Ricominciare da Erasmo

Schermata 2018-01-05 alle 14.49.13La “Riforma” (e la relativa “Controriforma” Tridentina) non é ancora entrata nella “postmodernità”. Le religiosità istituzionali e le relative scuole di “spiritualità” legate ciascuna al proprio sistema teologico / dogmatico, faticano a scoprire una spiritualità della pace laicamente concepita, secolarizzata, valida “etsi deus non daretur” (cioé indipendente dall’ipotesi Dio), tenendo conto del fatto che molti uomini e donne sono di fatto “operatori di pace” pur senza appartenere ad alcun credo religioso. Erasmo aveva intuito, evangelicamente, che il valore della Pace comprende tutti i valori umani e divini, perciò si rifiutava di schierarsi con uno o con l’altro dei due eserciti belligeranti. Nella ricorrenza del ciquecentenario della “Riforma” potremmo almeno sanare questa grave contraddizione dichiarando chiuso il conflitto e riconoscendo a Erasmo da Rotterdam, prete cattolico riformatore e maestro universale di umorismo e di pace, il titolo di “dottore della chiesa”. (TDF settembre 2017, p. 16) 

E' stato accusato di essere pusillanime, pauroso, vigliacco dagli uni e dagli altri perché ha avuto il coraggio dell'intransigenza della sua “folle” convinzione che le guerre non portano la pace, e non si può, con la guerra, glorificare il dio della Pace, della Libertà, della Giustizia. Ci sono voluti cinquecento anni di orrori commessi in mome delle “religioni”, delle “libertà”, delle “giustizie” perché il mondo ferito e malato possa capire che l'unica cura possibile della “città del futuro”, la “Nuova Balilonia”, sarà chiamare al proprio capezzale Erasmo, DOCTOR MUNDI.

Numero 6 (giugno/luglio) di “tempi di fraternità” 2018 …

RICOMINCIAMO DA ERASMO

numero monografico di 32 pagine curato da Gianfranco Monaca con la collaborazione di Giancarla Codrignani, Vittorio Bellavite, Enrico Peyretti, Giannino Piana, Cristina Mattiello, Peppe Sini, Ugo Francesco Basso, Anna Raybaudi, Luigi Berzano, Emanuele Bruzzone, Giovanni Sarubbi, Giampaolo Anderlini, Stefano Levi Della Torre, Carlo Ratti, Luigi Bettazzi e con l'adesione di Franco Ferrari, Alberto Simoni, Brunetto Salvarani, Gabriella Caramore, Vito Mancuso e di quanti vogliano esprimere un loro parere firmato sull'iniziativa. 


Appello perché Erasmo sia veramente riconosciuto come maestro per tutti di umanità e di universalità

Nel 1501 Erasmo da Rotterdam scriveva l'Enchiridion militis christiani in cui formulava succintamente le sue proposte di riforma della Chiesa (pubblicato nel 1503 e ripubblicato a Lovanio nel 1515). Nel 1517 Martin Lutero pubblicava le sue “novantacinque tesi” suscitando le rimostranze dei conservatori e del Vaticano ed Erasmo il 14 agosto 1518 faceva precedere la riedizione in Basilea (Froben) dell'Enchiridion da una importante prefazione di 25 pagine, in cui – non ravvisando alcun elemento di eresia nella posizione luterana – volle ribadire l'urgenza di una riforma di cui si avvertiva il bisogno da almeno tre secoli.

Erasmo nella comunità degli specialisti è riconosciuto come maestro (Programma Erasmus e Praemium Erasmianum), ma le culture confessionali cristiane risentono ancora di una “damnatio memoriae” di cui fu vittima nella Chiesa romana per non aver voluto prendere posizione contro Lutero a favore della “Controriforna”, e per le ragioni opposte, per non avere aderito alla “Riforma”, oltre che per l'utilizzo dell'umorismo e della satira in argomenti ritenuti “religiosi”. Anche nei recenti incontri di papa Francesco con i Valdesi e i Luterani, Erasmo non è stato ricordato.

Un'incoerenza che, se la Chiesa è “semper reformanda”, va risolta con la libertà della ricerca teologica e la cattedra dottrinale estesa ai laici senza previa santificazione, secondo la definizione equiparatrice del laicato data dal Vaticano II. Il coraggio della Chiesa di autoriformarsi avrebbe potuto evitare la Riforma e, soprattutto la Controriforma: Erasmo da Rotterdam, inattaccabile per la sua grande fama di intellettuale, si era espresso tempestivamente perché la Chiesa evitasse conseguenze prevedibili. Un dottore della Chiesa mancato? In futuro la Chiesa vorrà imparare solo da "dottori" consacrati dalla santità riconosciuta e dal Sant'Uffizio o accetterà di imparare anche da un Erasmo, che già credeva nella libera ricerca teologica? A questo interrogativo ci aspettiamo dia una risposta esplicita chi, nella Chiesa cattolica, cerca di testimoniare l’Evangelo senza essere prigioniero di direttive o di preclusioni di alcun tipo. Erasmo da Rotterdam conclude il Medio Evo e inaugura la Modernità – è il padre dell'Illuminismo – ma il suo universalismo è stato tradito: in questo tempo di violenza il mondo (e non solo le Chiese e le Religioni) ha bisogno di un Maestro quale è stato Erasmo che assuma i valori universali di una spiritualità della Pace contro tutti i particolarismi – anche ti tipo religioso – che lo dividono.

Deve essere valorizzato il messaggio erasmiano per contrastare ogni tentazione di considerare la guerra e le armi come mezzi adeguati a risolvere i conflitti tra i popoli e la conquista come legittimo titolo di proprietà territoriale e supremazia culturale. Soprattutto gli va riconosciuta la valorizzazione delle spiritualità per uscire dal dogmatismo delle religioni e dalle contrapposizioni confessionali. In particolare ci sembra che egli possa essere ispiratore di un’Europa diversa da quella attuale, attraversata da troppi particolarismi ed egoismi. Questo lavoro di riconoscimento, recupero e valorizzazione spetta certamente a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell'umanità e soprattutto a coloro che hanno un ruolo nella ricerca, nella scuola e nei mezzi di comunicazione. Tempi di fraternità metterà a disposizione di tutti un numero monografico “Ripartiamo da Erasmo” dal prossimo giugno per rilanciare la figura di Erasmo da Rotterdam come fattore unificante della civiltà nel Terzo Millennio.

Gianfranco Monaca, Giorgio Saglietti, Danilo Minisini, Davide Pelanda, Riccardo Cedolin, Giorgio Bianchi, Andreina Cafasso, Daniele Dal Bon, Luisa Vigna, Giancarla Codrignani.Vittorio Bellavite, Enrico Peyretti , Alberto Simoni ecc.

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