese di congregazioni generali e circoli minori si sia parlato di tutto per non cambiare nulla".

Diciamo che era il primo tempo, il Sinodo si concluderà con l’assemblea del prossimo anno…

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Educazione Etica

La buona educazione è un concetto tripartito: non riguarda solo l’arte di sapersi comportare e il patrimonio culturale della mente, significa mettere la propria libertà a servizio del bene, della giustizia, della bellezza. In una parola l’etica.

Educazione etica [PDF]

 

Croce2Vige da noi un concetto sostanzialmente formale di educazione che la fa coincidere con quelle regole basilari di convivenza che ci permettono di stare insieme senza disturbarci troppo l’un l’altro. L’educazione però, come emerge da altre lingue, non è riducibile alle buone maniere: in inglese, per esempio, to be educated è ben altra cosa da to be polite (laddove polite è “educato”, educated “istruito”). Education in inglese, come Erziehung in tedesco, significa “istruzione” o anche “formazione” e una persona well educated è una persona bene istruita e solidamente formata. Esattamente lo stesso è il significato del latino educatio e del greco paideia. Una persona non educata, quindi, oltre a essere socialmente imbarazzante è, ben più radicalmente, un ignorante. E l’educazione, oltre a essere esercizio del rispetto e della cortesia, coincide con la formazione ricevuta dallo studio e assimilata a dovere dalla personalità …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Argento vivo

L’ORIGINE COSMICA DELLA CULTURA

Il caos primordiale ha generato la vita della mente, che si esplica come scrittura e lettura, un fenomeno stupefacente che dovrebbe creare in noi un senso di continua meraviglia. Il testo nella versione integrale dell’intervento a Cuneo al Festival Scrittorincittà.

Schermata 2023-10-25 alle 17.17.53

[PDF1] [PDF2] Argento Vivo [PDF]

Ci apprestiamo a una celebrazione e questa sera tutti noi qui presenti immagino siamo di ottimo umore. È bello poter festeggiare qualcosa che dura, e 25 anni non sono per nulla pochi in quest’epoca superveloce in cui tutto muta. Ma non possiamo dimenticare lo scenario là fuori, anche perché il nostro inconscio non lo dimentica, e non è detto che dietro la facciata di allegria vi sia ansia e un sentimento diffuso di paura. Abbiamo tutti tanta paura. Di cosa?

Eccone un elenco sommario:

  1. la possibilità per nulla remota della guerra nucleare, sia per il conflitto Russia-Ucraina, sia per il potenziale conflitto Cina-Taiwan, sia ovviamente per il riacceso conflitto israelo-palestinese; 
  2. l’emergenza climatica di cui ormai tutti o quasi siamo tristemente consapevoli e che ha portato il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres a parlare non più di “riscaldamento globale” (global warming) ma di “ebollizione globale” (global boiling); 
  3. lo scollamento tra generazioni mai così profondo nella storia dell’umanità; 
  4. le abissali e sempre più abnormi sperequazioni tra i pochi super-ricchi e le masse di diseredati; 
  5. l’uso dell’intelligenza artificiale assai facilmente trasformabile in abuso e in occulto controllo direttivo; 
  6. l’ingegneria genetica che corre esattamente lo stesso rischio; 
  7. la minaccia di nuove devastanti pandemie; 
  8. il ricorrente terrorismo di matrice islamista; 
  9. le migrazioni così massicce di popoli da generare una deriva dei continenti di tipo sociale e un conseguente sanguinoso e quotidiano scontro delle civiltà all’interno delle nostre città, di cui talora si hanno già violente anticipazioni (come avvenuto in Francia tra la fine di giugno e l’inizio di luglio 2023 in seguito all’uccisione di un diciasettenne di origini nordafricane da parte di un poliziotto e la degenerazione delle proteste in guerriglia urbana nelle principali città del paese). Tutte insieme queste ombre che gravano su di noi formano nella mente un’atmosfera di tale oscura irrespirabile pesantezza da portarci a voler scappare da questo mondo, ma, di fronte a minacce così globali, non è possibile andare da nessuna parte. Siamo in trappola …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Ecco cosa significa nascere in una “Striscia”

Schermata 2023-10-15 alle 20.22.49

Nascere a Gaza [PDF]

Il numero uno di Hamas (che al momento risiede in Qatar da dove ha diffuso un video che lo ritrae mentre prega il suo Dio ringraziandolo per l'avvenuto massacro di israeliani da parte dei suoi) si chiama Ismail Haniyeh ed è nato nel 1962, il mio stesso anno di nascita.

Il numero due di Hamas (che al momento è nella Striscia di Gaza e che per gli israeliani è un uomo già morto) si chiama Yahya Sinwar ed è nato anch'egli nel 1962. Avrei potuto essere loro compagno di classe, seduto nello stesso banco, giocare insieme al pallone. Solo sulla carta, ovviamente, perché in realtà, mentre io sono nato in un operoso paese della Brianza parte di uno Stato nazionale relativamente prospero, essi sono nati entrambi in un campo profughi della Striscia di Gaza privi di uno stato che rappresenti la loro nazione (non a caso ho dovuto scrivere "Striscia", non Stato). Cosa significa nascere in una Striscia? Cosa significa nascere e crescere in un campo profughi di persone cacciate dalle loro case ed espulse dalla loro terra, e senza nessuna credibile prospettiva di poter superare quella condizione avendo finalmente uno Stato nazionale e riavendo una casa? Significa crescere a pane e odio. A volte può persino mancare il pane, l'odio però mai; anzi, di sicuro esso viene accresciuto dalla mancanza del pane …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Non ti manchi mai la gioia

Breve itinerario di liberazione,

in libreria per Garzanti editore dal 14 novembre 2023

Copertina definitiva
«A ognuno di noi capita di vivere momenti di stallo, quando non riusciamo a trovare la forza per andare avanti né sappiamo quale direzione prendere. La letteratura ci insegna che da sempre siamo in lotta con questa sensazione d’impotenza, ciò che è cambiato è solo il nostro modo di reagire. Se in passato cercavamo una via di fuga nella religione, oggi la troviamo in una nuova fede che celebra il culto dell’Io. L’inganno, però, è dietro l’angolo, perché nel credere soltanto in sé il narcisismo non fa altro che aggravare la propria prigionia. 
Nel suo nuovo libro, Vito Mancuso propone una filosofia della liberazione per riconoscere e smantellare le trappole che attanagliano le nostre vite e aprirci a un’esistenza più autentica, fino a sperimentare la gioia profonda di vivere. Seguendo un cammino di piccoli ma costanti passi liberatori, scopriamo così che il destino di ciascuno si gioca nel mondo che portiamo dentro: perché se noi siamo la trappola, siamo anche il nostro liberatore. Approdando a questa consapevolezza saremo in grado di trovare equilibrio e generare limpida energia mentale, il più efficace strumento per la serenità e per la sorgente della gioia». 

-
ISBN 9788811009764; pagine 144. È possibile ordinarlo negli store online. Per farlo segui i link indicati nel sito Garzanti.

Non ti manchi mai la gioia Garzanti [Link]

Noi nella trappola dell'io [PDF]

Recensione Gariwo la foresta dei giusti [Link]

Pubblicato in Home

Il senso dell’esistenza consiste nella libertà

La politica deve garantire l'autodeterminazione

Per il teologo Vito Mancuso il caso di Trieste rappresenta un passo avanti: «Giusto consentire a chi si sente lacerato di metter fine alla tortura» 

Intervista al prof. Vito Mancuso di Marco Ballico per il Piccolo di Trieste

Fine vita intervista al Piccolo [PDF]

GFR_4426

Chi crede in Dio e insieme guarda al mondo per quello che è non può fare a meno di vedere lo svolgimento di un dramma sul corpo di quella giovane donna i cui protagonisti principali sono il suo padre terreno e il suo Padre celeste». Così Vito Mancuso, nel luglio 2008, scriveva nelle sue riflessioni che partivano dal caso di Eluana Englaro. Il teologo che si dichiara favorevole al principio di autodeterminazione per il fine vita non si sottrae nemmeno oggi a un commento sul via libera alla signora Anna di decidere sui suoi prossimi passi: «Da sempre sostengo che il senso della vita umana consiste nella libertà. Sento dunque che quello che sta accadendo a Trieste rappresenta un passo avanti». 

Mancuso, perché dire sì alla libertà di scegliere? 

«Penso che il senso del nostro essere qui, con un inizio e con una fine, sia quello di incrementare il massimo di consapevolezza, creatività e responsabilità. Messe insieme queste tre cose, si ha la libertà matura. Altra cosa è la libertà come arbitrio, che fa quello che vuole» …

Continua a leggere

Pubblicato in Home

Istruzioni per arrivare vivi alla morte

Torino Spiritualità

Arrivare vivi alla morte [PDF]

Alla morte tutti arrivano di sicuro, ma vi si può arrivare vivi oppure già morti. Alcuni infatti vivono, ma in realtà sono già morti. Vivono, ma non pienamente, vivono a metà, a volte anche meno di metà rispetto alle loro potenzialità vitali, e quindi per buona parte sono già morti. È ciò che insegna la storia di apertura del bestseller “Messaggio per un’aquila che si crede un pollo” del gesuita e psicoterapeuta indiano Anthony De Mello, pubblicato in America nel 1990 con il titolo “Awereness” e nel 1995 in Italia. Il grande successo del libro inquietò il Vaticano, che il 24 giugno 1998, con una nota della Congregazione per la Dottrina della fede firmata da Joseph Ratzinger, dichiarò le idee di de Mello “incompatibili con la fede cattolica” e tali da “causare gravi danni”. A mio avviso si tratta di un giudizio fondato nel primo caso, ma falso nel secondo, perché il libro non causa danni ma al contrario risana ferite; e lo può fare, io penso, proprio perché è incompatibile con alcune affermazioni (errate) della dogmatica cattolica. La storia racconta di un uomo che trovò un uovo d'aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L'uovo si schiuse insieme agli altri e l'aquilotto crebbe con i pulcini trascorrendo tutta la vita come un pollo pensando di essere tale. Un giorno la vecchia aquila vide nel cielo uno splendido uccello che planava maestoso e chiese stupita: “Chi è quello?”. “È l'aquila, il re degli uccelli”, rispose il vicino. “Appartiene al cielo, noi invece apparteniamo alla terra perché siamo polli”. E così l'aquila visse e morì come un pollo, perché pensava di essere tale …

Continua a leggere

Pubblicato in Home